La Tap e l'Italia: le opportunità di una nuova infrastruttura d'importazione
Abstract
La Trans Adriatic Pipeline (Tap) rappresenta uno dei più rilevanti sviluppi infrastrutturali emersi negli ultimi anni nel panorama energetico italiano. Una volta realizzato, infatti, il gasdotto garantirebbe l’importazione di 8 miliardi di metri cubi (Gmc) di gas naturale all’anno dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaigian. Si tratta di una quantità molto significativa, ben superiore al 10% dei consumi annuali italiani e dunque in grado di accrescere la sicurezza energetica italiana, soprattutto in un’epoca di perdurante instabilità lungo altre due importanti direttrici di approvvigionamento del nostro paese, quella nord-africana e quella russo-ucraina.
Naturalmente, la realizzazione di questa infrastruttura non è priva di costi, soprattutto per le comunità locali che ne verrebbero coinvolte direttamente – è previsto che il gasdotto raggiunga l’Italia in provincia di Lecce presso il comune di Melendugno – e quindi è importante valutare bene se i benefici che l’opera garantirebbe al Paese sono sufficienti o meno a giustificarne la costruzione.
In quanto segue ci proponiamo perciò di descrivere brevemente le caratteristiche del progetto infrastrutturale e successivamente di analizzare i motivi per cui se ne ritiene importante la realizzazione. Infine, si prendono in considerazione le condizioni che dovranno essere soddisfatte affinché i benefici della TAP si possano dispiegare pienamente e se ne dà una sommaria valutazione.