Nel giugno del 2022, come ogni estate, l'UNHCR ha pubblicato il rapporto annuale Global Trends, in cui evidenzia un aumento delle migrazioni forzate che hanno interessato 89 milioni di persone nel mondo. L’UNHCR ha inoltre rilevato che il numero di rifugiati sotto mandato, gli individui cioè che hanno ricevuto protezione internazionale come gruppo o in seguito a una decisione favorevole in materia di asilo, si è attestato su 21,3 milioni di persone nel dicembre del 2021.
Si tratta di una cifra impressionante: il numero globale dei rifugiati sotto mandato UNHCR nel dicembre del 2017 era di 19,9 milioni di persone. Se gran parte della comunicazione dell'UNHCR si è concentrata sul dato principale rappresentato dalle 89 milioni di persone, il fatto che nell’arco di quattro anni, dalla fine del 2017 alla fine del 2021, il numero di rifugiati nel mondo sia aumentato solo di 1,4 milioni avrebbe dovuto imporre una seria riflessione. Tanto più che l'UNHCR ha anche rilevato che una delle ragioni principali di questo aumento è stata la nascita ogni anno di circa 350.000 bambini che sono figli di rifugiati.
In molti dibattiti globali sulle tendenze relative ai rifugiati è ampiamente diffusa l'ipotesi che il numero di rifugiati nel mondo sia destinato ad aumentare sensibilmente in futuro, in parte perché si ha l’impressione, sbagliata, che di recente tale numero sia cresciuto in misura significativa. La narrazione della "pressione migratoria" sembra suggerire che la nostra epoca sia caratterizzata da un costante aumento dei rifugiati, a causa delle tendenze demografiche e degli esodi provocati dal cambiamento climatico. Ma questo è fuorviante. Capire il perché è fondamentale per prevedere cosa potrebbe accadere sul versante della migrazione irregolare e dei rifugiati nel 2023.
Il numero dei rifugiati sotto mandato UNHCR nel mondo è aumentato di soli 1,4 milioni in quattro anni, perché la variabile più importante che lo determina è la politica: la politica dei governi che cercano di bloccare gli attraversamenti irregolari dei loro confini. Sono i conflitti o i disastri naturali a provocare gli spostamenti. Ciò che non determinano è se gli sfollati siano poi in grado di lasciare il loro Paese, anche quando lo desiderano. Quando i governi chiudono i confini con la forza, erigono muri e barriere e attuano respingimenti violenti, il numero dei rifugiati aumenta di poco. Nel 2022 il numero di nuovi rifugiati che hanno attraversato i confini della Turchia è stato esiguo perché la politica di Ankara era cambiata dopo il 2015 (ed erano state costruite delle barriere). Dal 2011 nessun rifugiato siriano ha attraversato i confini di Israele perché la politica israeliana lo ha impedito. Dove i confini vengono chiusi con la forza, come accade oggi nei Paesi che circondano la Siria e l'Afghanistan, e in gran parte del mondo, il numero degli sfollati che possono diventare rifugiati diminuisce drasticamente. Quando i governi permettono alle persone bisognose di protezione di attraversare i confini, concedono protezione e assicurano una sistemazione adeguata, il numero dei rifugiati nel mondo aumenta.
1,4 milioni: questo è il numero di rifugiati fuggiti dall'Ucraina nell’Unione Europea nell'arco di alcune settimane dopo l'invasione russa del 24 febbraio. Sono potuti entrati nell'Unione Europea legalmente, senza trafficanti e senza rischiare la vita, e hanno ottenuto una protezione temporanea immediata. Di conseguenza, alla fine del 2022, oltre 4,6 milioni di ucraini avevano fatto richiesta di protezione nella sola UE. Lo hanno potuto fare grazie a una decisione politica. È la politica, non le "pressioni migratorie" non misurabili, a determinare il numero dei rifugiati nel mondo.
