Quella del cooperante è una vera e propria professione.
Si può iniziare ed accumulare esperienza con il volontariato ma, lavorando nel sud del mondo ed a stretto contatto con realtà di forte disagio sociale e sottosviluppo economico, si hanno grosse responsabilità: per questo motivo è importante una formazione specifica approfondita.
Ce lo racconta Paolo Romagnoli, consulente per la selezione, formazione e orientamento del personale nel campo della cooperazione internazionale.
Romagnoli, che collabora con ISPI da diversi anni, ha incontrato gli studenti del Master in International Cooperation per parlare di orientamento e di strategie per una buona presentazione dei candidati sul mercato del lavoro della cooperazione internazionale.
I requisiti maggiormente richiesti dalle Ong riguardano competenze tecnico-teoriche, derivate da una buona formazione, ed esperienze pratiche acquisite sul campo.
Nel concludere l’incontro con gli studenti del Master, Romagnoli ha evidenziato quelle che ritiene le principali qualità di un giovane cooperante: una vasta disponibilità e una grande capacità di adattarsi e reinventarsi.