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CYBERWATCH

Cyber e Spazio: nuovo fronte di difesa integrata

Luigi Martino
08 luglio 2022

Il summit della NATO appena conclusosi a Madrid ha sancito un cambio di paradigma all’interno dell’Alleanza Atlantica, rappresentato dal nuovo Zeitgeist che sta interessando l’attuale sistema internazionale. Non si tratta solo dell’ovvio cambio di posizione delle relazioni tra Russia e alleati NATO, un cambio dovuto al conflitto in Ucraina, quanto invece di un’enfasi sui nuovi terreni di scontro che coinvolgerà il confronto con nemici vecchi e nuovi per l’Alleanza.

A tal proposito, nel Concetto Strategico, pubblicato a seguito del summit del 30 giugno scorso (che sancisce la nuova postura della NATO rispetto alle minacce future) si comprende come l’allarme dei decisori politici dei Paesi membri della NATO sia soprattutto relativo alle nuove frontiere dei conflitti che, tra le altre priorità, vede un accento posto sul crescente intreccio tra la dimensione cyber e quella spaziale. Nel paragrafo dedicato all’ambiente strategico, oltre a sottolineare come l’aerea euro-atlantica non si trovi più in uno status di pace a causa del comportamento ostile della Federazione Russa, si legge che:

“I Regimi autoritari sfidano i nostri interessi, valori e stili di vita democratici. Stanno investendo in sofisticate capacità convenzionali, nucleari e missilistiche, con poca trasparenza o rispetto per le norme e gli impegni internazionali. I concorrenti strategici mettono alla prova la nostra resilienza e cercano di sfruttare l'apertura, l'interconnessione e la digitalizzazione delle nostre nazioni. Interferiscono nei nostri processi e istituzioni democratiche e prendono di mira la sicurezza dei nostri cittadini attraverso tattiche ibride, sia direttamente che tramite attività sponsorizzate. Conducono attività dannose nel cyberspazio e nello spazio, promuovono campagne di disinformazione, strumentalizzano la migrazione, manipolano le forniture energetiche e impiegano la coercizione economica. Questi attori sono anche in prima linea in uno sforzo deliberato per minare le norme e le istituzioni multilaterali e promuovere modelli autoritari di governance”.

 

Spazio: terreno di scontro futuro

Ciò che va evidenziato è il dato che la NATO già a partire dal 2019 aveva considerato lo Spazio come il nuovo dominio delle operazioni militari prevedendo un investimento pari a un miliardo di dollari tra il 2020-2034 per il lancio di satelliti per servizi di comunicazione; così come già nel 2021 aveva incluso il dominio Spazio nelle sue 7 priorità di ricerca e sviluppo nel contesto delle tecnologie emergenti annunciando, tra le altre cose, l’avvio dello Strategic Space Situational Awareness System (3SAS).

Tuttavia, rispetto all’evoluzione delle minacce percepite dai decisori politici della NATO prima dello scoppio della guerra in Ucraina, nel documento strategico approvato a Madrid emerge una chiave di lettura interessante da un punto di vista di analisi strategica, ovvero viene sancita l’integrazione tra le operazioni condotte nel cyberspazio e gli effetti reali prodotti nell’ambiente spaziale. In particolare, il documento strategico sottolinea come, dalle minacce persistenti provenienti dal dominio cyber (minacce sia effettive come gli attacchi informatici che potenziali contro la supply chain) ci siano rischi reali sulle componenti in orbita e terrestri, rischi che mettono in serio pericolo la business continuity nel contesto spazio.

