La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dai negoziati in sede europea sul bilancio pluriennale dell'Unione e soprattutto per l'approvazione finale del Recovery Fund. Su questo appuntamento, definito "storico" dalla maggior parte degli analisti, fa il punto lo Speciale Europa di questo nuovo numero di ISPI Global Watch dedicato alla Geoeconomia del coronavirus. A Bruxelles si sono scontrate visioni contrapposte del futuro dell'UE. Nessuno vince, né perde troppo. Ma, ancora una volta, ne esce un'Europa divisa. Occorrerà ora un piano serio per sfruttare gli spiragli positivi che comunque si sono aperti, soprattutto perché il Recovery Fund, nonostante tutto, rappresenta un risultato storico difficilmente immaginabile prima della pandemia. Sarà fondamentale porre le basi della crescita di lungo periodo dell'UE e favorire una maggiore convergenza tra i paesi del Nord e del Sud Europa. Un rilancio che dovrà necessariamente puntare sul Green Deal, caduto in parte sotto il fuoco amico dei negoziati quanto all'ammontare degli euro da investire. In ogni caso, il tema della sostenibilità riguarderà sempre di più tutti gli ambiti della nostra economia e, in particolare, la costruzione delle future infrastrutture da cui dipenderà la qualità del nostro sviluppo futuro. Questo numero analizza poi come, nonostante la pandemia abbia rallentato gli ambiziosi progetti cinesi lungo la Via della Seta, non ne abbia rallentato invece le sue potenzialità di investimento, specialmente sul fronte delle global cities.
Presidente ISPI