La politica è la variabile chiave per comprendere i movimenti dei rifugiati nel 2022 e nel 2023. La causa del più grande movimento di rifugiati in Europa dagli anni Quaranta del Novecento ha un nome: Vladimir Putin. Non c'erano rifugiati ucraini nell'UE prima che il presidente russo decidesse di aggredire il suo vicino nel febbraio del 2022. Il corso della guerra, e in particolare il successo dell'esercito ucraino nel respingere l'esercito invasore a partire da aprile ha comportato un significativo ritorno in patria di rifugiati ucraini. Dalla fine di febbraio fino a metà dicembre ci sono stati 8,4 milioni di attraversamenti della frontiera dall'Ucraina alla Polonia ma anche 6,6 milioni nella direzione opposta. Lo stesso è accaduto agli altri confini tra l’UE e l’Ucraina.
Quale sarà quindi il numero dei rifugiati ucraini nel 2023? Quanti potrebbero fuggire e quanti fare ritorno? L'unica risposta valida è che tutto dipende dall'esito della guerra. Se la Russia dovesse essere sconfitta è plausibile ipotizzare il ritorno di milioni di rifugiati ucraini. In caso di vittoria della Russia, o di un'ulteriore distruzione delle infrastrutture essenziali durante i rigori dell’inverno, è opportuno prepararsi perché milioni di persone fuggiranno. In quel caso le democrazie europee si troveranno ad affrontare una pressione causata dai rifugiati come non si vedeva dagli anni Quaranta del secolo scorso.
Finora la maggior parte degli ucraini è stata ospitata privatamente in un numero ridotto di Paesi europei (vedi le tabelle). La soluzione migliore per ospitare dignitosamente un numero così elevato di persone resta la disponibilità delle famiglie private a continuare ad accoglierle e una maggiore disponibilità a fare altrettanto nel 2023 da parte dei Paesi europei che finora hanno accolto pochi rifugiati. Nel 2022 Francia, Spagna e Italia insieme hanno ospitato meno rifugiati ucraini della Repubblica Ceca da sola (che ha meno di 11 milioni di abitanti). Molto dipenderà dal fatto che questa situazione cambi o meno nel 2023.
Altri movimenti sono stati decisamente più contenuti. Nel 2022 circa 143.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo in modo irregolare. In questo caso il fattore più importante è stato il forte divario tra le diverse rotte. Quasi 100.000 persone hanno raggiunto l'Italia, molte di più di quelle che sono arrivate in Grecia e in Spagna insieme. I numeri bassi della Grecia sono il risultato della politica aggressiva di respingimenti attuata dal governo. Il risultato è che i siriani e gli afghani che hanno raggiunto l'UE nel 2022 in modo irregolare sono meno numerosi dei tunisini. Le nazionalità più importanti che attualmente arrivano attraverso il Mediterraneo raramente ottengono lo status di rifugiato.
E il resto del mondo? Rimane un numero significativo negli Stati vicini di venezuelani, che non vengono inclusi dall'UNHCR nelle statistiche come "rifugiati sotto mandato". Negli Stati Uniti la politica dell'era Trump di respingere le persone al confine con il Messico in base alle leggi sulla pandemia è rimasta in vigore. Se ciò continuerà o meno dipenderà dalla politica e dalle decisioni dei tribunali. L'Asia rimane un deserto per l'asilo, con confini in gran parte chiusi ai rifugiati. La maggior parte dei movimenti di rifugiati al di fuori dell'Europa ha avuto luogo in Africa nel 2022 ed è probabile che continui ad essere così.
La tendenza globale più significativa nel 2022 ha sorpreso molti osservatori: l'Europa rimane il primo continente per i rifugiati. Sembra che questo varrà anche per il 2023. Di conseguenza, le politiche degli Stati europei e il corso della guerra in Ucraina rimangono per ora i principali fattori che determinano i movimenti globali dei rifugiati.
[1] UNHCR, Ukraine Refugee Situation Dashboard, data di accesso: 12 dicembre 2022.
[2] UNHCR, Ukraine Refugee Situation Dashboard, data di accesso: 12 dicembre 2022.