Pubblicato su ISPI (https://www.ispionline.it)

Home > I cristiani di Siria sperano in un armistizio

I cristiani di Siria sperano in un armistizio

Martedì, 21 gennaio, 2014 - 00:00

L'appoggio delle chiese mondiali

Di fronte alla furia sempre più cieca che sta caratterizzando il conflitto civile siriano, le chiese cristiane di tutto il mondo scelgono di unire le proprie voci, consegnando al rappresentante delle Nazioni Unite per la Siria, Lakhdar Brahimi, e a tutti i protagonisti della conferenza denominata Ginevra II, un documento-manifesto per il raggiungimento di “una pace giusta”. Perché della guerra che sta facendo della Siria terra bruciata – scrivono una trentina di alti esponenti cristiani di Medio Oriente, Vaticano, Russia, Stati Uniti e nazioni europee, appartenenti alle confessioni anglicana, cattolica, ortodossa e protestante – una soluzione militare “non esiste”, come ormai appare evidente ai più. 

Così il Consiglio mondiale delle chiese cristiane (Wcc), anch’esso con sede nella città svizzero-francofona, denuncia: mentre le parti in campo si fronteggiano con risorse tecnico-logistiche senza confini, l’emergenza umanitaria non fa che aggravarsi, «bisogna assicurare alla popolazione l’assistenza umanitaria». I leader cristiani, dunque, pur assicurando “il pieno sostegno” alla difficile missione dei partecipanti alla Conferenza di Ginevra, ritengono di poter giocare un ruolo diplomatico-politico nel rappresentare «la maggioranza silenziosa dei siriani che vuole la pace» e «mobilitare l’opinione internazionale». Non c’è dubbio, infatti, che la rivolta anti-Assad esplosa nel marzo del 2011 abbia poi rapidamente preso una piega del tutto differente dall’anelito democratico degli inizi, con brutalità di ogni sorta a tutto campo. 

Le minoranze religiose nel mirino

Il 2013 è stato testimone di un accanimento particolare nei confronti delle minoranze etnico-religiose e della popolazione civile. Isolando il caso cristiano, i numeri sono continuamente da aggiornare al rialzo e il margine di errore è pure elevato: tre anni fa, si calcolava che i cristiani siriani fossero circa due milioni su una popolazione di 22 milioni. Di fatto, un 10% della cittadinanza articolato al proprio interno in una decina di chiese, fra cui le principali comunità erano quella greco-ortodossa, ortodossa siriaca, maronita cattolica, melchita, armena, di rito latino. 

Una galassia di voci polverizzata dalla guerra e ora per un terzo almeno – per alcune fonti anche due terzi – sfollata all’interno del paese o nelle nazioni limitrofe. Molti fuggitivi, però, nel timore che richiedere lo status di rifugiato Onu significhi esibire la propria fede minoritaria in paesi comunque a maggioranza musulmana, preferiscono confondersi nella massa degli sfollati senza identità. E quindi la quantificazione risulterebbe al ribasso.

Alle spalle degli sfollati cristiani rimangono villaggi e cittadine del nord e nord-est siriano ormai fantasma; e agglomerati urbani un po’ ovunque nel paese diventati celebri per sanguinari fatti di cronaca: Aleppo in primis, prima assediata dalle forze lealiste, poi dai jihadisti del cosiddetto fronte al-Nusra; poi Raqqa, teatro del rapimento di padre Paolo Dall’Oglio; e ancora la mediterranea Latakia, le cittadine Der Ezzor, Tel Abiad, Sadad. L’ultimo, documentato, episodio di cieca intolleranza risale all’8 gennaio scorso, ma i mezzi di comunicazione internazionale ne hanno ricevuto riscontro solo una settimana fa: come ricostruito dall’agenzia di stampa Fides, lungo la strada che collega Homs al villaggio cristiano di Marmarita un gruppo di cinque jihadisti armati ha intercettato un mezzo su cui viaggiavano due giovani sacerdoti, Firas Nader (29 anni) e Fadi Matanius Mattah (34 anni). Fermato il veicolo con colpi di arma da fuoco, i miliziani, notata la croce al collo di Fadi, lo hanno decapitato, piantando poi il crocifisso nel petto. Firas, testimone oculare di quanto avvenuto, si è salvato perché creduto morto nella sparatoria. Fatti come questo sembrano confermare quanto denunciato dalla fondazione pontificia “Aiuto alla chiesa che soffre”, secondo cui quella in atto in Siria è «una delle peggiori persecuzioni sopportate dai cristiani in questo scorcio del terzo millennio».

La nuova Siria

I cristiani pagano il loro tiepido sostegno alle som-mosse anti-regime, si è detto, ma ormai anche questa versione sembra superata da un nuovo scenario: il confluire nel paese mediorientale destabilizzato di tutti i gruppuscoli jihadisti regionali, accomunati dal progetto di un grande stato islamico, meglio ancora di un califfato. Una nuova Siria in cui avrebbero posto solo i sunniti, e neanche tutti, mentre qualsiasi voce dissenziente sarebbe spazzata via in quanto “infedele”. 

Una prospettiva agghiacciante anche oltre i confini della Siria: i cristiani orientali ormai sono poco più di 10 milioni, mentre i musulmani sciiti, che hanno retto le redini siriane con il clan alawita degli Assad, hanno vita facile solo in Iran (la minoranza è stimata in un terzo dell’islam mondiale) e Libano. 

In un’intervista al quotidiano britannico the Guardian, il cristiano Jihad Makdissi, portavoce del Ministero degli Esteri siriano fino al 2012, fuggito all’estero come numerosi esponenti politici vicini al regime di Damasco, ha recentemente spiegato: «Nessuno finora è ruscito a leggere davvero bene la reale posizione dei cristiani siriani», che innanzitutto «sono siriani» e «non fiancheggiatori di una parte contro l’altra». 

I «cristiani di Siria hanno creduto in un cambiamento inevitabile nel paese, ma sostenevano un’evoluzione, non una rivoluzione armata». Ora l’auspicio di rappresentanti religiosi e figure politiche cristiane è che Ginevra II apra una chance di armistizio, una finestra spazio-temporale in cui le minoranze ritrovino il coraggio di parlare. Ed eventualmente l’energia per agire «da ponte fra le diverse comunità», auspicava Mak-dissi dall’esilio di Dubai.

Federica Zoja, esperta di Nord Africa e Medio Oriente, collaboratrice del quotidiano Avvenire.
 
VAI AL DOSSIER
 

URL Sorgente (modified on 24/06/2021 - 20:39): https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/i-cristiani-di-siria-sperano-un-armistizio-9717