La settimana appena trascorsa ha confermato che la ripresa economica post-pandemia sarà trainata da Oriente, e in particolare da Pechino. I dati sulla crescita del Pil cinese nel primo trimestre del 2021 sono davvero impressionanti se pensiamo che, su base annua, hanno registrato un +18%. Sono dati meno “lusinghieri” se letti su base trimestrale (+0,6% rispetto a fine 2020), ma che rivelano comunque la notevole portata del “rimbalzo” dell’economia del Dragone, di cui sta beneficiando anche l’Asia nel suo complesso. Ma restano le incertezze: l’India, ad esempio, potrebbe raggiungere una crescita del Pil del 12,5% nel 2021, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ma oggi proprio la crescita del Subcontinente asiatico è a rischio a causa di un nuovo record di contagi da Covid-19, pur in un Paese protagonista per la sua industria farmaceutica. Sarà quindi fondamentale che le condizioni esterne siano favorevoli al fine di ridurre la perdurante incertezza (come testimoniato dalla riunione “interlocutoria” della BCE del 22 aprile): il contrasto alla pandemia tramite un'efficace e capillare campagna di vaccinazione sarà cruciale in tal senso, così come la conferma del rinnovato spirito di cooperazione multilaterale. Innanzitutto nell’ambito delle politiche fiscali nel quale, in seguito all’ambiziosa proposta degli Stati Uniti per l’istituzione di una global minimum tax sui profitti delle multinazionali, i cosiddetti “paradisi fiscali” potrebbero avere finalmente tempi duri davanti a sé. Ma anche per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico, con il summit voluto da Joe Biden proprio in concomitanza della Giornata Mondiale della Terra che ha visto Washington e Pechino alzare la propria ambizione per vincere questa sfida: quali sono i piani dei principali “inquinatori” globali (USA, UE e Cina) verso la transizione energetica e la decarbonizzazione? Manteniamo uno sguardo al futuro anche in campo commerciale, analizzando la struttura del Trade and Cooperation Agreement tra il Regno Unito e l’Unione Europea: un trattato che contiene importanti elementi di innovazione e che potrebbe stabilire un precedente significativo per gli accordi commerciali di domani. Si parla di tutto questo nell’ISPI Global Watch dedicato alla Geoeconomia del coronavirus di questa settimana. In aggiunta un focus su uno dei settori più colpiti dalla pandemia: quello fieristico, vitale per le aziende del Made in Italy e che, in attesa di ripartire con le manifestazioni in presenza, ha cercato di “reinventarsi” sfruttando le tecnologie digitali, i big data e la realtà virtuale. E un focus sull'azione oltre-confine della Cina attraverso il Montenegro: il piccolo Stato balcanico occupa infatti un posto importante nella “Nuova Via della Seta” ma i forti debiti accumulati potrebbero rendere l’economia di Podgorica sempre più dipendente da Pechino, limitandone di fatto la sovranità futura. Che ne pensa la UE?