La settimana appena trascorsa ha visto lo svolgimento di un Consiglio Europeo – purtroppo ancora in formato virtuale – con la partecipazione di uno “special guest”: Joe Biden. La presenza inconsueta di un leader extra-UE ha avuto in realtà il forte significato simbolico di rinsaldare la relazione transatlantica, soprattutto in opposizione alla Russia e alla Cina, e per cercare di uscire dalla pandemia sul fronte dei vaccini. Tuttavia, nonostante sembri aprirsi una nuova stagione per la cooperazione strategica tra Washington e Bruxelles, da parte dei due attori sono giunte risposte diverse alla crisi economica generata dalla pandemia. Infatti, al “bazooka” fiscale messo in campo dagli Stati Uniti – nonostante i timori per un aumento dell'inflazione – non ha fatto seguito lo stesso “coraggio” da parte dell’UE. Che la strada tracciata da Biden per il rilancio dell’economia possa fare da esempio anche al Vecchio Continente? Si parla di questo nell’ISPI Global Watch dedicato alla Geoeconomia del coronavirus di questa settimana. Con uno sguardo sempre rivolto al futuro: in Italia, con la “Draghinomics” è finalmente la volta buona delle tanto attese riforme strutturali che potrebbero liberarci dalle “secche” della stagnazione? All’interno di queste riforme, è evidente che una posizione strategica dovrà essere giocata sugli investimenti in competenze, per una rivoluzione del lavoro davvero “antropocentrica”. Un altro driver per il rilancio sarà l’export, soprattutto di prodotti agroalimentari: quali le prospettive per l’Italia e l’Europa? Nel frattempo, non perdiamo di vista la fase delicata che stanno vivendo alcune importanti economie del G20: tra instabilità politica e volatilità finanziaria, cosa sta succedendo in Brasile e Turchia?
Sciences Po e LUISS