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Pubblicazioni per il Parlamento e il Ministero degli Affari Esteri
Crisi libica: tra tentativi di mediazione e conflitto aperto
Arturo Varvelli
15 gennaio 2015

La Libia è oggi un paese diviso in due. Da una parte le milizie islamiste, legate alla Fratellanza musulmana, controllano la maggior parte della Tripolitania e dell’ovest. Dall’altra, le forze del generale Haftar mantengono le loro posizioni in diverse zone dell’est e assediano da settimane la città di Bengasi.

A contribuire all’instabilità libica si aggiunge la penetrazione di milizie jihadiste, che in alcune zone della Cirenaica si sono legate all’Isis. L’intervento di attori regionali nel contesto libico è uno dei fattori principali nella polarizzazione tra i due fronti. In questo contesto di caos, la posizione dell’Italia si basa sull’interesse a una mediazione tra i diversi gruppi e un accordo politico tra le parti come pre-condizione per una eventuale azione di peace-keeping. Ciò si spiega anche in ragione del timore che una situazione di totale collasso della struttura statale possa portare alla crescita di movimenti jihadisti e danneggiarne gli interessi economici in Tripolitana e in Cirenaica.

Arturo Varvelli, ISPI Research Fellow

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Tags

Libia Crisi conflitto Tripolitania Cirenaica Fratellanza Musulmana isis Gheddafi Ansar Al-Sharia Jihadismo legittimità politica
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Arturo Varvelli
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