Bruna Bellini lavora da oltre 15 anni come program officer presso la Fondazione Cariplo. Il suo è un percorso iniziato nel 2001 qui in ISPI, col Master in International Affairs. Un master che a lei e ai suoi compagni di corso “ha aperto molte porte”, oltre che aprirle gli occhi sul mondo, avviando una carriera nel settore della cooperazione. L’abbiamo intervistata per conoscere la sua crescita personale e professionale di questi vent’anni
Perché decise di iscriversi al master e quali erano le sue conoscenze delle materie del corso?
Appena laureata in Scienze politiche ero molto interessata alla carriera diplomatica e al lavoro delle grandi organizzazioni internazionali, in particolare di alcune agenzie dell’ONU. Decisi di iscrivermi al Master per approfondire meglio le conoscenze in merito, nella speranza di trovare possibilità di impiego in questo ambito.
Essendo laureata in Scienze politiche, molte delle materie affrontate nel corso del Master erano già state oggetto di studio all’Università, mentre altre, soprattutto quelle relative alla “galassia” dell’ONU e della UE, ho potuto approfondirle proprio grazie al Master.
Vede dei cambiamenti tra la persona che era prima e dopo quel master?
Certo, sono cambiata, ho mantenuto forti i miei ideali, anche se crescendo su alcune cose sono più “disillusa”. Ho capito come molte organizzazioni lavorano effettivamente sul campo e realizzato che c’è spesso molta distanza tra quello che succede sul campo e quello che viene discusso ai livelli più alti.
Per la sua esperienza, quali sono gli indirizzi lavorativi che vengono aperti con l’offerta formativa del master?
Il master può aprire molte porte. Per me è stato determinante perché mi ha permesso di iniziare a lavorare in una ONG in progetti di cooperazione internazionale, lavoro che mi ha appassionato e che mi ha consentito di entrare poi in Fondazione Cariplo.
Molti miei compagni del master hanno intrapreso la carriera diplomatica oppure sono entrati in agenzie ONU o ONG italiane o internazionali.
Direi che il master può aprire le porte per interessanti opportunità internazionali.
E oltre alla specifica offerta formativa, cosa le ha lasciato il master?
Il ricordo di un bellissimo clima in classe, con persone desiderose di imparare, confrontarsi e capire.
Quindi lo consiglierebbe? Se sì, a chi?
Per quanto detto sopra, lo consiglio a chi ha “voglia di mondo”, di uscire dai confini mentali e fisici e aprirsi alla conoscenza di quel che c’è oltre.
A cura di Giorgio Fruscione