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Commentary
Cile: New Economy aspettando la nuova Costituzione
Lorenzo Cerimele
22 gennaio 2021

L’11 aprile 2021 sarà una data chiave nella storia cilena: i cittadini del Paese andino saranno chiamati alle urne per eleggere l’Assemblea costituente che redigerà la nuova costituzione in luogo di quella attuale, figlia del regime autoritario e ultra-liberista del generale Augusto Pinochet Ugarte.

La netta vittoria referendaria ottenuta dai fautori di una nuova costituzione ha definitivamente mandato in soffitta quella voluta da Pinochet nel 1980 che, malgrado fosse stata in buona parte emendata nel corso degli anni Novanta e Duemila, non ha mai smesso di generare malcontento sia per la sua “legittimità” sia per aver acuito le già esistenti disuguaglianze e ingiustizie socioeconomiche. Difatti, malgrado l’exploit dell’economia cilena nell’ultimo decennio con l’aumento esponenziale dei consumi a credito, la drastica riduzione della povertà dal 30% del 1990 al 6,7% del 2018 e la presenza del Cile fra i Paesi OCSE, i principali servizi pubblici erano – e sono ancora – in mano a privati. Ciò ha montato la leggenda della crescita inarrestabile e dell’unicum cileno in America Latina mentre nel Paese reale, grazie anche a un sistema tributario regressivo figlio di una costituzione ultra-liberista che relega lo Stato a spettatore, si moltiplicavano le differenze socioeconomiche – sistema scolastico e sanitario cileni ne rappresentano il catalizzatore principale – acuite dal pesantissimo aumento dell’indebitamento privato (circa il 70% della popolazione) e dei prezzi. Tutto questo illustra chiaramente il motivo dello scoppio delle enormi proteste di piazza che hanno caratterizzato la vita politica cilena dal settembre 2019 ad oggi con la richiesta di un «nuovo patto sociale» che metta fine alle «ingiustizie».

 

La nuova Costituzione

Una volta eletta, la Costituente avrà nove mesi di tempo per riunirsi e scrivere il nuovo testo costituzionale. Gli accordi presi per redigere la nuova costituzione necessiteranno di una maggioranza dei due terzi dei costituenti con il fine ultimo di consentire, come già successo in diversi casi storici, di produrre una sintesi tra le diverse parti politiche. Questo farà sì che la nuova costituzione sarà innanzitutto la base del nuovo e “vero” patto sociale tra tutte le parti in Cile, scalzando definitivamente il peso politico e sociale della costituzione “imposta” da un regime militare.

La nuova legge fondamentale manterrà sicuramente un sistema di libero mercato che, a differenza dello Stato minimo e “spettatore” tanto celebrato in quella del 1980, verrà puntellato e completato con una maggior protezione sociale e con un modello più redistributivo per ottemperare a quel gravoso problema estesosi silenziosamente negli ultimi quarant’anni, ossia la diseguaglianza sociale. Malgrado le differenti proposte per risolvere il problema socioeconomico del Paese andino, la quasi totalità dei partiti che si presenteranno alle elezioni dell’aprile 2021 ha in comune il profondo interesse a mettere fine all’idea di Stato che ha come priorità gli interessi dei privati rispetto alle reali necessità della popolazione e mettere sotto l’egida statale la sanità, la scuola e le pensioni.

Oltre a ciò, avrà particolare importanza il ruolo delle minoranze amerinde presenti nel territorio cileno a cui è stato riservato di diritto un posto tra i 155 scranni della Costituente. Tali minoranze, prendendo ad esempio il caso costituente della Bolivia di Evo Morales del 2006, hanno proposto il cambio del nome ufficiale dello Stato come “Stato Plurinazionale del Cile” e un’attenzione maggiore al tema dei diritti umani, dei luoghi storici di tali popoli e un impulso all’inserimento dei temi ambientali nella Magna Carta cilena. Una volta finalizzata, la nuova legge fondamentale  verrà approvata tramite un ulteriore referendum e poi entrerà finalmente in vigore subentrando a quella odierna.

