Gli attacchi terroristici in Europa degli ultimi anni, dai più recenti di Bruxelles (24 maggio 2015 e 22 marzo 2016), per continuare con Parigi (7 gennaio e 13 novembre 2015), Burgas in Bulgaria (18 luglio 2012), Tolosa (11 marzo 2012), Oslo e Utøya (22 luglio 2011), fino ad arrivare agli attentati di Madrid (11 marzo 2004) e Londra (7 luglio 2005) [1], sottolineano l’emergenza dei “soft target” come obiettivi di gruppi terroristici attivi nel cuore dell’Europa. La ragione è evidente: i soft target sono decisamente più vulnerabili, in termini di accesso e riuscita di un eventuale attacco, rispetto a degli “hard target” (o obiettivi sensibili), caratterizzati dalla presenza di misure di sicurezza atte a neutralizzare possibili attacchi terroristici, ma hanno un valore mediatico molto rilevante.
I soft target includono oggigiorno chiese, scuole, ospedali, centri commerciali e anche manifestazioni caratterizzate dalla presenza del pubblico. Questi sono fondamentalmente diversi, in termini di misure di sicurezza esistenti, rispetto agli hard target, tra i quali sono inclusi, per esempio, tribunali, basi e installazioni militari, edifici governativi, aeroporti e monumenti nazionali simboli di un paese. Negli ultimi anni gli hard target si sono caratterizzati per diversi livelli concentrici di sicurezza, sistemi di video sorveglianza, presenza di personale di sicurezza e procedure atte a indentificare la potenziale presenza di oggetti pericolosi. Mentre la responsabilità per le misure di sicurezza di carattere anti-terroristico e anti-crimine degli hard target ricadono sullo stato, i soft target rimangono a carico dei proprietari e degli operatori privati, i quali spesso non hanno esperienze adatte a mettere in sicurezza i propri locali o non hanno risorse sufficienti, con il risultato di lasciare invariati i rischi di possibili attacchi terroristici. La protezione di questi soft target presenta perciò complessità evidenti per le forze di polizia [2].
In questo ambito è di grande importanza la messa in atto di collaborazioni pubblico-private per stabilire tecniche per misurare il livello di rischio attentati, stimare le vulnerabilità e rendere più sicuri questi obiettivi. Certamente, vi sono valutazioni da tenere in conto prima di attuare misure di sicurezza presso alcuni soft target, come musei o sale cinematografiche: se gli operatori temono le ripercussioni su clienti dell’uso di misure di sicurezza, come il possibile allungamento delle tempistiche d’entrata dei clienti o l’innalzamento dei costi per il personale aggiuntivo, bisogna tener presente che le ripercussioni negative di un attentato terroristico potrebbero essere ben più gravi in termini sia legali sia d’immagine.
Un esempio tra tutti, l’attentato terroristico al Westgate Mall in Kenya (21 settembre 2013), attuato dal gruppo terroristico al-Shabaab. All’epoca il centro commerciale fu completamente distrutto e molti clienti persero la vita o furono gravemente feriti [3]. Le scarse misure di sicurezza esistenti e le difficoltà relative alle operazioni di emergenza da parte delle forze di polizia nazionali puntarono il dito contro la mancanza di una pianificazione efficace per la messa in sicurezza del centro commerciale [4]. Come riportato, le ripercussioni economiche e di immagine su tutto il paese di tali attentati furono significative: ad esempio, fu stimata la riduzione del 20% delle presenze internazionali nei mesi successivi all’attentato, dato severo per una realtà come quella kenyana, in cui il turismo è una delle voci preminenti del prodotto interno lordo [5].
Grandi eventi, sportivi e non, come ad esempio i prossimi Europei di calcio in Francia, potrebbero essere obiettivi privilegiati da parte di terroristi, sia per il grande numero di persone coinvolte come spettatori o atleti provenienti da varie parti del mondo, sia per l’elevato numero di rappresentanti di vari governi e di massimi dirigenti dei vari sponsor, sia per la minuziosa copertura mediatica da parte degli operatori della carta stampata, delle televisioni e di internet. Allo stesso tempo, questi eventi sono caratterizzati da importanti misure di sicurezza messe in atto dalla nazione ospitante, come ad esempio le misure di sicurezza pianificate per Euro 2016 [6], che di fatto tramutano i siti di questi grandi eventi, in termini di misure di sicurezza esistenti, in hard target.
