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Speciale Ucraina: le diverse posizioni degli alleati occidentali

Mercoledì, 26 gennaio, 2022 - 19:45
La crisi

Emmanuel Macron annuncia che parlerà venerdì con Vladimir Putin. Mentre monta la polemica per l’incontro virtuale del presidente russo con le imprese italiane.

 

Nel caso di un’aggressione russa all’Ucraina, le sanzioni nei confronti di Mosca potrebbero riguardare il presidente Vladimir Putin in persona. È questa l’ultima minaccia scagliata dal presidente americano Joe Biden in direzione del Cremlino mentre cresce la tensione sul fronte orientale dell’Ucraina dove, come ha detto la portavoce della Casa Bianca Jean Psaki, “un attacco potrebbe essere imminente”. Nei prossimi giorni sia la Nato che gli Stati Uniti invieranno a Mosca le risposte formali alle sue richieste di garanzie di sicurezza, che l’Alleanza atlantica e Washington hanno già precisato di non poter accettare. “Stiamo finalizzando le proposte della Nato. Invieremo un documento scritto entro questa settimana”, ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sottolineando che le proposte dell’Alleanza arriveranno in concomitanza con quelle degli Stati Uniti. “Siamo pronti a tutto”, ha fatto sapere dal canto suo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov secondo cui l’Occidente è in preda a “uno stato di frenesia militarista”. “Noi non abbiamo mai attaccato nessuno – ha chiarito il ministro – siamo sempre stati noi ad essere attaccati, e quelli che l'hanno fatto non se la sono cavata".

 

Il commento di Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo ISPI

 

Diplomatic update

Una svolta potrebbe arrivare da venerdì quando il presidente russo parlerà al telefono con il suo omologo francese Emmanuel Macron, che detiene la presidenza di turno al Consiglio dell’Unione Europea. Lo ha annunciato lo stesso Macron, al termine di un incontro a Berlino con il cancelliere Olaf Scholz in cui i due hanno ribadito che un’aggressione militare ai danni dell’Ucraina avrebbe “conseguenze gravi” ma al tempo stesso hanno ricordato che è importante continuare a lavorare insieme “a livello bilaterale, a livello Ue, Nato e Osce”. E proseguono i tentativi di mediazione diplomatica: oggi a Parigi si riunisce il quartetto nel formato cosiddetto ‘Normandia’ tra Ucraina, Russia, Francia e Germania. Sarà la prima volta che funzionari russi e ucraini – seppur di basso livello – si incontreranno faccia a faccia dall’inizio della crisi. E mentre Kiev cerca di rassicurare la popolazione dichiarando che “nulla fa pensare ad un’azione imminente” da parte russa, temendo che si diffonda il panico con conseguenze politiche ed economiche imprevedibili, dopo Usa e Regno Unito anche il Canada ha deciso di ritirare le famiglie dei diplomatici presenti in Ucraina.

 

La crisi vista dall’Europa

“Se ci sarà un’aggressione della Russia all'Ucraina, ci sarà una risposta e il costo per Mosca sarà molto alto”: ieri sera da Berlino Emmanuel Macron e Olaf Scholz hanno chiarito in conferenza stampa che in caso di aggressione all’Ucraina, da parte europea non ci saranno incertezze. Gli ha fatto eco il cancelliere tedesco affermando che “è importante lavorare insieme a livello bilaterale, a livello Ue, Nato e Osce”. Alternando la fermezza alla distensione Scholz ha aggiunto che “dobbiamo e possiamo lottare per arrivare ad una de-escalation”. E Macron ha annunciato che venerdì mattina avrà un colloquio telefonico con Putin per fare il punto della situazione. Ma se il presidente francese e il cancelliere tedesco hanno cercato di mostrare unità contro Mosca, Parigi e Berlino non sono esattamente sulla stessa linea d’azione. A dimostrarlo, lo scorso fine settimana, era stato il capo di stato maggiore della marina tedesca Kay-Achim Schönbach costretto a dimettersi dopo aver definito “sciocca” l'ipotesi di un'invasione russa e per aver dichiarato che “la Crimea è persa definitivamente e Putin merita rispetto”. La vicenda, che ha provocato non pochi imbarazzi al nuovo governo, ha messo in luce le diverse sensibilità all’interno della coalizione dell’esecutivo di Berlino, composta da socialdemocratici, verdi e liberali, ancora alla ricerca della loro ricetta per una nuova ostpolitik. 

 

La partita del gas

Per superare le resistenze di alcuni alleati europei tra cui la Germania, gli Stati Uniti hanno annunciato di aver avviato un dialogo con le principali compagnie energetiche globali per contrastare il rischio che un’eventuale adozione di sanzioni nei confronti di Mosca porti a tagli alle forniture di gas all'Europa. Il Vecchio Continente dipende infatti dal gas russo per il 40% dei suoi consumi mentre un altro 30% arriva dalla Norvegia e un 30% da Libia e Algeria. Se Mosca decidesse di ridurre le forniture energetiche allo scoppiare di un conflitto, l’Europa si troverebbe a corto di gas naturale nel bel mezzo dell’inverno. Col rischio, già molto concreto dopo i rialzi senza precedenti degli ultimi mesi, che molti impianti si trovino costretti a fermarsi per l’impossibilità di produrre a costi così elevati. Il gas che dovrebbe essere dirottato verso l'Europa a bordo di navi cargo sarebbe in gran parte sotto forma di gas naturale liquefatto (GNL), ma il progetto presenta non pochi ostacoli e interrogativi. Non solo riguardo le quantità di GNL da importare, ma anche – una volta che le navi avessero sbarcato il carico nei rigassificatori – sulle reti di trasporto e distribuzione, considerate insufficiente ad assicurare una piena sostituzione dei flussi russi. Assieme alla Germania, l’Italia – che importa circa il 90% del gas che consuma – appare tra i paesi europei più esposti alla crisi ucraina.

 

Il caso Italia

Ma non è solo il gas a preoccupare l’Italia. Fa discutere che, con il rischio di una guerra alle porte dell’Europa, Vladimir Putin abbia partecipato oggi in videoconferenza ad un incontro con i responsabili di alcune grandi società italiane per discutere delle relazioni e “le prospettive di un'ulteriore espansione dei rapporti d'affari” tra i due paesi. “Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che le aziende energetiche italiane continuano a collaborare con Gazprom sulla base di contratti a lungo termine e oggi hanno la possibilità di acquistare gas a prezzi inferiori, direi, molto inferiori a quelli di mercato” ha affermato il leader russo secondo cui ci sono “serie prospettive” per espandere la partnership commerciale tra Mosca e Roma in altri settori dell’energia. Nei primi 9 mesi del 2021 – riferisce l’agenzia AskaNews – la bilancia commerciale tra Russia e Italia ha superato quota 20 miliardi di dollari, segnando un aumento del 43,89% rispetto allo stesso periodo del 2020. Eppure, secondo Bloomberg, alla luce delle tensioni in Ucraina e della necessità di mostrare un fronte europeo compatto, il governo italiano avrebbe chiesto poche ore prima che il vertice fosse annullato. Circostanza smentita dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che ha detto di non essere al corrente di appelli da parte del governo italiano alle imprese affinché non partecipassero all’incontro odierno. “I resoconti dei giornali costano poco ai nostri tempi – ha detto Peskov – non abbiamo sentito alcuna dichiarazione ufficiale dal governo italiano su questo argomento”.

 

 

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A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications) 


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