Quando il COVID-19 si è diffuso alla fine di gennaio in Cina e il numero di infezioni ha cominciato a crescere, Apple ha chiuso tutti i negozi al dettaglio, gli uffici aziendali e i centri di contatto in Cina per due o più settimane. Molti negozi hanno iniziato a riaprire a fine febbraio, e dal 13 marzo tutti gli shop sono riaperti, ma ad orario ridotto, giustificato anche dall’impatto significativo sulle vendite di Apple nel Paese: 61% di vendite in meno a febbraio rispetto all’anno scorso.
Impatto del Coronavirus sulla produzione di dispositivi Apple
I principali fornitori di iPhone, tra cui Foxconn e Pegatron, sono rimasti chiusi per diverse settimane all'inizio di febbraio, per poi tornare in funzione da metà a fine febbraio. Le quarantene obbligatorie e i bassi tassi di produzione della manodopera hanno portato a ritardi nella consegna dei materiali. I problemi dei fornitori hanno già causato per alcuni prodotti Apple lunghi tempi di spedizione e questo potrebbe essere più di un problema nei prossimi mesi, man mano che le forniture di componenti esistenti diminuiscono.
Le voci suggeriscono che Apple prevede di andare avanti con il lancio del presunto iPhone a basso costo previsto per marzo, ma è possibile che proprio questi problemi di fornitura ne ritardino il lancio. A rischio anche la linea di iPhone 2020. Nel frattempo i negozi sono stati chiusi a livello globale fino al 24 marzo. La compagnia di Cupertino sta però cercando di sostituire alcune delle vendite che sarebbero avvenute in negozio con quelle online.
Tagli alle entrate di marzo
A metà febbraio Apple ha annunciato che non avrebbe raggiunto gli obiettivi finanziari per il primo trimestre a causa dell'epidemia di COVID-19 in Cina. Ora che però l’epidemia si sta allargando diventa più difficile fare stime sull'intero impatto del Coronavirus sulle performance economiche della societò di Cupertino. Nel frattempo però i mercati azionari hanno reagito in maniera fluttuante a causa dell'incertezza causata dalla diffusione di COVID-19 e dal suo impatto a lungo termine. Il 16 febbraio, il titolo Apple aveva raggiunto il prezzo di chiusura più alto di tutti i tempi a 327,20 dollari, ma già il 28 febbraio era sceso fino a 260 dollari. Il 2 marzo era tornata a 298 dollari per azione, ma il 17 marzo era scesa di nuovo a 247 dollari per azione.
La risposta di Apple
Nel tentativo di mantenere una visione di lungo periodo, puntando sugli aspetti immateriali, Apple (come altri grandi gruppi internazionali) si è impegnata ad aiutare a curare i malati e le persone in difficoltà attraverso una campagna di fundrising che ha raggiunto i 15 milioni di dollari in tutto il mondo e si è impegnata affinché tutti i sui lavoratori (part time e a tempo indeterminato) continuino a ricevere una retribuzione normale. Sono state ampliate le politiche di lavoro flessibile e di congedo per tener conto delle circostanze sanitarie personali o familiari create da COVID-19. Apple News ha lanciato una nuova sezione COVID-19, dove gli utenti possono essere sicuri di trovare le ultime notizie verificate provenienti da notizie attendibili. L’azienda lavora affinché la sua Worldwide Developers Conference venga svolta in un formato online completamente nuovo. Infine è stato annunciato che i titolari di Apple Card salteranno il pagamento di marzo senza penali, nonostante l'impatto negativo sulle entrate a breve termine. Nel frattempo si fanno anche piu insistenti i rumors legati al rinnovato interesse di Apple per Disney. Un’ operazione che risale sin dall’epoca di Steve Jobs ma che potrebbe avverarsi alla luce dell’indebolimento della Disney ad opera del COVID-19.