 

Le conseguenze della guerra russo-ucraina

Lo scenario scatenato dalla guerra russo-ucraina ha dunque modificato e amplificato la percezione della minaccia nel contesto spaziale da parte dei decisori politici dell’Alleanza, in quanto, in base alle evidenze emerse durante le operazioni militari effettuate dalla Federazione Russa, tramite “ground-launched cyber attack” contro asset spaziali di ViaSat, è stato possibile “accecare” il sistema satellitare ucraino al fine di permettere una maggiore capacità di movimento delle truppe sul campo di battaglia. Non è un caso se al punto 25 del Concetto Starategico viene specificato che:

“Mantenere un utilizzo sicuro e un accesso senza restrizioni allo spazio e al cyberspazio sono condizioni chiave per una deterrenza e una difesa effettiva. Noi miglioreremo le nostre abilità di operare efficacemente nello spazio e nel cyberspazio al fine di prevenire e rispondere contro lo spetto ampio delle minacce, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Un utilizzo singolo o cumulativo di attività cyber malevoli, o operazioni ostili condotte dal o attraverso lo spazio, possono raggiungere il livello di attacchi armati e quindi possono permettere l’invocazione dell’Articolo 5 da parte del Consiglio dell’Alleanza Atlantica”.

Il Concetto Strategico della NATO non si limita dunque a sottolineare esclusivamente le classiche minacce “storicamente” incluse nei documenti che hanno preceduto quello elaborato a Madrid, ma effettua un salto di qualità di tipo previsionale, in quanto pone l’accento sul futuro scacchiere internazionale e sulle tensioni che potrebbero coinvolgere l’Alleanza, ovvero la convergenza tra dominio spaziale e quello cibernetico. In particolare, come visto dal passaggio ripreso dal Concetto Strategico, il pericolo maggiore che deriva dall’intersezione cyber e spazio è dovuto al rischio di “negare” l’utilizzo degli asset spaziali a causa di attacchi informatici mirati. Quindi, il dilemma strategico non si fonda tanto sul “chi” dominerà lo spazio extra-atmosferico, quanto invece sulle capacità reali dei nemici dell’Alleanza di sfruttare tecnologie in grado di estromettere o limitare l’accesso alle funzionalità delle componenti spaziali attraverso operazioni definite “Ground-launched cyber attack” che prendono di mira le ground-stations e le componenti in orbita, siano esse militari che civili.

 

Spazio e cyber: dimensioni chiave nella politica internazionale

Alla luce di ciò è dunque possibile avanzare una lettura di lungo periodo, includendo il dominio spaziale e quello cyber nell’alveo delle dinamiche della politica internazionale. In particolare, rispetto alla crescente militarizzazione dello spazio, avvenuta anche attraverso l’utilizzo del potere cyber, sulla base di quanto descritto anche dal paper Military Ambitions and Competition in Space: The Role of Alliances pubblicato dall’International Institute for Strategic Studies (IISS), si può avanzare una previsione sulle dinamiche di potere che interesseranno il dominio spaziale nei prossimi anni.

Il report dell’IISS parte dalla constatazione che il concetto di “potere nello spazio”, se interpretato in termini generali, vedrà la Cina sorpassare la Russia nel 2035 e quindi diventerà uno dei due attori leader nell’utilizzo del potere nel contesto spaziale, con un anticipo di dieci anni rispetto all’iniziale previsione del 2045 contenuta in precedenti previsioni redatte sullo stesso tema. In termini tattici e operativi, dunque la Cina incrementerà le sue abilità di influenzare e limitare le operazioni condotte in tale settore dagli Stati Uniti e dai suoi alleati attraverso attacchi perpetrati contro asset spaziali o contro infrastrutture che concorrono alle funzionalità di tali asset.

Tuttavia, alla luce di evidenze misurabili, la Cina si trova in netta difficoltà rispetto alla capacità reale di accorciare il divario strategico che attualmente la separa dagli Stati Uniti, soprattutto se tale divario viene misurato attraverso effettive capacità fornite dal sistema di sicurezza collettiva costituito dal coinvolgimento di diversi alleati degli Stati Uniti, alleati sia storici che emergenti come l’India. In quest’ottica dunque andrebbe interpretato il Concetto Strategico della NATO, laddove mira a rendere il sistema di alleanze euro-atlantico il fulcro delle operazioni proattive, in grado di riuscire a prevenire e contrastare le minacce emergenti che nel prossimo futuro coinvolgeranno l’Alleanza Atlantica.

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economia geoeoconomia Cyber Security spazio
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AUTORI

Luigi Martino
ISPI e UNIFI

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