 

La crisi pandemica, le risposte macro e l’aiuto delle Istituzioni internazionali

Nel frattempo, però, il Cile del presidente Sebastián Piñera, oltre a gestire la transizione che lo porterà ad avere finalmente una costituzione condivisa da tutte le forze politiche e dalle minoranze, sta facendo fronte alla crisi pandemica che, così come negli altri Paesi della regione, si è abbattuta pesantemente su Santiago. L’indice Imacec del Banco Central de Chile ha stimato infatti un calo maggiore del previsto del PIL cileno dell’1,2% rispetto all’anno passato e con una riduzione ulteriore dello 0,5% rispetto al mese di novembre 2020. Il FMI, nel suo outlook di novembre 2020, ha stimato una recessione per il 2020 del 6% e un rimbalzo del 4,5% nel 2021.

Per far fronte ai gravi danni arrecati dall’epidemia, che registra in Cile circa 650 mila contagi e 17 mila morti, il governo, nel maggio 2020, ha richiesto una Linea di Credito Flessibile (FCL) al Fondo Monetario Internazionale di quasi 24 miliardi di dollari con la valenza di 24 mesi. A differenza dei tradizionali programmi di aggiustamento dell’FMI per i Paesi che affrontano una crisi che colpisce la bilancia dei pagamenti, la FCL non impone azioni preventive al Paese richiedente né condizionalità ex-post, ma viene elargito basandosi sull’«affidabilità» e sulla «continuazione» di politiche sane e storicamente «solide» da parte dello Stato richiedente. Come ricordato dal Direttore Operativo dell’FMI, Kristalina Georgeva, «i fondamentali molto forti del Cile […] e la buona implementazione di politiche macroeconomiche prudenti sono stati determinanti per assorbire l’impatto di una serie di shock recenti […], continuando le autorità a mostrare un solido impegno a mantenere tali politiche e fondamentali economici anche in futuro».

L'accesso a questa linea fa parte quindi della strategia della Banca Centrale del Cile per rafforzare i propri strumenti contro il rischio di accentuare o prolungare le condizioni economiche avverse derivanti dalla crisi sanitaria, essendo l’economia cilena «esposta a sostanziali rischi esterni a seguito dell'attuale epidemia di Covid-19, incluso un significativo deterioramento della domanda globale di esportazioni cilene, un forte declino degli afflussi di capitali verso mercati emergenti e un gravoso inasprimento delle condizioni finanziarie globali». Ciò fornisce un supporto significativo non solo per far fronte a shock esterni più gravi e aumentare la fiducia dei mercati, ma anche per ampliare la serie di strumenti a disposizione della Banca per sostenere la trasmissione della politica monetaria e contribuire alla stabilità finanziaria.

Perciò, il 13 gennaio 2021 il Banco Central de Chile ha annunciato l’inizio di un programma per la sostituzione e l’espansione delle riserve internazionali a cui affiancherà il graduale acquisto di valuta estera per circa 12 miliardi di dollari (circa il 18% del Pil) con il fine di rafforzare la posizione di liquidità internazionale del Paese andino in vista della conclusione della Linea di Credito Flessibile nel maggio 2022. Del totale di 12 miliardi di dollari, 2,25 miliardi di dollari (2,094 miliardi di euro) corrispondono alla sostituzione delle riserve utilizzate nel piano di intervento che è stato eseguito tra dicembre 2019 e gennaio 2020, e il saldo residuo della voce necessaria per aumentare la sua dimensione a circa il 18% del Pil. Il programma si concretizzerà in un periodo di 15 mesi, in modo da coincidere con la fine del FCL, attraverso acquisti regolari di valuta estera per un valore di 40 milioni di dollari (32,8 milioni di euro) al giorno attraverso aste competitive.

L’aumento della liquidità è stato dunque necessario per far fronte a una serie di misure messe in piedi dal governo Piñera sin dal 19 marzo 2020 con l’approvazione di un variegato pacchetto di misure fiscali di circa 11,75 miliardi di dollari (circa il 4,7% del Pil) a sostegno dell’occupazione, del problema di liquidità delle imprese e soprattutto a sostegno della classe media cilena la quale, fortemente indebitata, sta soffrendo in maniera particolare gli effetti dell’epidemia sull’economia.

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Tags

America Latina cile
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AUTORI

Lorenzo Cerimele
Università del Molise

Image credits (CC BY 3.0 CL)

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