Lo scorso 16 gennaio, Armin Laschet è stato eletto segretario della CDU, il partito cristiano-democratico tedesco. È la sua rivincita dopo molte sconfitte politiche in passato. Il suo successo ha dato un segnale di continuità con l’indirizzo preso dalla CDU negli anni di leadership di Angela Merkel, attuale Cancelliera, ma lo aspettano sfide importanti in un periodo di grande difficoltà per il partito. Sarà in grado Laschet di guidare la CDU alla vittoria nelle prossime elezioni di settembre e mantenere uniti i suoi membri? Prima di rispondere è utile capire chi sia il neo-segretario dei cristiano-democratici.
Giornalismo e politica europea
Nato nel 1961 ad Aquisgrana da genitori di origine vallona, Armin Laschet cresce in un contesto cattolico e francofono. Il padre, come lui stesso ha ricordato dopo la sua elezione a segretario della CDU, era un minatore. Durante la gioventù frequenta un coro religioso dove conosce Susanne Malangré, sua attuale moglie. Susanne è anche lei di origine vallona ed è nipote di Kurt Malangré, sindaco di Aquisgrana tra il 1973 e il 1989 ed esponente dei cristiano-democratici. Laschet ha tuttora forti legami con il Belgio, dove vivono membri della sua famiglia. Si trasferisce a Bonn per gli studi in giurisprudenza, che conclude nel 1987. La sua aspirazione, però, è il giornalismo: per questo, frequenta una scuola professionale fino al 1988 e nel frattempo inizia a lavorare come corrispondete da Bonn – capitale della Germania Ovest – per un’emittente bavarese. Da sempre vicino agli ambienti cristiani, diventa caporedattore della testata cattolica KirchenZeitung Aachen e, poi, succede al suocero Heinrich Malangré alla guida della società editrice cattolica Einhard-Verlag nel 1995. Nel frattempo, tuttavia, è arrivato il coinvolgimento con la politica.
Nel 1994 viene eletto parlamentare per la CDU nel collegio di Aquisgrana. Si racconta che in questi anni Laschet è molto amico di rappresentanti dei Verdi, con cui cerca posizioni comuni che avvicinino la CDU e gli ambientalisti. Quattro anni dopo le elezioni federali vedono la vittoria del Partito Socialdemocratico e Laschet non torna in Parlamento. Nel 1999 si candida al Parlamento europeo e vince. Resterà a Bruxelles per sei anni e si concentrerà molto sulla politica estera dell’Ue. Le sue posizioni sono fortemente europeiste e in favore di un’Europa che sappia stare sulle proprie gambe – senza per questo staccarsi dall’alleanza transatlantica. In tempi recenti ha anche attaccato Angela Merkel per non essere abbastanza ambiziosa nei propri piani per l’integrazione europea, opponendole l’approccio del Presidente francese Emmanuel Macron.
La scalata nella politica regionale
Dopo l’esperienza europea, Armin Laschet si concentra sulla politica del suo Land, il più popoloso di Germania, la Renania del Nord-Vestfalia. Viene scelto dal Ministro presidente (il capo del governo regionale) Jürgen Rüttgers come Ministro per affari sociali (tra cui integrazione e famiglia) nel 2005. In questi anni Laschet mostra posizioni molto liberali, in particolare sull’immigrazione, che gli creano non pochi avversari nel partito: viene ribattezzato “Armin il Turco”. Negli ultimi anni ha sottolineato l’importanza dei diritti dei migranti e di una revisione della gestione dell’immigrazione: in particolare, è da ricordare il suo viaggio in un campo profughi in Giordania nel 2015 per valutare le condizioni di vita degli esuli siriani. Questa posizione lo avvicina alla Cancelliera durante la crisi migratoria, quando appoggia pubblicamente la politica di apertura di Merkel. Nel 2010 Laschet si candida per la leadership della CDU regionale e vede la seconda sconfitta politica dopo quella del ’98. Diventa segretario Norbert Röttgen, ai tempi Ministro federale dell’Ambiente. Due anni più tardi, tuttavia, Röttgen lascia l’incarico e Laschet lo sostituisce.
