Il marchio della persecuzione | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri ristretti
    • Conferenze di scenario
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri ristretti
    • Conferenze di scenario
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

Il marchio della persecuzione

Inviato da ISPI il Mer, 23/07/2014 - 11:22
I cristiani di Mosul tra paure e resistenza
23 luglio 2014

Una semplice lettera che può fare la differenza tra la vita e la morte, tra la persecuzione e una (relativa) libertà. Succede nella regione di Mosul, in Iraq, da settimane sotto il controllo del gruppo estremista ISIS (Islamic State in Iraq and Syria), ora autorinominatisi semplicemente IS (Islamic State). Le autorità che fanno capo all’autoproclamatosi califfo Abu Bakr Al-Baghdadi hanno infatti ordinato la persecuzione dei cristiani, costretti ad affrontare la scelta tra l’immediata conversione o la morte. Le loro proprietà e le loro abitazioni sono state perciò contrassegnate da una singola lettera dell’alfabeto arabo, la  “Nun”, il corrispettivo della nostra “N”, la lettera iniziale della versione coranica della parola “cristiano”, Nasrani (Nazareno).

Molti tra i cristiani di Mosul, una comunità che anticamente contava decine di migliaia di membri e che è tra le più antiche della cristianità, sono fuggiti in queste settimane lasciando la città praticamente priva della sua comunità cristiana dopo quasi duemila anni. L’ignominioso marchio “N” è diventato però il simbolo della loro lotta di questa comunità per ottenere attenzione mediatica in giorni in cui le televisioni di tutto il mondo si dividono tra Gaza e l’Ucraina. Su twitter sono nati alcuni hashtag come #WeAreN, #IamNasrani o #ن  . Intanto a Baghdad la scorsa domenica circa 200 musulmani hanno partecipato alla messa nelle chiese nell’est della capitale marchiandosi con la scritta “Io sono cristiano” e pregando in solidarietà con i loro connazionali cristiani perseguitati.

Momenti di grande umanità, ma che sembrano gocce nell’oceano nella più grave crisi che il paese ha vissuto nella sua storia recente.     

 

  Torna al BLOG   

Tags: 
Iraq
cristiani
mosul
isis
IS
Baghdad

Dedicato al Mediterraneo e al Medio Oriente, MedShake nasce dall’esigenza di dotarsi di uno strumento agile, giovane e innovativo che aiuti a comprendere al meglio la realtà di questa regione in profonda trasformazione da molteplici punti di vista. Cultura, società, media, incontri e scambi attraverso il Mediterraneo, di questo si occupa MedShake con il contributo degli esperti e dei suoi lettori.

Leggi anche

  • 24 novembre 2015
    Mabrouk: pastore, vittima del terrorismo e simbolo di un paese che fatica a cambiare
  • 23 ottobre 2015
    Il Libano dopo "You Stink"
  • 20 ottobre 2015
    The bored Jihadi
  • 25 settembre 2015
    Due navi per Sisi
  • 10 settembre 2015
    Isis è la conseguenza, non la causa
  • 25 Agosto 2015
    Beirut Calling
  • 19 Agosto 2015
    The "Oman Connection"
  • 30 luglio 2015
    Il caso Jonathan Pollard
  • 28 luglio 2015
    La guerra della legittimità
  • 20 luglio 2015
    Il Corano secondo Bashar al-Assad

Categorie

  • Dentro la notizia
  • Donne e Mediterraneo
  • Jihadistan
  • Media e Cultura

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157