
Che a ispirare la nuova passione della politica mediorientale per le due ruote sia stato il precursore ex-premier italiano ed ex-presidente della Commissione europea Romano Prodi è difficile dirlo. Certamente lui fu il primo a lanciare il simbolismo del politico in bicicletta in Italia, seguito poi da molti altri (non da ultimo dall’attuale primo ministro Renzi). In ogni caso sta di fatto che da qualche tempo le due ruote stanno entrando a far parte anche del simbolismo politico mediorientale come mai prima d’ora.
Per ora, a dire il vero, i precedenti sono solo due, ma i protagonisti sono così di primo piano da rendere la bicicletta già un simbolo in ascesa. Il primo è certamente il feldmaresciallo – e, con ogni probabilità, futuro presidente egiziano – Abdel Fattah al-Sissi, che poche settimane fa ha sfilato per le strade del Cairo in bici da corsa e tuta variopinta poco dopo aver comunicato ufficialmente la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. La notizia e le immagini hanno colpito molti, poco abituati a veder apparire politici arabi in formato così “popolare” o perfino “ecologico”.
A poche settimane dal primo, clamoroso, precedente si è registrata ieri 13 aprile la scampagnata su due ruote del Presidente della Repubblica turca Abdullah Gul, il quale è apparso con tanto di caschetto e mountain bike circondato da uno stuolo di giornalisti e guardie del corpo. Ufficialmente il gesto è stato compiuto dal Presidente turco per sponsorizzare una manifestazione ciclistica nazionale che avrà luogo nei prossimi mesi e che dovrebbe diventare una sorta di “Giro d’Italia” turco. Di sicuro le immagini della scampagnata hanno certamente anche giovato all’immagine del presidente Gul che alcune fonti vorrebbero da molti mesi in silenzioso contrasto con il premier Erdogan e il cui partito Akp – lo stesso del primo ministro – è scosso da mesi da instabilità e scandali.
Al momento non siamo in grado di misurare l’impatto sull’opinione pubblica della nuova politica mediorientale a due ruote. Certamente ci auguriamo che serva a stimolare l’uso della bicicletta e la costruzione di piste ciclabili in due paesi dove non sono quasi per nulla presenti. Noi, nel frattempo, ci limitiamo a premiare Gul contro al-Sissi sulle scelte in merito alla tuta da bici..