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Affreschi

Gli interventi più antichi, precedenti alle committenze del Maresciallo, sono localizzati nell'ala settentrionale del Palazzo: nell'appartamento della marchesa, due ambienti non hanno coperture a volta, ma soffitti lignei piani cassettonati, dipinti a tempera con fregi, in cui ai paesaggi affrescati seicenteschi sono riservate le fasce sottosoffitto.

 


Saletta del Consiglio, Veduta panoramica seicentesca

 

A un periodo successivo risalgono invece gli affreschi dell'ala meridionale: l'ambiente oggi noto come "Sala della musica" - per i trofei in stucco con strumenti musicali sulla volta - ha una medaglia ad affresco, attribuita a Pietro Maggi, di soggetto allegorico: La Temperanza, la Prudenza, la Giustizia e la Fortezza scacciano la Calunnia al cospetto di Giove.

 


Sala della Musica, Pietro Maggi, Scena allegorica

 

Alla mano del Borroni può essere riferito un altro affresco raffigurante l'Apoteosi di Ercole, ubicato in una delle sale retrostanti la galleria del Tiepolo che componevano l'appartamento di parata.
Tipici del Borroni sono sia i putti svolazzanti, sia le figure allegoriche femminili (la Fama e la Gloria ).
Fra gli ambienti dell'appartamento del marchese, in quello oggi noto come sala della Presidenza, c'è un altro affresco del Borroni, raffigurante una Scena olimpica con il ratto di Ganimede, entro quadrature animate da voli di puttini e monocromi su fondo dorato.

 


Giovan Angelo Borroni, Il rapimento di Ganimede, dopo i restauri effettuati
dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano

 

È di Mattia Bortoloni, artista che interpreta in modo ironico e disincantato i grandi temi storici, mitologici e allegorici, l'Apoteosi della sala antistante a quella della Presidenza: qui il personaggio glorificato, circondato da una schiera di divinità olimpiche (Minerva, Giunone, Venere, Apollo e, sullo sfondo, Giove) è un giovane. L'opera ha probabilmente un intento celebrativo del committente Antonio Giorgio e forse, per la presenza di Venere e Giunone pronuba, anche della sua sposa Fulvia Visconti.
Nella sala attigua, la composizione sulla volta è abitualmente interpretata come Eolo e i Venti o Allegoria dei Venti. Benché sia molto danneggiata dall'umidità, si possono riconoscere, nelle due figure centrali, i venti Aura e Zefiro. Attribuibile sempre al Bortoloni è l'affresco sulla volta della "galleria dei quadri", una vasta composizione celebrativa, purtroppo appesantita da ridipinture. Il personaggio principale sulla destra è una figura femminile coronata sotto un baldacchino: date le vicende biografiche di Antonio Giorgio,
la cui carriera militare e diplomatica si svolse al servizio della dinastia asburgica, il soggetto può essere interpretato come una glorificazione dell'Austria e del "Buon Governo" dell'illuminismo teresiano.


Mattia Bortoloni, Apoteosi

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