La settimana appena trascorsa è stata segnata dal lancio delle linee guida per i paesi UE destinatari del Recovery Fund. Bruxelles traccerà il percorso che gli stati membri dovranno seguire per uscire dalla crisi causata dalla pandemia. Un’azione di concerto tra Commissione e governi: ognuno dovrà presentare il proprio piano di rilancio. Le priorità saranno economia verde e digitale. La valutazione dei singoli Recovery plan nazionali inizierà, se tutto va bene, a gennaio 2021. E fino al giugno 2021, la Banca Centrale Europea continuerà con gli acquisti di debito seguendo il programma d’emergenza “Pepp”. I tassi d’interesse rimarranno invariati perché “i paesi dell’Eurozona hanno ancora bisogno di un ampio stimolo monetario”, ha dichiarato la presidente della BCE Christine Lagarde dopo la riunione del Consiglio direttivo.
Ma è stata soprattutto la settimana dell’ultimo atto di Brexit. Si è tornati a parlare dello spettro “no deal” dopo il dietrofront del premier britannico Boris Johnson sull’accordo firmato da lui stesso e che doveva sancire il divorzio tra Bruxelles e Londra. La questione è sempre l’Irlanda del Nord, il cui destino è ora sospeso in attesa dell'esito della negoziazione tra UE e UK. A livello globale, invece, gli scambi continuano a rallentare per effetto della pandemia, mentre a Pechino hanno deciso di puntare più sulla domanda interna e sull’autarchia tecnologica. Questi e altri i focus del nuovo numero di ISPI Global Watch, dedicato alla geoeconomia del coronavirus. Nel frattempo, ci sono due notizie positive riguardo alla “seconda ondata” di contagi della pandemia da Covid-19, che a livello globale è ormai prossima ai 30 milioni di casi.