La Libia è oggi un paese diviso in due. Da una parte le milizie islamiste, legate alla Fratellanza musulmana, controllano la maggior parte della Tripolitania e dell’ovest. Dall’altra, le forze del generale Haftar mantengono le loro posizioni in diverse zone dell’est e assediano da settimane la città di Bengasi.
A contribuire all’instabilità libica si aggiunge la penetrazione di milizie jihadiste, che in alcune zone della Cirenaica si sono legate all’Isis. L’intervento di attori regionali nel contesto libico è uno dei fattori principali nella polarizzazione tra i due fronti. In questo contesto di caos, la posizione dell’Italia si basa sull’interesse a una mediazione tra i diversi gruppi e un accordo politico tra le parti come pre-condizione per una eventuale azione di peace-keeping. Ciò si spiega anche in ragione del timore che una situazione di totale collasso della struttura statale possa portare alla crescita di movimenti jihadisti e danneggiarne gli interessi economici in Tripolitana e in Cirenaica.
Arturo Varvelli, ISPI Research Fellow