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IRAN WATCH - Il gigante in marcia tra Europa e Asia

FOCUS | Hi–Tech e start–up: verso un Iran 4.0

15 settembre 2017

Tra le priorità strategiche delineate dall’Iran nel Piano di sviluppo 2005–2025 (20 Year National Vision) lo sviluppo di un’economia della conoscenza ricopre un ruolo di primo piano. L’obiettivo per la Repubblica islamica è diventare il primo paese della regione dell’Asia sud–occidentale (che comprende oltre al Medio Oriente anche Asia centrale e Caucaso) per lo sviluppo economico, scientifico e tecnologico. Grande enfasi viene quindi data al settore hi–tech, del quale viene riconosciuto il potenziale per la creazione di posti di lavoro e per il raggiungimento di una crescita economica "rapida e continua". Obiettivo prioritario la riconosciuta necessità di diversificare la struttura economica del paese, allentando la pericolosa dipendenza dalle rendite petrolifere. Continua a leggere. 

 

AUTOMOTIVE | Renault primo socio estero con maggioranza azionaria 

In agosto il gruppo automobilistico francese Renault ha firmato un accordo storico per la creazione di una partnership con le iraniane Negin Khodro (azienda privata che importa in Iran i prodotti Renault) e IDRO (Industrial Development and Renovation Organization, un fondo di investimento e di ristrutturazione industriale legato al Ministero dell’industria, delle miniere e del commercio). L’accordo, del valore di 660 milioni di euro, prevede la creazione di una joint venture in cui Renault deterrà una quota pari al 60%, mentre IDRO e Negin Khodro deterranno rispettivamente il 20%. L’intesa prevede la creazione di un nuovo stabilimento, che sorgerà nel sito industriale di Saveh a 120 km da Teheran, e permetterà a Renault di produrre in Iran 150.000 nuove vetture l’anno, che andranno ad aggiungersi alle 200.000 attualmente prodotte. Inoltre, il gruppo francese potrà predisporre una propria rete di distribuzione esclusiva nel paese, complementare rispetto all’attuale rete gestita da Negin Khodro. L’accordo è importante perché per la prima volta viene permesso a un gruppo straniero di detenere la maggioranza delle quote in un settore considerato strategico per l’economia nazionale e per il fatto che le imprese iraniane partner non sono industrie manifatturiere bensì una holding e un fornitore di servizi: il gruppo straniero – in questo caso Renault – gode del pieno controllo sulla propria filiale locale e non necessita di una partnership con un’impresa iraniana per le attività operative.

 

OIL&GAS | La corsa all’oro nero dei francesi. Primo accordo trilaterale con Turchia e Russia

Un ruolo preminente per la Francia si registra anche nel settore Oil&Gas. La francese Total ha concluso con l’iraniana Petropars e con la cinese CNPC un accordo per la creazione di un consorzio per lo sviluppo del giacimento di South Pars, il maggior giacimento di gas naturale al mondo. Total deterrà la quota di maggioranza (50,1%), mentre CNPC e Petropars deterranno rispettivamente il 30% e il 19,9%. Il progetto mira a portare la capacità produttiva di South Pars a 2 miliardi di metri cubi al giorno (400.000 barili di petrolio equivalente), da destinare al mercato interno iraniano a partire dal 2021. Da segnalare anche la creazione del primo accordo trilaterale di partenariato e investimento nel settore dell’energia tra l’iraniana Ghadir, la turca Unit International e la russa Zarubezhneft. L’accordo, del valore di 7 miliardi di dollari, prevede l’avvio di attività di esplorazione in tre giacimenti di petrolio (per una capacità totale di 20 miliardi di barili) e uno di gas naturale (della capacità di 75 miliardi di metri cubi l’anno), tutti in territorio iraniano.

