La settimana appena trascorsa ha registrato la pubblicazione dell’Economic Outlook dell’OCSE, secondo il quale l’economia mondiale si contrarrà del 6% nel 2020 nello scenario migliore e del 7,6% nel caso di una seconda ondata del virus, con l’Europa a pagare il prezzo più alto. Nonostante ciò, i negoziati per il Reovery Fund restano in salita a causa dell’opposizione dei cosiddetti “paesi frugali” del Nord. In settimana però è stato pubblicato anche l'indice dell'economia e della società digitale (DESI) che sintetizza gli indicatori pertinenti sulle prestazioni digitali dell'Europa, cui l’attuale pandemia ha contributo a dare un’accelerazione, favorendo la digitalizzazione di Pubblica amministrazione e aziende private. Oltre ad analizzare tali tendenze, questo nuovo numero di ISPI Global Watch, dedicato alla Geoeconomia del coronavirus, valuta anche gli effetti della pandemia sulla Via della Seta cinese, tanto quella tradizionale che quella digitale, su cui Pechino scommette tutte le sue carte. Inoltre, quale sarà il futuro di Hong Kong come piazza di affari e scambi internazionali, il cui status speciale è sempre più al centro di una vera e propria guerra diplomatica tra Pechino e Washington? Un focus particolare è dedicato alla Germania, che vedrà il proprio Pil crollare del -6,5% nel 2020 per poi rimbalzare del 5,9% nel 2021.Tra i paesi più colpiti dalla pandemia la Germania è tra i paesi meglio attrezzati ad affrontare la crisi. Quali gli strumenti messi in campo? Infine, quali effetti sta avendo la pandemia su regioni diversissime ma ugualmente fragili come l’ America Latina e l’area MENA?
ISPI Research Coordinator | Co-Head Europa e Governance Globale