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Crisi gas: corsa ai ripari

Mercoledì, 22 giugno, 2022 - 14:30
Il mondo in tasca

Dacci un taglio

L’Europa si prepari allo stop totale del gas russo. Questo l’avvertimento fatto oggi dell'Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) secondo cui i tagli delle forniture delle scorse settimane non sono giustificati da problematiche tecniche come riferito da Mosca. Ma sarebbero parte di una precisa strategia del Cremlino: evitare che l'Europa riempia i suoi stoccaggi ora pieni al 55% (vs una media del 51% negli ultimi quattro anni) così che sia facilmente ricattabile il prossimo inverno.

Non serviva certo la IEA per rendersi conto della progressiva chiusura dei flussi di gas russo verso l’Europa. Solo nell’ultimo mese si sono ridotti del 40% e sono ora pari a meno della metà del precedente minimo. Proprio quando il prezzo del gas era tornato sotto quota 80 euro per megawattora.


27 sotto un tetto?

I continui tagli di Mosca hanno spinto il prezzo dei futures del gas europeo nuovamente verso quota 130 euro. Con un balzo di un terzo questo mese e a livelli quattro volte superiori a quelli di un anno fa. Normale che, di fronte a questo rincaro, nel dibattito europeo torni attuale la proposta italiana di introdurre un tetto (intorno ai 90 euro al megawattora) al prezzo del gas russo.

Se ne potrebbe parlare domani al Consiglio Europeo. Dove resta lo scetticismo soprattutto dell’Olanda ma non più della Germania: Draghi avrebbe convinto Scholz durante il viaggio in treno per Kiev. Mentre l’endorsement della Commissione era condizionato al verificarsi di uno scenario di interruzione improvvisa del gas russo. Non così lontano da quello odierno.


Coal-izione

Mettere un tetto al prezzo del gas non basterà ad assicurarsi forniture sufficienti per un inverno tranquillo anche senza gas russo. Ecco perché Svezia e Danimarca hanno ieri annunciato (come già Austria e Paesi Bassi) la prima fase dei rispettivi piani energetici emergenziali. Mentre in Germania e Italia si studia un passaggio alla seconda fase: quella di allarme. 

Niente razionamento in vista ma via libera a un ritorno del carbone. A Berlino, si sta lavorando a riattivare le centrali elettriche a carbone inattive aumentando di circa un terzo la dipendenza da questa fonte di energia. Mentre a Roma, Cingolani ha dato l’ok per l'acquisto di carbone in misura sufficiente all'eventuale massimizzazione delle centrali a carbone.

Miopia o inevitabile pragmatismo?


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