È perciò logico ritenere che eventuali attori di stampo terroristico possano giudicare un attacco terroristico a tali obiettivi non solo difficile, ma anche prevedibile da parte delle autorità e del pubblico in generale, eliminando l’elemento sorpresa in cui molto fanno affidamento. Per questo motivo è possibile prevedere che i terroristi possano identificare e scegliere i soft target “collaterali” ai siti del campionato come obiettivi più plausibile per massimizzare il danno a persone e cose fino ad ottenere la paralisi delle attività di una città intera, tra cui i trasporti pubblici, come è già successo recentemente a Bruxelles [7].
A questo punto, come fare per mettere in sicurezza i vari soft target, anche durante un grande evento, come ad esempio Euro 2016, calcolando che le risorse, sia umane sia economiche, sono finite e non possono coprire tutti gli obiettivi esistenti? Un possibile approccio consiste nell’intraprendere una collaborazione fattiva tra pubblico e privato atta a individuare e attuare una robusta metodologia di analisi del rischio al fine di ridurre al minimo le conseguenze di possibili attentati terroristici. Esistono varie tecniche sviluppate recentemente a questo scopo [8]. Al di là della metodologia identificata, è fondamentale che questa possa utile ai proprietari e agli operatori di possibili obiettivi terroristici per individuare misure di sicurezza adeguate al rischio stimato dalle autorità, con lo scopo di abbassare effettivamente il rischio e le conseguenze di un attentato terroristico. Solo in questo modo, è possibile evitare sia l’utilizzo di misure di sicurezza troppo stringenti sia l’assenza di adeguate misure per prevenire possibili attentati.
Gli elementi essenziali per una metodologia del rischio sono i seguenti: un approccio consistente su tutti i possibili obiettivi, la prioritizzazione di risorse su vari soft target, e l’uso di una metodologia per informare la pianificazione di sicurezza effettiva e concreta, atta a proteggere ma anche a definire possibili scenari per la gestione di emergenze in caso di necessità.
Marco Lombardi, ITSTIME – Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies, Università Cattolica del Sacro Cuore e ISPI Scientific Advisor.
Giovanni Pisapia, ITSTIME – Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies.
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[1] J. Mc Hugh, Europe Terrorist Attacks 2016: Timeline of Bombings And Terror Threats Before Brussels, The International Business Day, 24 March 2016. Retrieved on 3 June 2016 at: http://www.ibtimes.com/europe-terrorist-attacks-2016-timeline-bombings-terror-threats-brussels-2341851.
[2] J. Hesterman, Soft Target Hardening Protecting People from Attack, Taylor & Francis Group, LLC, 2015.
[3] C. Mwakideu, Kenya’s Westgate mall re-opens amid security concerns, DW.com, 17 July 2015. Retrieved on 3 June 2016 at: http://dw.com/p/1G0cD.
[4] D. Okari, Kenya's Westgate attack: Unanswered questions one year on, BBC Africa, Nairobi, 22 September 2014. Retrieved on 3 June 2016 at: http://www.bbc.com/news/world-africa-29282045.
[5] H. Vogt, Shaken Kenya Aims to Rebuild Mall and Its Confidence, The Wall Street Journal, 28 February 2014. Retrieved on 3 June 2016 at: http://www.wsj.com/articles/SB10001424052702304450904579368901271717332.
[6] B. Rumsby, Euro 2016: The five key areas the French security effort will focus on French security, The Guardian, 30 May 2016. Retrieved on 4 June 2016 at: http://www.telegraph.co.uk/football/2016/05/30/euro-2016-the-five-key-areas-that-french-security-effort-will-fo.
[7] A. J. Rubin et Al., Strikes Claimed by ISIS Shut Brussels and Shake European Security, The New York Times, 22 March 2016. Retrieved on 4 June 2016 at: http://www.nytimes.com/2016/03/23/world/europe/brussels-airport-explosions.html?_r=0.
[8] Si vedano: Security Vulnerability Assessment Methodology for the Petroleum and Petrochemical Industries, American Petroleum Institute (Api) and the National Petrochemical & Refiners Associations (Npra), Second Edition, October 2004; American Society for Industrial Security (Asis) International, The General Security Risk Assessment Guideline, Alexandria, Virginia; American Society of Mechanical Engineers (Asme) Rampcp: the Framework, Asme Innovative Technologies Institute Llc (Asme-Iti), Washington D.C., 2006; Federal Emergency Management Agency (Fema), Risk Assessment, a How-To Guide to Mitigate Potential Terrorist Attacks Against Buildings, Risk Management Series, Fema 452, January 2005; R.V. Matalucci, Risk Assessment Methodology for Dams (Ram-D), from proceedings of the 6th International Conference on Probabilistic Safety Assessment and Management (Psam6), 23-28 June 2002, San Juan, Puerto Rico, Usa.