FOCUS | Logistica e trasporti: la rivoluzione che verrà | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI
OBOR WATCH - Geo–economia delle Nuove Vie della Seta

FOCUS | Logistica e trasporti: la rivoluzione che verrà

27 settembre 2017

In quanto iniziativa volta alla creazione di una rete di infrastrutture – porti, ferrovie, strade, ponti – per aumentare, tra gli altri motivi, l’efficienza dei collegamenti tra Europa e Asia, OBOR (One Belt One Road) avrà un forte impatto anche sui settori della logistica e del trasporto internazionale. La presenza di nuovi e/o migliori collegamenti tra i paesi europei e la Cina potrebbe cambiare anche in modo sostanziale la modalità di trasporto più conveniente e preferita sia nei commerci westbound (dalla Cina verso l’Europa) sia in quelli eastbound (dall’Europa verso la Cina), che in ambedue i casi ora viaggiano per lo più via mare. Al momento però non è affatto chiaro quali saranno le prospettive di cambio di rotta per i settori più importanti nel commercio bilaterale. di Alessia Amighini Continua a leggere. 

 

EURASIA | Khorgos, "porto di terra" strategico e porta d’accesso all’Asia centrale

di Fabio Indeo, Center for Energy Governance and Security Korea

Nell'ambito della Belt and Road Initiative (BRI), sono stati realizzati lungo il confine tra Cina e Kazakhstan – uno dei principali corridoi economico–commerciali di transito delle rotte ferroviarie e stradali che connotano la strategia cinese della nuova "Via della Seta" – una serie di importanti hub di trasporto. Ma tra tutti merita particolare attenzione Khorgos: inaugurato nel 2015, questo "porto di terra" costituisce il principale snodo commerciale euroasiatico sotto l'egida della BRI. La sua importanza si evince anche dalla posizione geografica, in quanto Khorgos rappresenta la porta d'accesso della Cina in Asia Centrale: due dei corridoi terrestri della BRI – il corridoio terrestre euroasiatico (the Eurasian Land Bridge corridor) e il corridoio Cina–Asia Centrale–Asia Occidentale – transitano proprio per questo "porto di terra". 

di Vittorio Alberto Torbianelli, Università degli Studi di Trieste

<a data-cke-saved-href="/it/pubblicazione/obor-khorgos-porto-di-terra-strategico-e-porta-daccesso-allasia-centrale-17841" href="/it/pubblicazione/obor-khorgos-porto-di-terra-strategico-e-porta-daccesso-allasia-centrale-17841" "="" target="_blank">L'aumento del traffico marittimo mondiale previsto, nonostante le incertezze, anche nei prossimi anni, è certamente uno dei fattori che spinge i capitali cinesi a investire, anche in Europa e nel Mediterraneo, nelle infrastrutture portuali e logistiche. Al puro elemento di gestione delle opportunità di business nel servizio terminalistico, si aggiungono, naturalmente, anche obiettivi maggiormente strategici e di lungo periodo, quale ad esempio quello della penetrazione nel sistema europeo dell'offerta di infrastrutture (es. industria della costruzione, ecc.) e delle catene logistiche. Il Mediterraneo è un’area di crescente interesse anche per i capitali cinesi: il traffico container nel Mediterraneo, ad esempio, nel corso degli ultimi anni ha aumentato il proprio ruolo rispetto a quello nord–europeo. Anche recentemente, il traffico intermodale negli scali italiani sta mostrando tassi elevati di crescita – a Trieste, Livorno–Piombino e Genova–Savona – peraltro non solo nel segmento container ma anche in quello Ro–Ro. Vai al commentary

 

 

SPEDIZIONI | DHL: "Trasporto su treno in grande espansione"

di Filippo Fasulo, Fondazione Italia Cina e ISPI

Sei domande a DHL, leader mondiale nel settore della logistica e già attivo sulle rotte della Nuova Via della Seta. Quale impatto ha avuto il progetto BRI sulle vostre attività? Quale parte dell’iniziativa "Belt and Road", il governo cinese sta realizzando una versione moderna della Via della Seta, volta a modificare le rotte commerciali globali. DHL ha capito subito le potenzialità di questo progetto e, ancora prima del lancio ufficiale del programma, ha creato un team interamente dedicato ai collegamenti ferroviari tra Cina ed Europa. Così ha partecipato alle prime spedizioni test e utilizza abitualmente la Nuova Via della Seta, tramite il corridoio Ovest e il corridoio Nord. L'opzione ferroviaria è considerata come un valido modo di trasporto alternativo e questo consente a DHL di fornire ai clienti la possibilità di scegliere tra diversi Transit Time e costi per le singole spedizioni. Un’ampia squadra di esperti nel settore ferroviario è presente, sia in Europa che in Cina, per poter fornire ai clienti la nostra competenza su questo prodotto. Inoltre, il collegamento con le reti di trasporto DHL in Europa e in Asia consente di fornire soluzioni multimodali per le spedizioni di contenitori completi (FCL) e carichi parziali (LCL). Per esempio, dall’Italia al Giappone, possiamo sfruttare la rete "Chinarail" per avere delle connessioni senza soluzione di continuità con la tratta marittima. Leggi l'intervista

 

 

 
 Previsioni SACE
 

Ottimizzare i collegamenti via mare tra l’Italia e i mercati OBOR costituisce un’ottima opportunità per le aziende italiane. I 65 paesi coinvolti nella Nuova Via della Seta assorbono già circa il 27% dell’export italiano nel mondo e tra essi compaiono sia mercati ormai acquisti dagli esportatori italiani (come Polonia, Russia o Turchia), che mercati con flussi commerciali inferiori (come i paesi asiatici Thailandia e Malesia o le repubbliche centroasiatiche "Stan" come il Kazakhstan e l’Uzbekistan). Tali paesi presentano interessanti margini di crescita per il Made in Italy e una ampia diversificazione dei beni richiesti: pertanto efficientare i collegamenti tra l’Italia e queste destinazioni potrebbe essere un importante volano per la crescita dell’export Made in Italy in mercati ancora poco conosciuti.

Export italiano verso i principali paesi OBOR (mln. euro):

Fonte: Sace

 
 

 

 

Image credit: Khorgos Gateway

Ti potrebbero interessare anche:

India e Cina: la grande sfida asiatica
Ugo Tramballi
Myanmar: a due anni dal golpe
Le opere più attese nel 2023
We Build Value
Cina: transizione obbligata
Filippo Fasulo
ISPI
Quiete dopo le tempeste... Really?
Is Xi’s Counter-Diplomacy Working?
Filippo Fasulo
Co-Head, ISPI Centre on Business Scenarios
,
Paola Morselli
ISPI

Tags

Asia OBOR infrastrutture mediterraneo
Versione stampabile

Perché OBOR Watch:

OBOR Watch fornisce alle imprese e a tutto il sistema paese commenti e analisi di operatori ed esperti sul grado di avanzamento del progetto “Belt and Road Initiative”, noto anche come la nuova “Via della Seta”. Con un’estesa copertura tra Europa, Asia e Africa, ogni numero approfondisce i fatti di attualità, le ripercussioni sul commercio internazionale, gli aspetti legali e gli ostacoli sul fronte del rischio operativo. OBOR Watch è realizzato in collaborazione con Fondazione Italia-Cina e SACE.

 

A cura di:

Alessia Amighini, Co–Head dell'Osservatorio Asia, ISPI

 

Coordinamento editoriale:
Sara Cristaldi, Senior Advisor, ISPI

 

Coordinamento redazionale:
Massimo Barison, Senior Programme Manager, ISPI

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter Scopri ISPI su Telegram

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157