Sono ormai diverse settimane che, nella galassia complottista dei no vax più agguerriti, circola un grafico all’apparenza molto preoccupante. Mostra l’eccesso di mortalità in 26 Paesi europei, ovvero quante persone sono morte in più rispetto a periodi normali (senza influenza, senza pandemia, senza insomma altre cause di “extramortalità”), concentrandosi su una fascia d’età che va dai 15 ai 44 anni. Dal grafico, che vi riproponiamo qui sotto, sembrerebbe semplice trarre una conclusione molto inquietante: dal 2021, ovvero da quando in Europa sono cominciate le vaccinazioni, l’eccesso di mortalità per le persone più giovani è aumentato a dismisura, e oggi è a valori doppi rispetto a quelli dell’anno scorso. Se poi si osservano altri grafici presenti in questa pagina e che riguardano fasce d’età più anziane, si vede invece che l’eccesso di mortalità nel 2021 si abbassa sempre di più, a mano a mano che si alza l’età delle persone. Insomma, suggeriscono i più sospettosi (o i più in malafede), il vaccino potrebbe anche stare salvando gli anziani, ma in cambio starebbe uccidendo i più giovani!
Il grafico “inquietante” mostrato dai complottisti
Fonte: Euromomo
Capitolo “effetti collaterali” dei vaccini
L’avrete capito, questa storia si situa pienamente all’interno del filone “gli effetti collaterali dei vaccini anti-Covid uccidono”, in particolare quando si parla di persone giovani. Ma quanto c’è di vero? Avrete capito anche questo: se ve ne stiamo parlando è perché di vero non c’è nulla. Anzi, al contrario, quella che chi vi presenta quel grafico è in realtà la grandissima forza dei vaccini nell’evitare i decessi. L’esatto opposto di quello che si vorrebbe far credere.
Questa bufala ha tuttavia un dettaglio peculiare, e che ci ha spinto a parlarvene: utilizza dati veri, e del tutto corretti. Non c’è trucco, non c’è inganno: semplicemente, l’interpretazione che viene suggerita è completamente sbagliata, e quella corretta arriva alla conclusione esattamente opposta.
A dirla tutta, di questo vi abbiamo in qualche modo già parlato nel nostro DataVirus a luglio scorso, descrivendo quella che avevamo chiamato la “grande inversione” della mortalità in Europa causata dai vaccini. Avevamo spiegato che, da quando erano cominciate le vaccinazioni, l’eccesso di mortalità tra le persone più anziane era crollato più rapidamente e più profondamente di quello fatto nelle classi d’età più giovani. La ragione era ovvia: in Europa le vaccinazioni sono cominciate prima tra gli ultraottantenni, poi si sono spostate alla classe d’età subito inferiore, e così via a scendere, in ragione del fatto che Covid-19 uccide in maniera esponenzialmente più elevata le persone più anziane e fragili, e che dunque per prime andavano protette.
Trend invertito
Il grafico che apre questo articolo aggiorna la situazione all’oggi, e la semplifica: vi proponiamo l’andamento dell’eccesso di mortalità in cinque classi d’età (over-85, 75-84enni, 65-74enni, 45-64enni e 15-44enni), confrontando ciò che è successo nelle 15 settimane precedenti l’effetto delle vaccinazioni (barre blu) con ciò che è successo da fine febbraio 2021 a oggi, ovvero a campagna vaccinale avviata (barre arancioni).
Come è semplice notare, il grafico mostra come nel periodo pre-vaccinazioni in Europa le persone più anziane (che già tendono a morire di più per molte altre cause, naturalmente) facessero registrare eccessi di mortalità ben più alti rispetto a quelli della fascia più giovane: si andava da un +25% circa per le persone dai 75 anni in su, a un +7% per i 15-44enni.
Nel periodo attuale con vaccinazioni in corso, questo eccesso di mortalità si è molto ridotto. Attenzione: questo non è solo un effetto della campagna vaccinale, ma anche delle misure di contenimento prese e del fatto che il periodo preso in considerazione contiene anche i mesi primaverili ed estivi, dove è ormai assodato che la circolazione del nuovo coronavirus rallenta notevolmente. A contare tuttavia è il trend tra le classi d’età: come è semplice notare, ancora oggi è visibile un trend perfettamente invertito rispetto all’epoca pre-vaccini, che sale da un +1% di mortalità per le persone over-85 a un +7-8% per le classi d’età più giovani.
Come detto, inizialmente questo effetto era spiegato dalla strategia adottata per le campagne vaccinali europee, quella di partire dalle persone più anziane e andare a scendere. C’era dunque un “ritardo” nella protezione delle persone più giovani, per le quali fortunatamente Covid-19 era già un problema esponenzialmente minore, e che dunque faceva sembrare già ai tempi che fossero le persone più giovani a morire di più, semplicemente perché (proprio grazie ai vaccini) erano quelle più anziane a morire molto meno. Oggi però questo fenomeno persiste, e dunque potremmo domandarci: perché, se ormai le vaccinazioni sono state aperte a tutte le classi d’età?
Se non si è ancora capito, la risposta la diamo noi: le persone più anziane non solo hanno iniziato a vaccinarsi prima delle altre (ed è un effetto di policy), ma si sono anche vaccinate molto più delle persone giovani! Nei 27 paesi Ue, per esempio, l’87% delle persone ultrasessantenni è vaccinato, ma lo stesso vale per l’80% dei cinquantenni, il 73% dei 25-49enni, e il 68% dei 18-24enni. Questo è un effetto comprensibile di come l’esitazione vaccinale si distribuisca nella popolazione: chi è più a rischio è maggiormente indotto a vaccinarsi, mentre chi sa di non correre altrettanti rischi nel caso dovesse contrarre l’infezione tende a guardare al vaccino con maggiore sospetto. Insomma, la sovramortalità ci sembra invertita (ovvero sembrano morire “di più”, in percentuale rispetto a ciascuna fascia d’età, i giovani rispetto agli anziani) proprio perché i giovani si sono vaccinati di meno, non di più!
In conclusione, si può stare tranquilli: il fatto che l’eccesso di mortalità post-vaccinazioni sia (percentualmente) più elevato tra le persone giovani non è evidenza che i vaccini uccidono, ma che proprio le persone più giovani non si sono vaccinate abbastanza. L’esatto opposto di quello che i nostri cari scettici del vaccino avrebbero voluto dimostrare.