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Legislative francesi: rebus maggioranza

Lunedì, 20 giugno, 2022 - 14:30
Il mondo in tasca

Le Pen(e) di Macron

Terremoto politico nel secondo turno delle elezioni legislative in Francia. Per la prima volta in più di vent’anni, la coalizione del presidente neoeletto perde la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale. Rispetto ai 289 seggi necessari, Ensemble si ferma a 245: più parlamentari di qualsiasi altro partito ma 105 in meno rispetto alle elezioni di cinque anni fa.

Non è l’unica brutta notizia per Macron. Tre dei suoi ministri appena nominati sono stati sconfitti alle urne e dovranno ora abbandonare l’esecutivo. A conferma di un debole radicamento territoriale del partito, e di proposte economiche, come l'innalzamento dell'età pensionabile a 65 anni, bocciate dall’elettorato. Che si è rivolto tanto a destra quanto a sinistra.

 

Nouvelle vague

L’inedita alleanza tra socialisti, comunisti e verdi, guidata da Jean-Luc Mélenchon, si posiziona seconda, con 131 seggi. In crescita rispetto alle passate elezioni anche se l’obiettivo dichiarato era la maggioranza assoluta. Due i fattori dietro questo exploit: proposte opposte a quelle macroniane come la promessa di abbassare l’età pensionabile. E i voti di quel quarto di under 25 che non ha disertato il voto e che si è sentito tradito da una presidenza francese non particolarmente green friendly.

La vera vincitrice dell’elezione è però Marine Le Pen. Il suo Rassemblement National fino a oggi non poteva neanche formare un gruppo in Parlamento, contando solo 8 eletti. Che sono ora diventati 89: il più numeroso gruppo politico di destra nell'Assemblea nazionale.

 

Raggruppamento Nazionale?

Macron dovrà ora cercare la maggioranza alleandosi con altri partiti, come prima di lui De Gaulle, Mitterrand e Chirac. Ma quali partiti potrebbero soccorrere l'Eliseo? Tutte le strade portano ai Repubblicani, che già al ballottaggio per le presidenziali si erano schierati a favore di Macron e che condividono alcune delle sue ricette economiche. Ma il presidente del partito Républicains ha per ora gelato queste prospettive.

L’alternativa è un governo di minoranza per un anno, e poi nuove elezioni. Non proprio la stabilità interna che servirebbe a Macron per sostenere la sua ambizione di guida dell’Ue. Dove comunque anche gli altri principali leader si reggono su larghe coalizioni (Draghi e Scholz) ottenute dopo lunghe consultazioni (Sanchez).

L'ottenimento di una maggioranza assoluta in un’elezione europea sta diventando una chimera?


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