Il 24 agosto di 70 anni fa entrava in vigore il trattato istitutivo della NATO, organizzazione del Trattato del Nord Atlantico. Nata nel secondo dopoguerra come strumento di difesa e cooperazione militare tra i suoi Stati Membri, ha contribuito a settant’anni di pace in Europa.
La filosofia di base del Patto Atlantico è nell’articolo 5 del Trattato, quello sulla difesa collettiva, con cui “le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in America settentrionale, è considerato come un attacco contro tutte”, perciò, se tale attacco armato avviene, ognuno assisterà la parte attaccata con tutte le azioni ritenute necessarie, “incluso l'uso della forza armata per ripristinare e mantenere la sicurezza dell'area Nord Atlantica”.
L’Italia è stata uno dei 12 Paesi fondatori, insieme a Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Lussemburgo, Paesi bassi, Norvegia, Portogallo, Gran Bretagna e Stati Uniti. Ma com'è cambiato il ruolo della Nato in questi 70 anni? L’Alleanza Atlantica rappresenta ancora un importante strumento multilaterale di gestione della sicurezza: le principali crisi internazionali degli ultimi due decenni hanno in vari modi coinvolto più o meno direttamente la NATO che ha man mano dato prova di sapersi trasformare e adattarsi ai cambiamenti, passando da un carattere difensivo ed eurocentrico a una proiezione strategica che oltrepassa i confini dei paesi membri.
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