Inizia così la sua scalata all’interno del partito. Nel 2012 viene eletto Vice Presidente della CDU nazionale insieme ad altri membri (tra cui l’attuale Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen). Nel 2017 diventa il Ministro presidente del suo Land. In questo ruolo negli ultimi anni si è distinto per posizioni contrastanti sia dal punto di vista sociale che sugli affari esteri. Se ha sempre espresso posizioni favorevoli verso l’immigrazione e spinto per una maggiore integrazione degli stranieri in Germania, si è tuttavia opposto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nelle relazioni internazionali, è un difensore dell’alleanza con gli Stati Uniti ma in molti ricordano sue posizioni concilianti verso Russia e Cina. Con Mosca è necessario costruire una relazione positiva perché l’Europa ha bisogno di alleati per affrontare le grandi sfide globali. Con Pechino, nonostante la distanza di visione sui diritti umani e sui valori democratici, non si può evitare di instaurare relazioni importanti: economicamente parlando, la Cina è un partner irrinunciabile.
La segreteria di un partito diviso
Nel 2021, Armin Laschet ha raggiunto il punto più alto della propria carriera con l’elezione a segretario della CDU. Nell’ultimo ballottaggio ha sconfitto Friedrich Merz, esponente dell’ala conservatrice del partito. La scelta di Laschet dovrebbe garantire continuità con il percorso tracciato da Angela Merkel, con i cristiano-democratici in una posizione centrista ed europeista. Il nuovo ruolo potrebbe aprirgli le porte della candidatura alla Cancelleria nelle elezioni federali del prossimo settembre, anche se questa posizione è contesa con il leader bavarese Markus Söder – ad oggi il favorito – e il giovane Ministro della Sanità Jens Spahn. Al momento, tuttavia, Laschet deve fronteggiare una sfida più immediata: che CDU sarà quella del dopo-Merkel?
Il nuovo segretario si ritrova alla guida di un partito profondamente diviso, come testimoniano le percentuali della sua vittoria contro Merz: 53% contro 47%. L’ala conservatrice della CDU ha un peso che non potrà essere ignorato da Laschet, il quale dovrà cercare di evitare fughe verso il partito nazionalista Alternative für Deutschland (AfD). Ci si aspetta da lui un cambio di passo nella gestione dei cristiano-democratici, la cui divisione politica si riflette anche da un punto di vista geografico. La CDU ha perso molto sostegno dalle regioni orientali del Paese, i cui voti si sono spostati verso AfD già ai tempi della segreteria di Merkel. Con il precedente segretario, Annegret Kramp-Karrenbauer, l’esodo verso l’estrema destra è aumentato, tanto che nel 2020 in Turingia i rappresentanti della CDU hanno appoggiato un premier di AfD (lo scandalo che ne derivò portò Kram-Karrenbauer a rassegnare le dimissioni da leader del partito). Armin Laschet raccoglierà quindi un’eredità difficile perché dovrà ricostituire l’unità politica e geografica tra i cristiano-democratici.
Ma non solo. Laschet dovrà essere in grado di resistere alle conseguenze dell’uscita di scena di Angela Merkel dalla politica tedesca. L’impatto elettorale della perdita di una figura così popolare potrebbe avere un peso fondamentale nelle prossime elezioni. Dovrà quindi riuscire a combinare la continuità lungo il percorso merkeliano con la creazione di un’identità nuova della CDU. In primis, in ambito climatico. L’elezione di Laschet – che, come abbiamo visto, in gioventù aveva simpatizzato per le posizioni ambientaliste – dovrebbe facilitare un’eventuale avvicinamento ai Verdi, seconda forza politica nei sondaggi e probabile partner di governo per il prossimo Cancelliere. Allo stesso tempo, però, il neo-segretario ha lanciato messaggi contrastanti agli ecologisti, sostenendo che la transizione green non può soffocare l’economia.
Politicamente, Armin Laschet è un chiaro erede di Merkel, sostenitore della stessa ‘filosofia centrista’. Adesso che è segretario della CDU, tuttavia, dovrà trovare soluzioni innovative per riunificare il partito. Di certo il suo lavoro parte dalle solide fondamenta lasciategli dalla Cancelliera che dopo 15 anni alla guida della Germania lascerà la politica.
Profilo a cura di Carlo Mongini, ISPI