Diplomazie al lavoro per ricucire lo strappo tra Parigi e Washington, ma se l’Europa è restia a seguire Macron nella sua rabbia anti-Usa, la luna di miele tra Biden e il Vecchio Continente sembra già finita.
L’affaire Aukus, la partnership tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia – con quest’ultima che ha cancellato una commessa da 36 miliardi di euro per l’acquisto di sommergibili francesi – continua ad agitare le acque tra le due sponde dell’Atlantico. Nel fine settimana Parigi, con un gesto senza precedenti, ha richiamato per consultazioni gli ambasciatori a Washington e Canberra mentre il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian ha continuato a sparare ad alzo zero contro quella che ha definito “una rottura della fiducia” e “una pugnalata alle spalle”. Le Drian si è spinto oltre, paragonando i comportamenti di Joe Biden a quelli di “Donald Trump ma senza tweet” e accusando il Regno Unito di essere “l’ultima ruota del carro” della nuova alleanza anglosassone. Intanto, come già annunciato prima dell’accordo, il presidente francese Emmanuel Macron non andrà di persona all'Assemblea generale dell'Onu che inizia domani a New York, e il ministero della Difesa francese ha cancellato un summit con il suo omologo britannico. E mentre il premier australiano Scott Morrison cerca di giustificare la decisione, dichiarando che c’erano molti dubbi sulla fornitura di sommergibili provenienti dal paese transalpino, le cancellerie sono al lavoro per cercare di ricucire lo strappo: Joe Biden ed Emmanuel Macron avranno un colloquio telefonico nei prossimi giorni per discutere della cosa. Bruxelles - in discussione per un Trattato di libero scambio con l’Australia – prende tempo. “Non ci saranno effetti immediati” ha affermato una portavoce della Commissione.
Una questione bilaterale?
La sottoscrizione dell’accordo Aukus, finalizzato al contenimento dell’espansionismo cinese, e le questioni strategiche ad essa connesse saranno al centro di una riunione informale dei ministri degli Esteri dell'Ue, che si terrà stasera a margine dell’Assemblea Onu a New York. A presiederla sarà l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, che avrà il compito – non semplice – di armonizzare le posizioni dei 27 sull’argomento. Se infatti Parigi ha più volte lasciato intendere che lo ‘schiaffo’ alla Francia da parte degli Stati Uniti equivale a uno schiaffo all’Unione, sull'Aukus le posizioni dei partner europei non sono proprio allineate. Dalla Germania, concentrata sul voto di sabato prossimo, non sono arrivate reazioni di peso, e anche l’Italia non sembra aver interesse a seguire le crociate d’oltralpe contro gli Usa. La partita, fanno notare molti osservatori, riguarda Parigi e Washington, e quindi sarebbe sbagliato considerarla una questione europea. Fa discutere, però, il fatto che nel pieno dello ‘scandalo’ Aukus il premier olandese Mark Rutte fosse a cena col suo omologo britannico Boris Johnson, offrendosi tra l’altro di mediare tra UK e Ue sulla questione del protocollo Nord-irlandese.
Successo di Global Britain?
Se ha attaccato con veemenza Washington e Canberra, sul ruolo di Londra nell’accordo, tuttavia, la Francia ha preferito glissare. Includere il Regno Unito nella partnership Aukus, escludendo la Francia, potrebbe facilmente essere percepito come uno ‘schieramento’ degli Stati Uniti a favore dell’alleato britannico, anziché dell’Europa, dopo il divorzio di Brexit. Come sintetizzato dal Washington Post, “l’accordo Aukus è il sogno di ogni Brexiter” perché dà forza alla strategia della ‘Global Britain’ di Johnson”. Conversando con i cronisti durante un volo per New York, il premier britannico ha minimizzato la portata dei contrasti con Parigi, assicurando “l’immensa importanza” della relazione tra i due paesi. Dichiarazioni che stridono con quelle di Le Drian che ha accusato Londra di “costante opportunismo” e per cui il Regno Unito è “l’ultima ruota del carro” nella vicenda Aukus.
Sgarbo all’Europa?
Mentre il tentativo dell’Eliseo di far passare Aukus per uno sgarbo all’Europa suona come una forzatura, le modalità con cui il patto è stato annunciato hanno irritato non poco gli alleati. L’Unione Europea è stata colta di sorpresa dalla notizia di un’alleanza che “non è stata cucinata da un giorno all’altro; ci vuole un certo tempo”, ha notato l’alto rappresentante Ue Josep Borrell. “E nonostante ciò, no, l'Unione europea non è stata consultata. Questo ci obbliga di nuovo a riflettere sull'importanza di andare avanti sulla questione dell'autonomia strategica dell'Unione Europea”, ha aggiunto il diplomatico europeo. Una mancanza di coordinamento tanto più grave, in ottica europea, in quanto arriva a poche settimane dal precipitoso e caotico ritiro da Kabul. Anche in quel caso gli Stati Uniti avevano tenuto in poco o nessun conto le perplessità degli europei che oggi si sentono più esposti e vulnerabili davanti alla vittoria dei Talebani. “Stanno facendo marcia indietro su un certo numero di impegni a livello globale. E c'è un nesso tra quanto avvenuto in Afghanistan e Aukus – ha spiegato il Ministro degli Esteri francese Le Drian – ma in una vera alleanza, ci si parla. Ci rispettiamo a vicenda, rispettiamo la sovranità reciproca. Ma stavolta non è successo, ed è per questo che c’è una crisi”.
Il commento
Di Stefano Stefanini, ISPI Senior Advisor
“Come già accaduto sull’Afghanistan, l’accordo Aukus mostra la scarsa sensibilità di Washington nei confronti degli alleati europei. È una realtà con cui dovremo imparare a convivere. Ma l’accordo tripartito non è necessariamente una cattiva notizia per il Vecchio Continente: in esso gli Stati Uniti hanno coinvolto paesi disposti a seguirli nel contenimento militare della Cina. L’Unione Europea in questo momento non avrebbe scelto di intraprendere quella strada.
Forse in futuro ci troveremo nuovamente davanti ad una scelta di campo inevitabile, ma per ora abbiamo guadagnato tempo, un alleato prezioso. Farlo fruttare ritagliandoci un ruolo su questioni globali come il clima, irrisolvibili nello schema del bipolarismo, dipenderà da noi. Bisogna però evitare che quella che è una controversia franco-americana sia elevata da Parigi al livello UE-USA o UE-Australia. In tal senso Aukus non giustificherebbe un blocco francese del negoziato fra UE e Australia per un accordo di libero scambio”.
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A cura della redazione di ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online Publications)