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Ispi Watch

Africa Watch: sguardo sulla geo-economia di un continente in crescita

18 novembre 2021

FOCUS - Debiti zavorra per la ripresa africana

L’economia africana è stata colpita duramente dalla pandemia. Che, oltre a una crescita più lenta del previsto, lascia anche una pesante eredità in termini di indebitamento. Mentre lo spazio di manovra dei governi africani diminuisce, la comunità internazionale ha attivato iniziative ad hoc per sostenere la ripresa.

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di Giovanni Carbone, ISPI e Università di Milano, e Lucia Ragazzi, ISPI

 

INVESTIMENTI - Più fondi in vista per la transizione green

Che l’Africa si trovi in una posizione unica nel quadro delle discussioni sulla transizione energetica è ormai cosa assodata: pur essendo responsabile solo del 4% delle emissioni globali, con 600 milioni di abitanti senza accesso all’energia, il continente soffre le conseguenze più gravi del cambiamento climatico. La Banca Mondiale stima che gli interventi per favorire l’adattamento climatico costeranno fino a 50 miliardi di dollari annui nel prossimo decennio – un costo, comunque, molto più contenuto dell’enorme impatto economico potenziale dell’inazione, stimato a 2,9 trilioni di dollari per la sola Africa subsahariana. In questo contesto, i bisogni del continente in termini di transizione green, e la necessità di rilanciare l’economia dopo la battuta d’arresto del Covid-19, vengono valorizzati nelle grandi iniziative internazionali come opportunità per attuare un cambiamento strutturale, basato su innovazione, investimento sul capitale umano e creazione d’impiego, con ricadute positive non solo sull’ambiente ma sulla società nel suo complesso. A luglio l’Unione Africana ha lanciato il Green Recovery Action Plan (GRAP). Questo piano di ripresa, di durata prevista tra il 2021 e il 2027, si concentra sulle cinque aree prioritarie di finanza climatica, energia rinnovabile, agricoltura resiliente, green cities, e valorizzazione della biodiversità e nature-based solutions. L’iniziativa ha un approccio inter-istituzionale – prevedendo una cooperazione con partner internazionali, istituzioni panafricane, comunità economiche regionali e Stati membri – e sinergico con iniziative preesistenti, quali l’African Green Stimulus Programme (AGSP) e gli obiettivi identificati dall’Agenda 2063 dell’Unione Africana. Alla COP26 i leader africani hanno invocato un cambio di paradigma, passando da iniziative improntate alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico a un approccio proattivo di adattamento. Proprio alla COP26 si è raggiunto un accordo per facilitare la transizione energetica del Sudafrica verso fonti alternative al carbone (il cui uso rende il paese responsabile dell’1% delle emissioni globali). L’accordo prevede un partenariato con Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea, con un investimento di 8,5 miliardi di dollari nei prossimi 3-5 anni.

 

PERCHÉ AFRICA WATCH

Con Africa Watch ISPI offre alle imprese italiane interessate allo sviluppo dell’Africa subsahariana informazioni su prospettive e opportunità che emergono sulla scena economica, evidenziando nuovi trend e settori di forte attrazione.

LA MAPPA

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IL DATO

6%
è la percentuale di popolazione completamente vaccinata in Africa
Fonte: WHO, ottobre 2021
 

