
Tamarrud (disobbedienza), il movimento che da mesi raccoglie firme per chiedere le dimissioni del presidente egiziano Mursi, è nato criticando espressamente i metodi tradizionali di contestazione politica utilizzati finora dall’opposizione egiziana. “La protesta si è chiusa nella piazza, ha alienato la gente comune, e si è troppe volte fatta violenta”, ha detto in più occasioni Mahmoud Badr, portavoce del gruppo. La raccolta delle firme, le assemblee, il volantinaggio, sembrano invece aver avuto molto più successo nel coinvolgimento delle persone. Il numero delle firme raccolte dalla petizione finora oscillerebbe infatti dai 15 ai 18 milioni.
Ma il movimento è andato anche oltre. L’ironia è certamente strumento potente e pacifico; e se unita alla tecnologia può fare grandi cose. Da queste considerazioni è probabilmente nata la App di Tamarrud per i telefoni Androyd, nella quale un anonimo eroe corre su e giù per le strade di una affollata città raccogliendo quante più firme possibile. Egli però deve cercare di evitare delle pecore che si aggirano per le vie, che ogni volta che lo bloccano gli fanno sentire tratti dei discorsi del presidente egiziano. I programmatori ironizzano in questo modo sui supporter di Mursi, chiamati dall’opposizione "pecore", appunto.
Di certo c’è da aspettarsi una risposta a questa provocazione ”ironico-tecnologica”. I giovani della Fratellanza musulmana – che con altri gruppi islamici hanno fondato un contro-movimento chiamato Tagarrud (il Buon Agire islamico) – non sono infatti meno noti per le loro capacità nell’uso della tecnologia, ed è probabile che non faranno passare molto prima di lanciare sul web una contro-App.
Si spera solo che anche il 30 giugno, giorno dell’anniversario dell’elezione di Mursi in cui si aspettano grandi manifestazioni da entrambi gli schieramenti, lo scontro si saprà mantenere sull’ironia e la creatività senza sfociare, come temono molti, nella violenza degli scontri di piazza.
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