L’addizione “G20 + FMI” sembra offrire un risultato chiaro: tasse. Dalla riunione dei ministri delle Finanze e governatori delle Banche Centrali dei Paesi del G20 e dagli Spring Meetings del Fondo Monetario Internazionale, questa settimana, sono giunte proposte importanti che mettono al centro proprio la tassazione per finanziare una ripresa economica più equa e sostenibile. I ministri dell'Economia e Governatori delle Banche Centrali del G20, coordinati dai “padroni di casa” Daniele Franco e Ignazio Visco e su impulso del Segretario USA al Tesoro Janet Yellen, hanno gettato le basi per l’adozione di una tassa minima globale sulle multinazionali (possibilmente pari al 21% dei profitti), allo scopo di frenare eventuali “gare al ribasso” tra Paesi che cercano di proporsi come paradisi fiscali: l’ambizione è elevata, dato che si cercherà di arrivare a un accordo entro luglio. In parallelo, dal FMI è stata messa sul tavolo la proposta di introdurre una “tassa di solidarietà”, da riscuotere sui redditi elevati o sui patrimoni, per finanziare la ripresa contrastando al contempo le crescenti disuguaglianze e tutelando la coesione sociale. Dalle istituzioni multilaterali non giunge un richiamo esclusivamente a una solidarietà “domestica”, ma anche tra Stati: in questo senso, la decisione del G20 di prorogare la Debt Service Suspension Initiative fino alla fine dell’anno va nella direzione di scongiurare una possibile nuova crisi del debito nei mercati emergenti e soprattutto nei Paesi più poveri. Insomma, sembra che la congiuntura economica globale offra finalmente le condizioni per un ritorno al multilateralismo: in questo senso, il compito del prossimo Segretario Generale dell’OCSE designato, l’australiano Mathias Cormann, potrebbe essere reso più semplice. Anche perché dietro la grande competizione tra USA e Cina si nasconde in realtà una stretta interdipendenza economica che rende le due superpotenze reciprocamente necessarie. Si parla di questo nell’ISPI Global Watch dedicato alla Geoeconomia del coronavirus di questa settimana. Senza perdere di vista l’importanza della transizione ecologica: l’uso del petrolio rappresenta ancora una “fetta” importante del mix energetico di molti Paesi (soprattutto in Asia), mentre in Europa si cerca di procedere più speditamente verso la decarbonizzazione. Ma c'è di più: un focus sui capitali per investimenti in innovazione e sostenibilità, grazie al ruolo dei Family offices nell’orientare le scelte di allocazione dei capitali, con basi strategiche a partire da Singapore. Infine, un punto sul Cile, in prima fila in Sudamerica nel contrastare la pandemia e favorire la ripresa economica ma che potrebbe ricadere nelle proprie fragilità strutturali, a partire dall'importante voto per la nuova Costituzione rinviato di due mesi negli scorsi giorni.
Vice Presidente ISPI e Lead Co-Chair, Task Force 9 International Finance, T20 Italy