Europa, USA e pandemia sempre protagonisti nella settimana appena trascorsa. La Commissione UE ha pubblicato le sue previsioni economiche d’autunno: niente "ripresa a V" per l'Europa. A causa della seconda ondata di Covid-19, infatti, si aggrava la recessione nel 2020 e si annuncia una ripresa più debole nel 2021. Molto colpite la Spagna, che chiuderà il 2020 con un Pil a -12,4%, e l’Italia con un -9,9%. Né stanno meglio gli Stati Uniti in cui l'incertezza politica determinata dalla corsa alla Casa Bianca sommata alla pandemia mettono a rischio una ripresa fragile. I contagi crescono ormai rapidamente nella maggior parte del mondo: secondo il DataVirus ISPI, non servono ricette uguali per tutti ma strategie diversificate, in particolare in relazione all’età delle popolazioni. In questo difficile contesto, in cui il confinamento obbliga milioni di persone in smart working, si impone il problema di normative e organizzazioni del lavoro adeguate, per far fronte a una trasformazione ormai strutturale delle modalità lavorative, specie in Italia. Di tutto ciò si parla in questo nuovo numero di ISPI Global Watch, dedicato alla Geoeconomia del coronavirus. La ripresa post-coronavirus dovrà essere inoltre sostenibile, ma la pandemia ha per ora fortemente rallentato l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: con quali conseguenze? In aggiunta, un focus sulle terre rare per le nuove industrie hi-tech e la nuova economia sostenibile, con la Cina protagonista di questa battaglia economica e geopolitica. Sempre in Cina, aumenta esponenzialmente l’utilizzo delle App nelle transazioni economiche: con quali obiettivi? Infine, un punto sullo Yemen dove riparte l’export petrolifero, fondamentale per la ripresa economica di un Paese piagato dalla guerra.
Vice Presidente ISPI