La Corea del Nord ha testato un nuovo missile da crociera a lungo raggio. Provocazione o un modo per imporsi in vista di nuovi colloqui?
La Corea del Nord ha testato con successo un nuovo missile da crociera a lungo raggio. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa nordcoreana Kcna spiegando che il missile è stato in grado di raggiungere una distanza di 1.500 chilometri, raggiungendo gli obiettivi prefissati per poi atterrare in acque territoriali sudcoreane. Ma la potenza di gittata è tale, sottolineano gli osservatori, che potrebbe arrivare fino in Giappone. Il test non viola le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu, che impediscono a Pyongyang di testare missili balistici, ma non missili da crociera come questi. E tuttavia basta a suscitare l’allarme dei paesi vicini: il portavoce del governo nipponico ha detto che Tokyo è “preoccupata” e sta lavorando con Stati Uniti e Corea del Sud per monitorare la situazione. L’esercito di Seul ha fatto sapere dal canto suo di stare valutando la situazione “con attenzione”. Il lancio segna il terzo test missilistico di rilievo realizzato da Pyongyang nel 2021. Il primo di cui si ha notizia risale a gennaio scorso, poche ore dopo l’insediamento alla Casa Bianca del presidente Joe Biden.
Sfida militare?
Gli Stati Uniti sono a conoscenza delle notizie sul lancio di un nuovo missile a lungo raggio da parte della Corea del Nord e “continueranno a monitorare la situazione”, affermano fonti dell’amministrazione Biden. Nel suo rapporto annuale, pubblicato nei giorni scorsi, l’Aiea fa sapere che la Corea del Nord sembra aver riavviato il reattore di Yongbyon che potrebbe produrre plutonio per armi nucleari, definendolo uno sviluppo “profondamente preoccupante”.
Ma quella che per alcuni rappresenta “una provocazione di basso livello da parte di Pyongyang” – osserva Laura Biker, corrispondente Bbc a Seul – rivela al contempo una scomoda verità: la Corea del Nord è riuscita ancora una volta “a sviluppare e testare nuove e pericolose armi nonostante sia soggetta da anni a severe sanzioni internazionali”. L’annuncio di Pyogyang, inoltre, fa riferimento allo “sviluppo di capacità di deterrenza” lasciando intendere si tratti di una risposta alle recenti esercitazioni militari tra Washington e Seul. A preoccupare, infine, il fatto che i media nordcoreani descrivano questi missili come “strategici”, il che potrebbe rivelare l’intenzione del regime di armarli di testate nucleari. Al riguardo gli analisti sono dubbiosi: in pochi credono che la Corea del Nord sia in grado di miniaturizzare una testata nucleare per adattarla a un missile da crociera.
O questione politica?
L'annuncio dei test ha già prodotto un primo risultato: riportare la Corea del Nord al centro del palcoscenico internazionale. La notizia giunge a poche ore dagli incontri a Tokyo tra i capi negoziatori di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone: e da domani la questione della denuclearizzazione della penisola sarà sul tavolo anche a Seul, dove è atteso l’arrivo del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi I colloqui sulle capacità missilistiche e nucleari nordcoreane sono di fatto fermi dal 2019, dopo il fallimento dei colloqui tra Kim Jong-un e la delegazione Usa guidata da Donald Trump. L'attuale amministrazione americana a guida democratica ha fatto sapere di essere pronta a incontrare i funzionari di Pyongyang “in qualsiasi momento”, ma da Joe Biden non sono finora arrivate indicazioni su un possibile allentamento delle sanzioni che colpiscono il regime per lo sviluppo dei suoi programmi missilistici e nucleari. Venerdì scorso Biden ha telefonato al suo omologo cinese Xi Jinping, per cercare di riattivare un canale di dialogo e cooperazione con Pechino. Il presidente americano vorrebbe che le due superpotenze rivali si concentrassero insieme sui dossier di comune interesse. Uno potrebbe essere proprio quello degli armamenti nordcoreani.
Un messaggio da Pyongyang?
Il lancio arriva pochi giorni dopo che a Pyongyang si sono tenute le celebrazioni per il 73° anniversario della fondazione del paese. Ma alla parata militare, in forma ridotta rispetto agli anni passati, accanto ai soldati hanno sfilato funzionari in tute ignifughe, che secondo gli osservatori lasciano pensare ad una forza speciale creata per aiutare a prevenire la diffusione di Covid-19. Durante la pandemia Pyongyang ha interrotto la maggior parte degli scambi con il suo più stretto alleato, la Cina, e – per ammissione dello stesso Kim Jong-un – l’economia attraversa “il suo momento più difficile”. La riduzione degli scambi, le alluvioni che hanno devastato campi e raccolti, e la crisi sanitaria hanno messo il leader nordcoreano di fronte a una sfida senza precedenti, aggravata dalle sanzioni e dalla carenza di cibo. Ma sperare che la carestia convinca Kim Jong-un a riformare una politica che prevede di destinare alla spesa militare quasi un terzo del PIL è arduo. Se l’assenza di missili e testate aveva reso la parata della scorsa settimana uno spettacolo tutto rivolto all’opinione pubblica interna, ora i missili da crociera potrebbero servirgli da strumento negoziale, per imporsi ad un tavolo a cui non è invitato. Ricordando al presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che cerca di riaprire i colloqui sul disarmo – che Pyongyang non è più disposta a fare promesse senza ottenere nulla in cambio.
Il commento
Di Francesca Frassineti, ISPI Associate Research Fellow
“Lo scorso gennaio Kim Jong-un aveva messo in guardia circa la volontà di mostrare al mondo un missile da crociera a raggio intermedio, quindi il test di oggi non sorprende. I costanti progressi del regime in questo ambito e l’obiettivo di dotarsi di una nuova arma “strategica”, la cui natura nucleare è pressoché indubbia per la maggior parte degli analisti, impongono alla comunità internazionale di aggiornare le valutazioni sulla minaccia missilistica nordcoreana e nel caso dei cruise di considerare il loro potenziale per il trasporto di testate nucleari.
Il fatto che sia Trump sia Biden abbiano, invece, fatto passare in sordina gli ultimi test a medio e a corto raggio induce Pyongyang a continuare a testare la propria tecnologia sapendo di non oltrepassare le presunte linee rosse USA e di non innescare alcuna escalation che convinca il Consiglio di Sicurezza a includere anche questa tipologia di missili in una nuova risoluzione. Parallelamente, a livello interno, tutto questo dà prova di successo e di pieno controllo del regime nonostante la grave situazione economia e umanitaria che il Paese sta attraversando”.
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A cura della redazione di ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online Publications)