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Commentary
Emergenza gas? Il ruolo dello stoccaggio in Italia
08 ottobre 2014

La crisi russo ucraina purtroppo non cui può ancora dirsi risolta, tanto che l’Unione Europea ha deciso di mantenere le sanzioni economiche contro la Russia. Inevitabili dunque, con l’approssimarsi dell’inverno, i timori per la sicurezza degli approvvigionamenti e la tenuta del sistema. 

Come noto, l’Italia dipende infatti dalle materie prime energetiche russe: nei primi sette mesi del 2014 la Russia ha contribuito al fabbisogno italiano di petrolio per poco più del 26%, di carbone per il 21% e per ben il 49% del fabbisogno di gas naturale, con punte giornaliere vicine al 65%. E sono proprio le forniture di gas a creare le più gravi preoccupazioni, data la difficile sostituibilità dei flussi in arrivo al Tarvisio.

Se però gli estremi per allarmarsi ci sono, è ancor più vero che i consumi di metano continuano a segnare il passo e sono ormai a distanze quasi siderali dai valori massimi dell’inverno 2005, quando pure si erano verificate criticità negli approvvigionamenti. Da gennaio a settembre il calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è stato del 11,9%, e del 19,2% rispetto al 2012(1).

Né può trascurarsi che il sistema italiano gas (gasdotti, terminali di rigassificazione, produzione nazionale e stoccaggi) negli ultimi anni ha attraversato diverse situazioni critiche, crisi e vere e proprie emergenze, tanto che potrebbe essere paragonato a un atleta ormai ben allenato ad affrontare prove difficili. E di cui, per continuare con la metafora, gli stoccaggi rappresentano i polmoni e il centro nevralgico del sistema. 

Nell’attuale configurazione, gli stoccaggi svolgono infatti un ruolo essenziale nel soddisfacimento delle esigenze di modulazione dei consumi: tanto più grande è la capacità di stoccaggio, maggiore sarà la capacità di contribuire a garantire le forniture e, quindi, la sicurezza energetica del paese.

E tranquillizza sapere che a oggi il livello di riempimento degli stoccaggi è molto elevato (più del 94%) ed è facile prevedere che entro fine ottobre si punterà a raggiungere il volume massimo totale di 11,4 miliardi di metri cubi (Gmc) a cui, in caso di estremo bisogno, possono aggiungersi più di 4,6 Gmc di riserve strategiche.  

Come non si può ignorare che all’attuale sbilanciamento sulle importazioni russe, principalmente frutto di dinamiche contrattuali favorevoli, fa da contraltare il forte sottoutilizzo delle altre infrastrutture d'importazione, che in caso di necessità potrebbero colmare l’ammanco. 

Infine, l’interruzione totale e prolungata delle forniture che dalla Russia arrivano in Italia tramite l’Ucraina resta una possibilità davvero remota. Non bisogna dimenticare infatti che quella che potrebbe essere una situazione critica per il nostro paese sarebbe una vera e propria tragedia in Ucraina e in altri paesi dell’ex blocco sovietico, dove le (inermi) popolazioni civili subirebbero molto gravemente il freddo dell’inverno. Un’ipotesi che crediamo davvero nessuno ambisca a perseguire.  

La sicurezza di un sistema si misura tuttavia anche con la capacità di far fronte a ipotesi poco probabili, ma con conseguenze potenzialmente molto gravi. Per capire quanto il sistema gas italiano sia pronto al peggio, si può provare a ipotizzare un’interruzione totale dei flussi ai primi di gennaio 2015, in analogia ed estremizzando il passato (le crisi, le riduzioni dei flussi del 2006 e del 2009). 

La composizione dell’offerta di gas sul mercato italiano nel gennaio 2014

 
























Scenario ancor più estremo è quello d'ipotizzare un'interruzione completa di tutte le linee dei gasdotti Trans Austria Gas (TAG 1 e TAG 2) in una settimana di freddo estremo generalizzato e perdurante, un evento davvero eccezionale (tutta Italia con temperature inferiori o prossime allo zero), utilizzando come termine di paragone la settimana record verificatasi per una concomitanza di cause a febbraio 2012(2). 

L’offerta di gas sul mercato italiano in caso d'interruzione delle importazioni dalla Russia in tre scenari settimanali con diverse temperature

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In questa ipotesi – le peggiori condizioni possibili – gli stoccaggi sarebbero chiamati a una prestazione altrettanto eccezionale il cui risultato dipende non poco dal periodo in cui ci si trova. La capacità d’erogazione degli stoccaggi, infatti, diminuisce progressivamente al diminuire del gas presente nei giacimenti, fino a dimezzarsi a fine del periodo invernale. 
Inoltre, un ricorso eccezionale al gas stoccato a inizio stagione, come accadde nell’inverno 2005/2006, accelera il declino prestazionale. Di conseguenza, anche a fronte di risorse complessivamente adeguate a coprire il fabbisogno, il sistema potrebbe incontrare delle difficoltà nel far fronte ad aumenti rapidi della domanda per insufficiente velocità di svaso dei depositi, un’insufficienza quindi a coprire la punta dei consumi.
Nell’attuale congiuntura tuttavia, con consumi in continuo ribasso (nel 2013 si è consumato meno che nel 2003), anche il calo delle prestazioni del sistema stoccaggi, specie con regole che ne preservino la giacenza, va relativizzato e posticipato nel tempo. 
Le esperienze del passato, sia in relazione a riduzioni dei flussi di gas sia riguardo a ondate  di eccezionale freddo e all’effetto combinato di entrambe, ci hanno (già) insegnato che la prima e principale risposta per la sicurezza delle forniture è lo stoccaggio. È nella direzione di migliorarne gli usi, ed eventualmente potenziarne la capacità, che si dovrebbero orientare scelte di policy di breve, ma anche di lungo periodo. Anche a prescindere dall’esito ultimo della crisi ucraina. 
1.  Fonte: Staffetta Quotidiana.
2.  I consumi gas naturale delle abitazioni e dei servizi, i maggiori tra gli utilizzi settoriali italiani, dipendono in modo rilevante dall’intensità di freddo: all’aumentare di quest’ultima i consumi giornalieri totali di gas aumentano proporzionalmente. Partendo da questo assunto e attingendo alla serie storica dei consumi degli ultimi  anni, sono state prese in considerazione le seconde settimane di febbraio del 2014, del 2013 e del 2012 con consumi variamente crescenti in relazione al volume giornaliero di freddo. La settimana record del 2012 rappresenta il massimo valore settimanale (e giornaliero: il 7 febbraio) dei consumi italiani di gas naturale di sempre. Va ricordato che da allora i consumi totali annuali sono in continua flessione e dunque le curve nel grafico sono da considerarsi conservative rispetto alla situazione attuale. 
Antonio Sileo, IEFE-Bocconi e I-Com
 

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