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Recruiting INTERSOS
Parla Massimo Dall’Olio, responsabile risorse umane
Mercoledì, 27 ottobre, 2010

Ciao a tutti,

sono Massimo Dall’Olio, responsabile delle risorse umane di Intersos. In questo spazio farò del mio meglio per ridurre la distanza che in genere si percepisce tra chi si affaccia al mondo della cooperazione internazionale e le organizzazioni che già vi operano. In particolare cercherò di facilitare uno scambio più diretto tra i giovani che vogliono lavorare in questo settore e quelle figure, a volte temute e quasi sempre oggetto delle più svariate proiezioni, che sono i responsabili della selezione. Tra i quali – chiaramente – rientro anche io.

Sgombriamo subito il campo dalle questioni generali così poi ci possiamo dedicare a cose più specifiche. Vado per punti:

chi sono io?

Psicologo di formazione, dopo la laurea ho lavorato qualche anno per una società di lavoro interinale diventando responsabile della filiale di Padova. Sono poi passato all’ENEL dove mi occupavo di formazione e risorse umane. Nel frattempo però mi ero reso conto di non essere sulla strada che sentivo giusta per me e dopo un Master in Relazioni Internazionali sono arrivato – nel 2004 – ad Intersos dove oggi sono responsabile delle risorse umane. Detta così sembra quasi semplice e lineare ma, come immaginerete, non è stato un percorso senza ostacoli. E poi non c’è solo il lavoro, e tre settimane fa è nato Luca che farà compagnia alla sorellina che ha ormai 2 anni.

Cos’è INTERSOS? 

La migliore presentazione la trovate sul nostro sito (http://www.intersos.org/) che è stato anche rinnovato di recente. Ciò che maggiormente connota l’organizzazione è senz’altro l’impegno nelle situazioni di emergenza umanitaria e in particolare in quei contesti di crisi a seguito di conflitti armati o calamità naturali che sono caratterizzati da grossi spostamenti di persone: sfollati o rifugiati. E’ in queste zone che i nostri operatori  lavorano per dare risposte immediate, portando soccorso alle popolazioni civili e cercando di avviare contemporaneamente anche azioni per favorire il ritorno alla normalità della vita, la ripresa del dialogo, il consolidamento della pace, la ricostruzione e lo sviluppo.

Di cosa mi occupo?

Seguo a 360 gradi ciò che riguarda le risorse umane. Andando per attività generali si può dire: reclutamento e selezione, formazione prima della partenza e debriefing dopo le missioni, job design e job description, gestione del personale espatriato (contratto, sviluppi professionali, riposi, policy generali gestione conflitti ecc…), valutazione della performance, retribuzioni e benefit. Quello che più interessa questo spazio è sicuramente la parte di recruitment e selezione ma per chi volesse approfondire altri aspetti è possibile farlo.

Che profili ricerchiamo?

Consapevole che è una semplificazione per molti versi inesatta credo che si possano distinguere 2 tipi di profili generali: ruoli con una prevalenza della componente tecnica e ruoli con una prevalenza della componente gestionale.

Al primo tipo appartengono posizioni quali: tecnici delle costruzioni (architetti, geometri o ingegneri civili), water and sanitation expert (ingegneri idrici, idrogeologi e simili), amministratori (laureati in economia o persone con esperienza nella gestione economica e finanziaria di progetti), agronomi e logisti. 

Nella seconda categoria rientrano i ruoli di field officer, capo progetto, coordinatore di programma e capo missione.

Ci sono poi ruoli ibridi, figure gestionali che richiedono comunque conoscenze approfondite in ambiti specifici. Penso ai ruoli di protection officer, responsabile dei servizi comunitari o alle figure nel campo dell’educazione o del SGBV.

Alcune considerazioni:

  • Il ruolo del cooperante si è progressivamente professionalizzato negli ultimi anni e va pensato come un vero e proprio “mestiere” con le sue conoscenze e competenze specifiche. Non è più possibile pensare di lavorare in questo settore solo sulla base di uno slancio a fare del bene, per quanto encomiabile e necessario.
  • I ruoli gestionali prevedono sempre la responsabilità di uno o più progetti, sia nella parte di attività che amministrativa/finanziaria. In genere le persone senza una pregressa esperienza di cooperazione internazionale sul campo sono difficilmente candidabili per questi ruoli.
  • Chi ha un profilo prevalentemente tecnico può essere impiegato con più facilità anche se la sua esperienza professionale si è svolta in Italia e non sul field. Per i “tecnici” è più semplice fare quella prima esperienza di campo che invece è spesso vissuta come un grosso ostacolo per chi ha un background più gestionale. 
  • Tutti i ruoli da espatriato sul field prevedono il coordinamento di staff locale, la supervisione delle attività piuttosto che la loro implementazione diretta e relazioni a vari livelli con autorità locali e finanziatori. Questo vale anche per i tecnici. Non è quindi possibile prescindere da competenze gestionali indipendentemente dal ruolo che si ricopre.

Quali sono i requisiti minimi ed essenziali che ricerchiamo in un cooperante?

Per poter ricoprire un ruolo che prevede delle responsabilità su un progetto presso una missione all’estero ci sono alcuni requisiti trasversali, conoscenze e competenze che devono essere presenti come base minima in ogni candidato. Per quanto riguarda Intersos sono i seguenti:

  • ottima padronanza della lingua inglese (o francese in alcuni casi) sia orale che scritta.
  • Conoscenza delle procedure, dei meccanismi di gestione e di finanziamento di almeno uno dei principali donors internazionali (UNHCR, UNICEF, Unione Europea, MAE, FAO, OCHA, UNDP, UNMAS, UNOPS, WFP, WHO).
  • Competenze di base nella gestione dei progetti di cooperazione internazionale: analisi dei bisogni, elaborazione di un concept paper e di un logical frame work, scrittura di un progetto, stesura di un budget, reportistica e rendicontazione. 
  • Padronanza dei principali strumenti informatici.
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Tags: 
Intersos
cooperazione internazionale
emergenze umanitarie
risorse umane

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