Il Kenya è tornato al voto dopo che la Corte Suprema aveva deciso di annullare i risultati delle elezioni presidenziali di agosto. Anche i cittadini liberiani si dovranno ripresentare ai seggi, il 7 novembre, dopo che nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta al primo turno nelle elezioni che segnano l’uscita di scena di Ellen Johnson Sirleaf. Quelli di Kenya e Liberia sono solo gli ultimi di una serie di importanti appuntamenti elettorali che hanno recentemente interessato l’Africa subsahariana (su tutti, la conferma di Paul Kagame in Rwanda e la fine dell’era Dos Santos in Angola). Nonostante la libertà e competitività di alcune di queste elezioni sia stata quantomeno variegata, in altri paesi della regione i diritti politici sono ancor meno garantiti. L’ingiustificabile e continuo rinvio delle elezioni nel Congo–Kinshasa consente a Joseph Kabila di rimanere alla presidenza ben oltre la scadenza del suo mandato, mentre il Sudafrica si prepara a fare i conti con la delicata successione a Jacob Zuma. Qual è dunque lo stato delle “democrazie” africane, alla luce degli sviluppi recenti o correnti? Dalla panoramica offerta in questo Dossier ISPI emerge una fotografia incerta, in cui la democratizzazione avanza in alcuni paesi della regione ma frena in altri.