Il nostro Pianeta si trova a fronteggiare importanti sfide che segneranno i decenni a venire, quali i cambiamenti climatici, l’evoluzione rapida delle tecnologie e la pandemia da Covid-19. Si tratta di sfide che coinvolgono tutti e necessitano di una risposta collettiva.
La strategia del governo britannico lanciata nel mese di marzo, Global Britain in a Competitive Age: the Integrated Review of Security, Defence, Development and Foreign Policy, presenta la visione del ruolo che il Regno Unito vuole giocare sullo scacchiere internazionale nel prossimo decennio, nonché le numerose iniziative che intendiamo intraprendere, a livello interno e internazionale, per essere un Paese più forte, sicuro e prospero.
Mentre il mondo continua a far fronte alla pandemia, dobbiamo guardare con ottimismo al futuro e muoverci di concerto verso una ripresa economica e sociale che sia sostenibile e inclusiva, che porti benefici a tutti e offra lavoro, prosperità e benessere ai nostri cittadini. La presidenza britannica del G7 riunisce le principali democrazie attorno a un comune tavolo di lavoro, attingendo ai nostri punti di forza e valori condivisi di economie e società democratiche e aperte.
Il Regno Unito ricopre il ruolo di Presidente di turno del G7 in un momento cruciale, in parallelo alla Presidenza di turno italiana del G20. Nella seconda metà del 2021 inizierà il periodo di Presidenza congiunta dei nostri due Paesi della Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici, la COP26. Siamo in una posizione impareggiabile per dare impulso alla ridefinizione dell’agenda globale e costruire un mondo migliore attorno allo slogan “Build Back Better”. L'ambiziosa agenda delle nostre presidenze, in questa importante congiuntura, si propone di lasciare un'eredità duratura: diffondere crescita economica, favorire scambi commerciali liberi ed equi e tutelare il pianeta per le prossime generazioni.
Building Back Better racchiude la visione olistica del Regno Unito per il futuro, avvalendosi del multilateralismo e adottando un approccio globale per consentire ai Paesi di collaborare e trovare soluzioni insieme. Il G7, il più autorevole consesso di Paesi democratici al mondo, è stato a lungo un catalizzatore di iniziative internazionali decisive per far fronte alle più importanti sfide dei nostri tempi.
L'attuale congiuntura storica richiede altrettanti sforzi, se non addirittura una marcia in più. Siamo tenuti a dare un esempio di leadership, che sia nella lotta al Covid-19 e nella ripresa dalla pandemia, nel rafforzamento della nostra resilienza a future pandemie, nella promozione della prosperità futura e nella difesa del libero scambio, nella lotta ai cambiamenti climatici e nella conservazione della biodiversità del Pianeta, o nella creazione di un ambiente inclusivo che permetta a tutti di prosperare.
Una ripresa economica inclusiva
Abbiamo spesso sentito dire, nell’ambito della campagna di vaccinazione contro il Covid-19, che nessuno è davvero protetto finché non lo saremo tutti. Un ragionamento analogo vale per l’economia globale. Le prospettive per l’economia globale nel 2021 dipendono largamente dalla nostra capacità collettiva di ripresa, rivelando ancora una volta l’importanza di una solida cooperazione e collaborazione internazionale.
Lavorando a stretto contatto e a supporto del G20, i ministri delle Finanze del G7 e i governatori delle banche centrali portano avanti con determinazione il dialogo sulle politiche macroeconomiche e sul ruolo del sistema finanziario internazionale per fornire un sostegno efficace ai Paesi vulnerabili. Tra le priorità rientrano le misure di sostegno alla ripresa globale post-Covid, ivi compreso il sostegno ai lavoratori e alle imprese nell'affrontare la pandemia, assicurando al tempo stesso sostenibilità a lungo termine. Con uno sguardo alla prossima fase della ripresa, il Regno Unito vorrebbe promuovere una discussione su come i membri del G7 stanno pianificando di ricalibrare le misure di sostegno economico una volta che la pandemia sarà sotto controllo, con la consapevolezza che i Paesi si troveranno in situazioni diverse e che la ripresa economica potrebbe non procedere allo stesso ritmo in tutto il mondo.
In merito al ruolo delle organizzazioni internazionali, lo scorso mese il Cancelliere dello Scacchiere britannico e i suoi colleghi, i ministri delle Finanze dei Paesi del G7, hanno deciso di sostenere una nuova e considerevole allocazione di Diritti Speciali di Prelievo del FMI, che fornirà ai Paesi vulnerabili il sostegno finanziario di cui hanno bisogno per affrontare la pandemia. Continueremo a supportare il G20 nel fornire sostegno in questo momento critico ai Paesi a basso reddito. Tra le varie iniziative, attueremo la "G20 Debt Service Suspension Initiative", che finora ha aiutato 45 Stati vulnerabili, fornendo loro liquidità indispensabile per acquistare vaccini e sostenere la ripresa economica, nonché il Common Framework del G20 per Paesi idonei, per affrontare le vulnerabilità del debito con un approccio sostenibile e di lungo periodo.
