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DATAGLOBE

Consumi di gas: l'Italia che non ti aspetti

Matteo Villa
09 Dicembre 2022

 

Con l’inizio di dicembre, in Italia i consumi di gas immesso nelle reti di distribuzione (in massima misura usati per il riscaldamento) sono tornati ai livelli del 2019. A tutta prima sembrerebbe dunque che neppure bollette molto salate stiano riuscendo a convincere gli italiani a risparmiare a sufficienza sul riscaldamento domestico, di uffici, negozi ed edifici pubblici. Sarebbe un grosso problema, che rischia di rendere un caso isolato quei forti risparmi nel consumo di gas che l’Italia era riuscita ad accumulare nel corso di un mese e mezzo di autunno molto mite (circa 3 miliardi di metri cubi di gas in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, cioè il 4% dei consumi di gas annuali). Ma è proprio così?

 

Temperature a confronto

Per capire se davvero gli italiani stiano o meno risparmiando sul riscaldamento non basta confrontare i consumi giornalieri da un anno al successivo, ma li si deve mettere a confronto con le temperature. Questo perché, ovviamente, a temperature inferiori registrate nella stessa giornata di anni diversi corrispondono sistematicamente consumi superiori di gas, anche a parità di risparmio. Il grafico qui sopra cerca dunque di confrontare i consumi per riscaldamento degli italiani non a parità di data, ma a parità di temperatura.

Nella fattispecie, abbiamo utilizzato medie mobili settimanali sia per i consumi, sia per le temperature. Lo abbiamo fatto per due motivi. Da un lato vogliamo eliminare la variabilità settimanale dei consumi, generata per esempio dal fatto che nel weekend molti uffici e alcuni negozi rimarranno chiusi. Dall’altro lato, le medie mobili settimanali permettono di smussare eventuali variazioni di temperatura dovute a eventi atmosferici circostanziati e di breve durata. Questo anche perché, nel costruire l’indicatore “temperatura media” che si trova sull’asse orizzontale, ci siamo avvalsi degli archivi storici delle temperature medie registrate in tre località: gli aeroporti di Milano Linate, Firenze Peretola e Roma Ciampino. Pur ritenendo queste tre località sufficientemente rappresentative delle temperature medie in Italia, si tratta tuttavia pur sempre di tre sole località: non è affatto detto, per esempio, che una giornata di brutto tempo a Milano (con conseguente abbassamento delle temperature giornaliere) corrisponda a una stessa giornata di brutto tempo a Brescia o a Verona, che si trovano pur sempre sul medesimo parallelo. Per questo motivo utilizziamo la media semplice delle tre temperature, e poi da questa ricaviamo la media mobile settimanale.

Mettendo a confronto gli andamenti dei consumi di gas per riscaldamento e le temperature medie registrate in quelle stesse giornate, tra il 1° novembre e il 6 dicembre di quattro anni (tra il 2019 e il 2022), il grafico mostra diverse cose, alcune scontate e altre molto interessanti. Innanzitutto, va nella direzione attesa l’aumento dei consumi di gas al ridursi della temperatura media giornaliera. La crescita dei consumi procede con un andamento piuttosto lineare con il variare delle temperature. In secondo luogo, si nota una certa inerzia dei consumi da un giorno all’altro: una volta che gli italiani accendono i riscaldamenti per più tempo, anche se i giorni successivi dovesse fare leggermente più caldo, i loro consumi tenderanno a rimanere più elevati. Lo si nota soprattutto in quei due andamenti “ad anello” delle curve del 2019 e del 2021, che mostrano prima consumi che salgono al ridursi delle temperature, ma poi un breve periodo (circa una settimana nel 2021, dieci giorni nel 2019) in cui le temperature risalgono, ma i consumi restano elevati.

La cosa che qui maggiormente rileva, tuttavia, è la terza: per tutti i giorni dal 1° novembre a oggi, la curva del 2022 resta sempre significativamente più bassa rispetto a quella dei tre anni precedenti. Più precisamente, la curva del 2022 mostra un risparmio medio di circa 15 milioni di metri cubi al giorno (Mmc/g) a parità di temperatura, che equivale all’incirca al 10% dei consumi medi giornalieri nelle reti di distribuzione. Dal momento che, però, circa 40 Mmc/g vengono consumati anche d’estate (per esempio per farsi la doccia o cucinare sui fornelli a gas), la riduzione è ancora più netta ed equivale al 19%.

 

Italiani brava gente?

Letto in altro modo, il grafico suggerisce che gli italiani abbiano abbassato mediamente il proprio termostato di circa 1,5 gradi rispetto alle temperature desiderate negli ultimi anni. Certo, nella parte in alto a sinistra nel grafico, nella curva del 2022, si nota quello che potrebbe essere un piccolo campanello d’allarme: consumi che salgono mentre le temperature tendono a rimanere costanti. Ma si tratta di un numero di osservazioni troppo piccolo per trarne considerazioni diverse dalla semplice cautela.

In conclusione, per adesso possiamo catalogare questa nel novero delle buone notizie: a casa, in ufficio, nei negozi o negli edifici pubblici siamo riusciti ad abbassare le temperature in media di 1,5 gradi. Considerato che è probabile che ci sia comunque qualcuno che abbia deciso di proseguire sui livelli di riscaldamento degli anni precedenti, ciò significa che una quota di italiani avrà invece fatto sforzi persino maggiori. Una buona notizia e, speriamo, un buon viatico per l’inizio dell’inverno.

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Geoeconomia Italia crisi del gas
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AUTORI

Matteo Villa
ISPI

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