L’abbinamento fra migrazione e sviluppo non è certamente nuovo. Le dinamiche a cui assistiamo ciclicamente fra una sponda e l’altra del Mediterraneo, ci descrivono chiaramente come il sotto-sviluppo e lo sviluppo stiano alla base dei flussi migratori e, viceversa, quanto questi flussi abbiano un impatto sullo sviluppo e il sotto-sviluppo in entrambe le sponde del mare. Va considerato però che il fenomeno migratorio è antico e complesso: la voglia di sopravvivere o di migliorare le proprie condizioni di vita ha sempre rappresentato la molla che spinge l’uomo a cercare altrove nuove opportunità. La novità di quest’ultimo mezzo secolo è data sia dalla maggiore evidenza della disparità di vita nelle varie parti del mondo che da una più agevole mobilità internazionale e dall’accelerarsi di fenomeni globali come il cambiamento climatico.
Ci sono ben oltre 257.7 milioni di migranti internazionali nel mondo, pari al 3,4% della popolazione mondiale. Se riunissimo idealmente tutti i migranti in uno stesso paese, questo sarebbe il quinto paese più popolato del pianeta. Contestualmente, il flusso globale delle rimesse cresce in maniera esponenziale e ha raggiunto i 596 miliardi di dollari nel 2017. Il flusso delle rimesse dei migranti nei loro paesi di origine è circa tre volte la somma destinata dalla Cooperazione internazionale e questo fa capire l’entità del fenomeno in termini finanziari e di impatto sullo sviluppo. La cooperazione internazionale si interroga da almeno 30 anni sul nesso fra migrazione e sviluppo: dapprima si pensava che gli aiuti allo sviluppo dei paesi di origine avessero l’effetto di ridurre i flussi migratori. Lo slogan allora era “più cooperazione allo sviluppo per meno migrazione”, oggi ripreso nel dibattito politico con lo slogan “iutiamoli a casa loro”. Negli ultimi decenni si stanno sperimentando nuove strategie e paradigmi per associare efficacemente fenomeno migratorio e politiche di cooperazione internazionale. L’emigrato viene valorizzato come vettore di sviluppo sia nelle comunità di origine che in quelle di arrivo, in un certo senso capovolgendo la logica precedente e proponendo adesso “più migrazione per meno cooperazione allo sviluppo”. Approccio questo più realistico e consono ad una consapevolezza dell’interdipendenza planetaria e secondo il quale favorire la libertà di movimento e la possibilità di usufruire delle opportunità al di fuori dalle comunità di origine sembra più appropriato e dove gli stessi migranti svolgono oggi una funzione transnazionale di veri e propri agenti di sviluppo. D’altra parte emergono nuove sfide, come quella del cambiamento climatico, che richiedono un revisione dei vecchi standard di categorizzazione delle migrazioni e nuove politiche di adattamento e gestione dei flussi nel quadro del perseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile.
Il corso vuole fornire una panoramica di base completa su questo tema, utile al futuro approfondimento delle varie tematiche che verranno esposte.
Corso utile al conseguimento del Diploma in "Sviluppo e cooperazione internazionale".
Javier Schunk - Dopo la laurea in Ingegneria meccanica ottenuta in Argentina si è dedicato al campo della Cooperazione internazionale a partire da una prima esperienza sul campo in Senegal fatta fra il 1988 e il 1990 all’interno di un progetto di cooperazione promosso dall’ONG CISV di Torino e finanziato dal Ministero degli affari esteri italiano.
Nel 1995 partecipa al primo corso per operatori civili di azioni di Peacekeeping presso la Scuola Sant’Anna di Pisa, esperienza che lo porta a realizzare varie missioni di monitoraggio elettorale nei Balcani fra il 1996 e il 2000 in collaborazione con l’OSCE e il MAE.
Dopo l’esperienza sul campo, è passato a ruoli di project manager in seno all’ONG di Torino fino a quando diventa Coordinatore dell’intero settore progetti nel 1994, ruolo che ricoprirà fino al 2003.
Venerdì 8 marzo 2019
Ore 9.30 - 11.00
Introduzione: concetti fondamentali e definizioni preliminari. Le cifre della migrazione internazionale. Principali caratteristiche del fenomeno migratorio a livello internazionale. Push e pull factors. Trend recenti.
Tana Anglana, Migration and development expert
Ore 11.30 - 13.00
Migrazioni nel mondo e focus sul Mediterraneo.
Il Mediterraneo: una regione a flussi misti. Analisi dei più recenti e importanti passaggi politici in Europa e in Italia sul tema migratorio.
Tana Anglana
Ore 14.00 - 15.30
L’Italia (paese di emigrazione, immigrazione e transito) al centro di processi europei e internazionali. Le risposte istituzionali rispetto al nuovo scenario di mobilità.
Tana Anglana
Ore 15.30 - 17.00
La prospettiva transnazionale. Storie e caratteristiche, strategie e buone pratiche.
Il ruolo della diaspora per lo sviluppo: descrizione di progetti, lezioni apprese e raccomandazioni. Focus sui cambiamenti previsti dalla nuova legge sulla Cooperazione allo Sviluppo.
Tana Anglana
Ore 17.00 - 18.30
La prospettiva interna. Le migrazioni nei contesti di arrivo: La costruzione identitaria, i paradigmi dell'integrazione. Le reti associative fra i migranti e l’importanza del primo Summit Nazionale delle diaspore.
Tana Anglana
Sabato 9 marzo 2019
Ore 9.30 - 11.00
L'impatto positivo e negativo della migrazione nei paesi di origine: il fenomeno migratorio e l'impatto sullo sviluppo nei paesi di provenienza (rimesse culturali, sociali e finanziarie, dal brain drain al welfare drain) nel quadro del trans-nazionalismo.
Andrea Stocchiero, CeSPI
Ore 11.30 - 13.00
La nuova frontiera: il rapporto tra cambiamento climatico e migrazioni, i flussi misti dei migranti, le nuove categorie dei rifugiati climatici e migranti ambientali, le sfide su adattamento e gestione dei flussi in una chiave di sviluppo sostenibile.
Andrea Stocchiero
Ore 14.00 - 15.30
La politica europea e italiana sul co-sviluppo: dal Global approach al Piano de La Valletta con il Trust Fund emergenza migrazioni Africa, dal Migration Compact al Global Compact for Migration
Andrea Stocchiero
Ore 15.30 - 18.30
Esercitazione su progettare il Co-sviluppo: case study su Migration e sviluppo
Javier Schunk, ISPI