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Migrazioni in Europa. A.D. 2015
Venerdì, 6 novembre, 2015

Di Gianni Rufini*

 

Nel cuore d’Europa, oggi la gente va a fare il giro dei mercatini natalizi. Percorre le autostrade con le sue belle automobili, mentre a poche centinaia di metri di distanza ci sono migliaia di donne, uomini e bambini che marciano a piedi nel fango e sotto la pioggia. Le famiglie dormono all’addiaccio nelle campagne, a ridosso delle recinzioni, senza un riparo. Comprano il cibo al triplo del prezzo da commercianti infami. Pagano migliaia di euro ai passisti per attraversare una frontiera. Esausti, ne danno centinaia a tassisti senza scrupoli per portarsi qualche chilometro più in là, fino al prossimo filo spinato.

Non ci sono autobus per loro, né treni. Un’altra notte al freddo, poi un’altra marcia in mezzo ai campi, altra pioggia, altri sciacalli a consumare gli ultimi soldi, un’altra barriera. Ogni tanto una pattuglia li sorprende e li riporta al punto di partenza. Giornate perse, freddo, debilitazione, altri sciacalli, altro filo spinato. Alcuni rimbalzano da una recinzione all’altra già da due mesi. Intanto, un chilometro più in là le auto sfrecciano allegre, e i treni ad alta velocità, coprendo in un’ora la distanza che ai disperati è costata una settimana di fatica, freddo, fango e soldi.

Ormai, gli operatori umanitari rientrano dal Nepal o dall’Iraq e vengono spediti a Lesbos o Lampedusa, 700.000 persone sono arrivate in Europa, quest’anno. Una delle più gravi crisi umanitarie in corso. Gli Stati continuano ad alzare muri e se ne fregano. E dire che sono spesso paesi che appena vent’anni fa hanno visto milioni di loro cittadini fuggire dalle guerre e dalle crisi, e ricevere accoglienza.

E noi siamo lì, inerti. Incapaci di commuoverci, o forse troppo attoniti, impotenti. Ai bordi dell’autostrada su cui viaggiamo, i personaggi di un presepe di dolore continuano a camminare sotto la pioggia, per ritrovarsi davanti a un’altra recinzione. Si fermano lì, accoccolati nel fango. E il freddo sta per arrivare. In Europa. Oggi.

 

* Gianni Rufini è direttore generale Amnesty International Italia e docente ai corsi ISPI

Il post è apparso sul blog "Un giaciglio per la Notte" che Gianni Rufini cura sul sito repubblica.it

 

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Tags: 
immigrazione
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Europa

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