POLITICA ESTERA - Africa protagonista nell’agenda internazionale

Con gli appuntamenti del G20 di Roma e della COP26 di Glasgow, queste settimane sono state dense di incontri internazionali di alto profilo. Per l’Africa, l’agenda a venire resta intensa. A ottobre si è già tenuto a Kigali (Rwanda) il 2° meeting ministeriale Unione Africana-Unione Europea, a sua volta una tappa verso il 6° Summit UA-UE di Bruxelles che, inizialmente programmato nel 2020, è stato differito più volte a causa della pandemia ed è ora previsto per febbraio 2022. Il summit è molto atteso fin da quando, nel marzo 2020, la Commissione Europea aveva reso pubblica la proposta per una nuova strategia UE-Africa, e sarà l’occasione per meglio definire gli assi del partenariato tra i due continenti, ma anche per dare risposte convincenti alle nuove sfide emerse durante la pandemia. Ma i paesi africani hanno anche altro in programma. Tra il 28 e il 30 novembre si terrà a Dakar (Senegal) il Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC), un evento triennale ormai alla sua ottava edizione. Si tratta di un appuntamento particolarmente rilevante per il continente, che nella delicata congiuntura attuale presumibilmente verterà sull’accesso ai vaccini, sulle iniziative per il rilancio dell’economia, e sul tema del debito (la Cina è il primo tra i creditori bilaterali dell’Africa). Nel frattempo, nelle scorse settimane anche la Turchia ha rilanciato la sua politica – ormai consolidata – di grande attenzione nei confronti dell’area. A metà ottobre il presidente Recep Tayyip Erdogan ha intrapreso un viaggio che lo ha portato in Angola, Nigeria e Togo. La sua missione è stata seguita a stretto giro dal Turkey-Africa Business Council meeting tenutosi a Istanbul, al quale hanno partecipato oltre trenta ministri e diversi rappresentanti di organizzazioni regionali africane. Per dicembre si prepara invece il 3° Summit Turchia-Africa, a conferma che questa è un’area in cui Ankara vuole restare ben posizionata.

 

IL PERSONAGGIO

Carlos Lopes

Alto Rappresentante dell’Unione Africana per le Partnership con l’UE

IL REPORT

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EVENTI ISPI

Virtual Breakfast Briefing
in collaborazione con Assolombarda

Italia e Africa: nuove opportunità dopo la pandemia?

16 dicembre 2021, 8.30-9.30

 

IMPRESE - L’Italia si rilancia in Africa partendo dalle PMI

Il 7 e 8 ottobre si è tenuta a Roma la Conferenza ministeriale “Encounters with Africa” organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). L’evento è alla sua terza edizione, dopo le conferenze Italia-Africa del 2016 e 2018, e si colloca nel quadro di un processo di ampio corso, dall’avvio nel 2013 con l’Iniziativa Italia-Africa fino al recente Partenariato con l’Africa, lanciato nel dicembre 2020 dal MAECI. Con il titolo People, Planet, Prosperity, la conferenza di ottobre ha discusso i temi della transizione energetica, dell’adattamento al cambiamento climatico e della sicurezza alimentare, nell’ottica ormai consolidata che vede lo sviluppo sostenibile come strategia di risposta all’impatto della pandemia. Centrale è stata anche la riflessione sul ruolo delle Piccole e Medie Imprese (PMI) e sul rafforzamento dei meccanismi di accesso al credito. La creazione di un ambiente favorevole agli investimenti è indispensabile per facilitare l’ingresso delle PMI italiane nei mercati africani, con il loro conseguente contributo ai processi di innovazione già in corso – in particolare quelli nei settori dell’energia e dell’agricoltura – e a uno sviluppo sinergico tra i due continenti. Questi temi hanno avuto risonanza anche nei giorni a seguire: il 9 e 10 ottobre si è tenuta a Roma il 5° Italia-Africa Business Week – il forum economico e commerciale per lo sviluppo delle imprese italiane e africane sviluppato dalla diaspora in partnership con il patrocinio del MAECI – che ha fatto proprio lo slogan “building back better together”. Il 21 e 22 ottobre si è tenuto in contemporanea, a Roma e Dakar, il Summit EU-Africa delle Piccole e Medie Imprese. Mentre il G20 italiano di fine ottobre ha reiterato l’impegno a mantenere attivi gli attuali dispositivi di supporto finanziario ai paesi in via di sviluppo per il rilancio delle loro economie in risposta alla pandemia, imprenditorialità e sostegno agli investimenti italiani, nell’ambito di un partenariato Italia-Africa che si vuole in continua evoluzione, possono costituire un utile sostegno al percorso per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

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Tags

Africa Geoeconomia sviluppo
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A cura dell'Osservatorio Geoeconomia dell’ISPI

 

Ricerca e redazione: Lucia Ragazzi, ISPI Research Fellow

Supervisione Scientifica: Giovanni Carbone, HEAD ISPI Africa Programme

 

Coordinamento editoriale 

Sara Cristaldi, ISPI Senior Advisor, Co–Head Osservatorio Geoeconomia

 

Coordinamento redazionale

Alessandro Gili, ISPI Associate Research Fellow, Osservatorio Geoeconomia

Davide Tentori, ISPI Research Fellow, Osservatorio Geoeconomia

 

 

 

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