 

INFRASTRUTTURE | Pioggia di affari nei settori aereo e ferroviario

Il settore delle infrastrutture e dei trasporti si conferma uno dei più dinamici nel panorama dell’economia iraniana. Dall’entrata in vigore dell’accordo sul nucleare (JCPOA), sono numerosi gli accordi firmati tra l’Iran e diversi partner internazionali per lo sviluppo della rete infrastrutturale e l’ammodernamento della flotta aerea e ferroviaria. Nei primi mesi dell’anno è risultato coinvolto soprattutto il settore aereo con il contratto Boeing–Iran Air da 16,6 miliardi di dollari per l’acquisto di 80 velivoli; il contratto Airbus–Iran Air per l’acquisto di 100 velivoli per un valore di 18 miliardi di dollari; il Memorandum of Understanding firmato da Boeing e dall’iraniana Aseman Airlines per l’acquisto di 30 velivoli (3 miliardi di dollari); il contratto tra il gruppo italo–francese ATR e Iran Air per l’acquisto di 20 turboelica (536 milioni di dollari). Nel corso dell’estate è stato invece il settore ferroviario a essere al centro di un nuovo dinamismo: in luglio sono stati firmati il Memorandum of Understanding tra il gruppo italiano FS e l’iraniana IRIR per un valore di 1,2 miliardi di dollari, un contratto tra la francese Alstom e le iraniane IDRO e IRICO per la produzione di materiale rotabile, l’accordo di finanziamento tra EXIM Bank of China e l’iraniana BIM per la costruzione di una linea ad alta velocità (1,5 miliardi di dollari), mentre ad agosto è stato raggiunto l’accordo tra la russa Transmasholding e l’iraniana IDRO per la fornitura di materiale rotabile per un valore di 2,98 miliardi di dollari.

 

RINNOVABILI | Germania e Svizzera in prima linea nel fotovoltaico 

Secondo SATBA, l’Organizzazione iraniana per l’energia rinnovabile, l’Iran mira a espandere la propria produzione di energia rinnovabile portandola a 5.000 MW entro il 2022: 3,6 miliardi di dollari è il valore complessivo delle proposte di investimento ricevute finora da soggetti esteri. Risale a un mese fa l’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico Mokran, nella regione sud–orientale di Kerman. L’impianto, della capacità di 20 MW, costruito da un consorzio svizzero–tedesco, rappresenta il più grande nel paese. Se Germania e Svizzera sono in prima linea nel settore, anche Spagna, Cina e Corea del Sud hanno manifestato il loro interesse a investire nel campo delle rinnovabili in Iran: con una media di oltre 300 giornate di tempo sereno e 2.800 ore di luce l’anno, l’Iran rappresenta uno dei paesi più interessanti per la costruzione di questo tipo di impianti. A ciò si sommano gli incentivi offerti dal governo a chi investe nel settore, derivanti dalla presa di coscienza della necessità di diversificare il mix energetico nazionale.

 

 
Jcpoa: stato di attuazione
Lo scorso 31 agosto, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha pubblicato l’ottavo rapporto sulla verifica e il monitoraggio dell’implementazione da parte dell’Iran degli obblighi indicati nell’accordo sul nucleare. Il rapporto conferma che l’implementazione è conforme alle norme indicate nell’accordo.
 
 
Termometro delle sanzioni
 
Lo scorso 27 luglio il Congresso americano ha approvato il progetto di legge H.R. 3364 "Countering America’s Adversaries through Sanctions Act", divenuta legge n.115–44 il 2 agosto, dopo la firma del presidente Trump. La legge introduce nuove sanzioni nei confronti di Iran, Russia e Corea del Nord. Non influisce però sull’implementazione del Jcpoa e non colpisce le relazioni tra Iran e Unione europea.
Il quadro delle sanzioni.
 
 
Il dato
 
€2,77 mld
Le esportazioni iraniane
in Europa
nel primo trimestre 2017.
Valore sei volte superiore al primo trimestre 2016.
 
 
Dalla stampa estera
 
After years of sanctions, Persian rugs back to brighten world markets
Al Monitor
Iranian Economic Reform Between Rouhani and the Guards
Carnegie
French Mission Expected to Realign With New Iranian Gov’t
Financial Tribune
Europe urges Trump to keep Iran deal while exploring other pressure points
Al Monitor
 
 

 

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Iran business infrastrutture Petrolio
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A cura di:

Programma Iran dell'ISPI 

Annalisa Perteghella, Research Fellow ISPI 

 

Coordinamento editoriale:
Sara Cristaldi, Senior Advisor ISPI

Coordinamento redazionale:
Massimo Barison, Senior Programme Manager ISPI

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