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OBOR Watch

Belt and Road: 2020, l'anno della svolta

Alessia Amighini
30 settembre 2020

Mentre la Cina ha detto che l'impatto di COVID-19 sulla BRI è stato minimo, il primo trimestre del 2020 ha visto un notevole rallentamento dei nuovi progetti e il ritmo incerto della ripresa dell'economia cinese potrebbe distogliere l'attenzione dai progetti BRI anche nel prossimo futuro. Inoltre, per dare sollievo a molte economie che si sono fortemente indebitate nei confronti della Cina sui progetti targati BRI, è plausibile che Pechino collaborerà con i principali finanziatori e organizzazioni multilaterali come la Banca asiatica di sviluppo (ADB), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale.

In ogni caso il 2020 è un anno di svolta per la BRI, in molti sensi: nelle sue caratteristiche, il suo significato, le sue implicazioni.

In quanto alle caratteristiche, la BRI ormai vale quasi 4.000 miliardi di dollari, di cui 137,43 sono stati annunciati su 184 progetti approvati nel primo trimestre del 2020 (dati Refinitiv). In termini di valore, i trasporti rappresentano il 47% di tutti i progetti BRI, pari a 1.880 miliardi di dollari, seguiti dal settore dell'energia e dell'acqua al 23% (926 miliardi di dollari).

 

Nuovi destinatari

La nuova classifica dei principali Paesi destinatari è alquanto diversa da quelle passate. Complessivamente, alla fine del primo trimestre, la Russia ha mantenuto il suo posto come maggior beneficiario di BRI, con 126 progetti del valore totale di 296 miliardi di dollari, includendo sia i progetti di investimento BRI sia quelli finanziati direttamente dalla Cina. La Russia ha sfruttato la sua vicinanza geografica alla Cina e le sue risorse naturali per emergere come partner importante per Pechino.

Il progetto Power of Siberia Gas Pipeline è forse la migliore illustrazione del potenziale dell'alleanza sino-russa. La russa Gazprom sta costruendo un gasdotto di 3.000 km di gas naturale per questo progetto, che attraversa le regioni di Irkutsk e Amur e la Repubblica di Sakha (Yakutia) a Nord-Est della Cina. Il progetto da 55 miliardi di dollari è tra i più grandi del BRI (secondo Refinitiv. Lo scorso dicembre è stata messa in funzione la prima fase di Power of Siberia, e  sono state avviate le prime forniture di gas russo alla Cina attraverso il gasdotto. "Si tratta di un evento veramente storico, non solo per il mercato globale dell'energia, ma soprattutto per noi, per la Russia e per la Cina - ha detto il Presidente russo Vladimir Putin al lancio della prima fase del progetto- Questo passo porta la cooperazione strategica russo-cinese nel settore energetico a un livello qualitativamente nuovo e ci porta più vicini al (adempimento) del compito, fissato insieme al presidente cinese Xi, di portare il commercio bilaterale a 200 miliardi di dollari entro il 2024". Una volta completato, il progetto esporterà 38 miliardi di metri cubi di gas in Cina ogni anno per 30 anni, generando una stima di 400 miliardi di dollari per Mosca. L'accordo farà anche della Cina il secondo cliente di gas russo dopo la Germania.

L'Arabia Saudita è seconda, con 185 miliardi di dollari in 111 progetti, e la Malesia è al terzo posto con 57 progetti per un valore complessivo di 146 miliardi di dollari. Oggi il Regno Unito è il quarto più grande beneficiario di investimenti BRI, con progetti attivi del valore di 139 miliardi di dollari che coprono i settori dell'energia e dell'acqua, dei trasporti e del settore immobiliare.

È interessante notare che il Regno Unito, che ha debuttato nella top 10 dei progetti nel dicembre 2019, ha mantenuto la sua posizione di quarto maggiore beneficiario del BRI in termini di valore. La sesta economia più grande al mondo ha 13 progetti attivi per un valore di 139 miliardi di dollari nei settori dell'energia elettrica, dell'acqua, dei trasporti e nel settore immobiliare. Ne sono un esempio le partnership tra le società di proprietà dello Stato China General Nuclear Power Corporation (CGN) e EDF nello sviluppo del nucleare di Hinkley Point C, e di centrali elettriche. La CGN detiene una partecipazione del 33,5% nei 29 miliardi di dollari. Il Regno Unito e la Cina sono anche stati impegnati, secondo un rapporto della BBC, nelle discussioni preliminari per dare alla Railway Construction Corporation (CRCC) – società di Stato cinese – un ruolo nella costruzione della multimiliardaria linea ferroviaria ad alta velocità HS2.

