La settimana appena trascorsa è stata segnata dall’uscita dei dati macroeconomici della Cina che con un +3,2% nel secondo trimestre rappresenta la prima grande economia a ritornare a crescere dopo lo shock pandemico del primo trimestre. Ma quali scenari si aprono ora per Pechino e per il suo modello di crescita? Una crescita che invece appare ancora un miraggio in molti paesi: l’indebitamento pubblico (e privato) nel mondo, già molto elevato prima del coronavirus, è destinato a schizzare ancora più in alto col rischio di diventare insostenibile per molti stati. A partire dall'Italia che, al Consiglio europeo del 17-18 luglio, è impegnata nel difficile e storico negoziato sul Recovery Fund. Oltre ad analizzare il rischio che l’aumento dei debiti possa portare a una nuova crisi finanziaria mondiale, magari scatenata proprio dal default di alcuni paesi emergenti, questo nuovo numero di ISPI Global Watch, dedicato alla Geoeconomia del coronavirus, valuta anche come, d’altro canto, la pandemia abbia accelerato la transizione energetica e lo sviluppo della green economy. Ma non solo: si parla anche dell’effetto che ha avuto la diffusione del virus sul raggiungimento dei Sustainable development goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Un focus particolare viene poi dedicato alle strategie digitali di Pechino e agli strumenti messi in campo nel nuovo progetto di Via della Seta digitale. Quali i vantaggi ed i rischi per le aziende occidentali? In Italia in particolare, la situazione digitale fotografata dall’ultimo E-Government Survey delle Nazioni Unite non è tra le più rosee. Perché l’Italia perde posizioni, quali le conseguenze e i passi da fare? Inoltre, che ruolo avranno le global cities nei futuri assetti politico-economici del mondo? Infine, nel continente più toccato dalla pandemia, l’Uruguay sembra finora essere riuscito a gestire l’emergenza. Cosa ha reso Montevideo un caso virtuoso?
ISPI Research Coordinator | Co-Head Europa e Governance Globale