Una finanza green
Se il mondo intende rispettare l'accordo di Parigi, è fondamentale che raggiunga la carbon neutrality. Tutti i membri del G7 hanno preso l'impegno di arrivare a zero emissioni nette entro il 2050, o segnalato l'intenzione di farlo. Questi impegni devono essere accompagnati da politiche finanziarie, economiche e commerciali appropriate.
Il Regno Unito è in prima linea nella valorizzazione del potenziale della finanza verde ma, affinché il capitale fluisca nel giusto modo, le ambizioni della finanza sostenibile devono assumere una portata globale. Stiamo sfruttando la nostra presidenza del G7 per stimolare ambizioni climatiche e ambientali di più ampio respiro, tra cui una maggiore trasparenza finanziaria legata al clima e lo sviluppo di standard internazionali di rendicontazione finanziaria in materia di sostenibilità, per garantire che tutte le maggiori aziende e istituzioni finanziarie forniscano informazioni comparabili e di alta qualità agli investitori e agli operatori di mercato.
Tuttavia, la transizione verso l'azzeramento netto delle emissioni dipenderà anche da una diffusa e rapida adozione delle tecnologie verdi in tutto il mondo. Liberalizzare i dazi sui beni ambientali e rimuovere le barriere al commercio dei servizi ambientali permetterà di accelerare la transizione verde riducendo il costo del commercio, espandendo le opportunità di mercato, aumentando gli incentivi per le imprese verdi a innovare e abbassando il prezzo dei beni e servizi sostenibili per incentivarne l’utilizzo da parte dei consumatori.
Un commercio libero ed equo
Uno dei maggiori sviluppi del XXI secolo è stato il processo di integrazione delle economie nazionali nel Sistema economico globale. Già nel 2019 erano visibili i primi segnali di indebolimento del commercio di beni, quando è stata registrata la prima contrazione dello 0,1% dalla crisi finanziaria del 2008-09; il 2020 ha inflitto un duro colpo all’economia globale, rendendo ancora più visibili le debolezze del sistema e al contempo rafforzando la convinzione che la prosperità globale sia interconnessa. Tutte le industrie e le imprese, grandi e piccole, i fornitori e le catene di approvvigionamento hanno subito gravi danni.
Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova il commercio e le filiere internazionali, ma al contempo ha rafforzato il ruolo chiave del commercio globale nel contrastarne gli effetti. Il Presidente del G7 Trade Track nel suo discorso inaugurale ha accolto con favore il contributo che il commercio può dare a una solida ripresa economica e ha sottolineato la necessità di build back better, ricostruire economie migliori.
Nell'affrontare le prossime fasi della risposta alla pandemia, le riunioni del G7 serviranno a imparare gli uni dagli altri e a scambiare opinioni su come modellare la ripresa globale e rispondere al meglio alle sue diverse fasi, anche supportando i lavoratori e le imprese e garantendo sostenibilità a lungo termine.
Getteremo le fondamenta per una crescita globale all'insegna di scambi commerciali più liberi ed equi. Per il Regno Unito, il commercio globale assume un'importanza ancora maggiore alla luce di una recente ricerca condotta dal governo britannico che stima che quasi 6,5 milioni di posti di lavoro (circa il 10%) nel Regno Unito sono sostenuti dalle esportazioni e che i posti di lavoro direttamente e indirettamente legati all’export offrono una retribuzione superiore di circa il 7% rispetto alla media nazionale.
Il G7, in quanto gruppo di Paesi affini e allineati, condivide l'impegno per un commercio libero ed equo. Il consenso nella promozione e nella riforma del sistema commerciale globale sarà un passo fondamentale per assicurare la futura prosperità economica delle nostre società, aperte e proiettate verso l'esterno, unitamente all'obiettivo più ampio della crescita sostenibile, della resilienza sistemica e di un più ampio accesso al mercato.
Pur riconoscendo la centralità del sistema commerciale globale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) per la nostra prosperità condivisa, prendiamo atto che l'OMC non ha saputo tenere il passo con le opportunità e le sfide del commercio del XXI secolo, e una sua riforma è imprescindibile. Pertanto, la presidenza britannica del G7 ha scelto di porre al centro del dibattito la riforma di quest'organizzazione, sia per superare l'attuale impasse mediante lo sviluppo di un approccio condiviso alla riforma del meccanismo di risoluzione delle controversie, sia per favorire un sistema che sia vincolante, applicabile ed imparziale, e che consenta di contrastare le pratiche sleali. Esorteremo inoltre i membri del G7 a riaffermare l'importanza degli obblighi di trasparenza e a valutare come aumentarne il rispetto da parte di tutti i membri dell'OMC.
Questa è l'essenza della presidenza britannica del G7: creare le condizioni per una ripresa collettiva globale e ricostruire un futuro migliore.