 

Le Vie della Seta sanitaria e finanziaria

Tutto ciò rende ormai chiaro che la BRI non è tanto e solo un progetto di sviluppo infrastrutturale (sia fisico sia digitale), ma include anche molte altre sfere di cooperazione, anche oltre quella energetica, per esempio quella sanitaria e quella finanziaria. Nel mezzo della pandemia nella primavera del 2020, la Cina ha rilanciato la cosiddetta Via della Seta sanitaria – già presente dal 2017 – per mostrare come la rete di infrastrutture BRI (ma soprattutto le intese bilaterali per la sua realizzazione) potessero servire come meccanismo per la fornitura di servizi medici e aiuti umanitari. Inoltre, la Via della seta finanziaria è sempre più evidente come un pilastro fondamentale di tutta la BRI: è in atto una vasta gamma di programmi di politica finanziaria transfrontaliera, tra cui una serie di accordi di currency swaps (per compensare la non convertibilità del renminbi), lo sviluppo di un mercato obbligazionario asiatico e l'emissione estera di obbligazioni denominate in RMB.

 

Il ruolo della Greater Bay Area

In quanto al significato della BRI, al di là dei toni ecumenici che evocano spesso l’obiettivo di “forgiare una comunità con un destino comune”, è evidente l’obiettivo più concreto e immediato di gestire la sovraccapacità produttiva nazionale accumulata dalle imprese di Stato durante gli anni del boom economico, i cosiddetti Trenta gloriosi anni (1980-2010). Molte di queste aziende beneficiano di generosi sussidi pubblici perché diventino campioni globali nei loro settori. La BRI offre alla Cina anche l'opportunità di costruire la sua Greater Bay Area (GBA), una conurbazione di nove città della provincia di Guangdong, ovvero Guangzhou, Shenzhen, Zhuhai, Foshan, Huizhou, Dongguan, Zhongshan, Jiangmen e Zhaoqing, con le regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao. L'area ha già un impatto enorme su tutta l'economia: nonostante ospiti ‘solo’ 70 milioni di persone, ovvero l’1% del territorio cinese, produce il 37% del Pil del gigante asiatico e il 12% delle sue esportazioni. Da sola, la GBA è già il quarto più grande esportatore al mondo e la quindicesima più grande economia nel mondo, più grande della Spagna.

 

La “trappola del debito”: realtà a confronto

In quanto alle implicazioni della BRI, molto è stato detto del fatto che la Cina ha fatto leva sulla sua influenza sui mercati emergenti e come ciò potrebbe attirarli verso una "trappola del debito" che potrebbe lasciarli finanziariamente vulnerabili a interessi cinesi. Tuttavia, secondo il Rhodium Group, che ha esaminato 40 casi delle rinegoziazioni del debito estero della Cina, emerge un quadro diverso:  molte economie emergenti che hanno partecipato con entusiasmo alla BRI soffrivano già da tempo di un elevato indebitamento prima ancora che si imbarcassero nella BRI. In realtà, i casi di indebitamento eccessivo verso la Cina creano una situazione di elevato rischio anche per la parte creditrice ed è probabile che tra qualche anno ci saranno più casi di sofferenza, in quanto molti progetti cinesi sono stati lanciati dal 2013 al 2016. 

Dal 2013, infatti, la Cina ha investito 690 miliardi di dollari in progetti BRI in 72 paesi, con circa 280 miliardi di dollari in 44 paesi che non sono valutati dalle agenzie di rating o non hanno investment grade, secondo l’International Finance Institute. Un rapporto del Centre for Global Development ha rilevato che il 23% dei paesi BRI erano ad alto rischio di indebitamento anche prima della pandemia e oggi sono almeno otto paesi i rischio di indebitamento eccessivo, tra cui Gibuti, Mongolia, Kirghizistan, Laos, Maldive, Pakistan e Montenegro. Il Pakistan, per esempio, ha recentemente ricevuto un prestito di 1,4 miliardi di dollari da il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per affrontare il problema economico del rallentamento causato dall'epidemia di coronavirus.

Nell’insieme, quindi, la BRI continua a tessere la sua tela ben oltre le infrastrutture di trasporto, e si configura come un’iniziativa composita, lungimirante e soprattutto molto duttile. Essa è ideata per diventare il format delle relazioni bilaterali cinesi con il resto del mondo.

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AUTORI

Alessia Amighini
UPO, ISPI

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