FOCUS - Frenate e riprese africane a macchia di leopardo
Per ora l’Africa è stata meno toccata di altre regioni del mondo dalla pandemia, ma il rischio di nuove ondate è sempre elevato. Nel 2020 il Continente è entrato in recessione, evento unico in 20 anni. Ora la ripresa si consolida, ma permangono disparità tra Paesi. Il ruolo centrale della comunità internazionale per sconfiggere la pandemia e sostenere una crescita sostenibile di lungo termine
di Giovanni Carbone, ISPI e Università di Milano
ENERGIA - Accordo sull'idrogeno tra Marocco e IRENA
Il 14 giugno 2021 IRENA, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, per il tramite del suo direttore generale, Francesco La Camera, e il governo del Marocco, rappresentato dal Ministro per l’Energia, le miniere e l’ambiente, Aziz Rabbah, hanno sottoscritto un accordo per la costruzione di una partnership strategica nel settore delle energie rinnovabili e della transizione energetica. Nello specifico, l’accordo prevede il supporto dell’agenzia allo sviluppo delle tecnologie di produzione di idrogeno verde, di cui Rabat mira a diventare uno dei principali esportatori regionali, attraverso l’elaborazione di studi scientifici – che attestino i vantaggi della promozione dell’idrogeno in termini di vantaggi socio-economici, tra cui la creazione di posti di lavoro e di nuove catene del valore – e l’introduzione di strumenti di policy. La definizione del quadro regolatorio per la promozione di investimenti energetici favorirà un più agile accesso agli strumenti finanziari previsti nel quadro della Coalition for Sustainable Energy Access e la Climate Investment Platform, e il coinvolgimento del settore privato attraverso modelli di cooperazione con il pubblico. Precedentemente, Rabat aveva facilitato, di concerto con la Commissione Europea, l’adozione del Collaborative Framework on Green Hydrogen di IRENA, pensato per promuovere infrastrutture, tecnologie e certificazioni necessarie allo sviluppo di un’economia globale green in cui l’idrogeno giochi un ruolo centrale. Il progetto di sviluppo dell’energia a idrogeno costituisce un tassello ulteriore a fondamento della leadership continentale del regno sul piano della lotta al cambiamento climatico: il Marocco dispone attualmente di una capacità energetica totale in rinnovabili di circa 3,5 GW; entro il 2050, la quota di energie rinnovabili nel Paese, secondo i programmi del governo, sarà elevata a oltre il 52% del totale, superando così gli impegni assunti in occasione della COP21 di Parigi.
PERCHÉ AFRICA WATCH
Con Africa Watch ISPI offre alle imprese italiane interessate allo sviluppo dell’Africa subsahariana informazioni su prospettive e opportunità che emergono sulla scena economica, evidenziando nuovi trend e settori di forte attrazione.
IL DATO
TECNOLOGIA - Droni per fermare l'HIV nelle zone remote dell'Uganda
Un progetto pilota dell’Infectious Diseases Institute (IDI), istituto di ricerca affiliato alla Makerere University, condotto di concerto con il Ministero della Salute di Kampala, l’Academy for Health Innovation e il centro sanitario di Bufumira, prevede l’utilizzo di droni per la distribuzione di farmaci anti-retrovirali in alcune zone tra le meno accessibili dell’Uganda. Si tratta di un’iniziativa potenzialmente rivoluzionaria, che dovrebbe consentire al sistema sanitario nazionale di fornire alle strutture e alle circa 70 comunità residenti nel distretto di Kalangala, sulle isole Ssese del Lago Vittoria – accessibili soltanto attraverso la navigazione, e in situazioni fortemente dipendenti dalle condizioni metereologiche – medicinali salvavita essenziali a controllare il virus dell’HIV, che nel Paese ha una prevalenza del 5,6% e a Kalangala invece registra un tasso di prevalenza del 18%, con picchi del 40%. Secondo quanto dichiarato dai vertici dell’Academy for Health Innovation, il progetto sarà esteso nei prossimi mesi alla regione settentrionale di West Nile. I droni sono progettati per reggere un carico del peso di 1kg e per percorrere fino a 150km – benché i viaggi-pilota coprano distanze di 10km circa. Ogni viaggio dovrà assicurare il trasporto di medicinali per oltre quindici persone, e saranno venti i viaggi programmati in un mese: questo permetterà di colmare, in parte, i gap di distribuzione che limitano l’accesso delle comunità insulari del lago ai trattamenti medici. Il rapporto costi-benefici del progetto sarà esaminato poi dal Ministero della Salute, che fornirà infine una valutazione definitiva. Al di là delle difficoltà di erogazione, a cui si cerca in questo modo di porre rimedio, restano tuttavia carenze strutturali relative alla disponibilità dei medicinali su cui il governo sarà chiamato a intervenire attraverso investimenti mirati.
L'ACCOUNT TWITTER
Development Reimagined
Un account utile per tenersi informati sulle attività della Cina in Africa.
ETIOPIA - Carestia del Nord e milioni di sfollati
Mentre il conflitto nella regione nord-occidentale del Tigray è a un momento di svolta, con la presa della capitale regionale Mekelle da parte delle forze fedeli al Tigray People’s Liberation Front (TPLF) che ha indotto l’esercito federale a ritirarsi da una parte dei territori precedentemente occupati e il governo a dichiarare un cessate-il-fuoco unilaterale, la popolazione tigrina soffre le conseguenze di una tra le peggiori emergenze umanitarie al mondo. Si tratta di una crisi alimentare indotta dalle ripercussioni del conflitto armato sulle attività produttive e di sussistenza – a causa della distruzione di risorse agricole e campi coltivati, della perdita di capi di bestiame, degli sfollamenti forzati, e del danneggiamento di infrastrutture critiche – oltre che dalle difficoltà di accesso dell’assistenza umanitaria ai territori sotto assedio: secondo le testimonianze di ONG presenti nella regione, spesso l’intervento umanitario sarebbe stato precluso deliberatamente dall’azione degli eserciti di Addis Abeba e Asmara. Secondo le stime della Integrated Food Security Phase Classification (IPC), circa 400.000 persone si trovano attualmente in situazione di carestia (livello 5), con un incremento di circa 50.000 unità nelle ultime settimane, mentre oltre 5 milioni di individui – il 70% della popolazione tigrina, soprattutto al confine con le regioni Amhara e Afar – vivono condizioni di crisi (livello 3) o di emergenza (livello 4), sull’orlo della catastrofe a causa dell’assenza di cibo; è di 33.000 unità, inoltre, il numero di bambini gravemente malnutriti. Ad oggi, il conflitto in Tigray ha causato quasi 2 milioni di sfollati interni.