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Commentary
Il dilemma di Washington in Ucraina. Realpolitik o promozione della democrazia?
05 marzo 2014

La recente visita del segretario di stato americano, John Kerry, a Kiev aggiunge un nuovo tassello alla delicata questione ucraina. Essa non costituisce, tuttavia, un fatto inatteso né, molto probabilmente, è destinato a rappresentare un passaggio dirimente nello sviluppo della vicenda. Dopo l’escalation verbale degli ultimi giorni, culminata nei duri attacchi del presidente Obama alla Russia e alle sue scelte politiche e militari, questa visita rappresenta una sorta di passaggio obbligato. Gli Stati Uniti erano stati fra i primi (prima ancora dell’Unione Europea) a sostenere il movimento di Piazza Indipendenza. Gli Stati Uniti erano stati inoltre i primi a vagliare la possibilità di adottare sanzioni a carico del governo di Viktor Yanukovich dopo l’inizio delle violenze nei confronti dell’opposizione. Da questo punto di vista, l’attuale iniziativa diplomatica si propone come lo sviluppo coerente di premesse già gettate da tempo e mai realmente abbandonate.

Questo giudizio merita, tuttavia, di essere problematizzato. Nonostante l’irrigidimento dei toni, l’amministrazione statunitense non appare, infatti, (almeno per ora) davvero intenzionata a entrare in rotta di collisione con Mosca. Anche sul dossier ucraino, l’azione di Washington sembra piuttosto riflettere le tensioni contrastanti che l’hanno condizionata sinora su tutte le maggiori questioni internazionali. Anche sull’Ucraina, quindi, l’amministrazione è apparsa divisa fra un’ala ‘massimalista’, incline dapprima ad appoggiare le rivendicazioni del movimento di Piazza Indipendenza e, successivamente, a sostenere la posizione dell’attuale governo provvisorio, e una ‘pragmatica’, più attenta alle implicazioni che un simile atteggiamento potrebbe avere sul sistema delle relazioni con la Russia e, indirettamente, sulle varie questioni (quella siriana in primis) la cui soluzione richiede una collaborazione più o meno forte con Mosca.

L’approssimarsi delle elezioni di midterm non semplifica le cose. Gli esisti del prossimo appuntamento elettorale appaiono ancora caratterizzati da una notevole incertezza. Se lo shutdown dell’ottobre 2013 ha indebolito la posizione del Partito Repubblicano agli oc-chi dell’elettorato, il Partito Democratico fatica a trovare una piattaforma ‘positiva’ per capitalizzare tale stato di cose. In questa prospettiva, il tema della ‘promozione della democrazia a Kiev’ potrebbe costituire un punto di convergenza sia per gli esponenti dell’amministrazione più legati all’ambito dell’‘interventismo democratico’, sia per alcuni congressmen, dato il peso che l’elettorato di origine ucraina ha in varie constituencies, soprattutto nelle aree metropolitane di New York (dove i residenti di origine ucraina sono circa 160.000), Philadelphia (60.000), Chicago (46.000), Los Angeles (34.000), Detroit (33.000), Cleveland (26.000) e Indianapolis (19.000).

Altro punto problematico è quello dei rapporti con i partner europei. Come hanno osservato gli stessi vertici USA, da questi rapporti dipende, in larga misura, l’esito (e, più radicalmente, la stessa credibilità) delle sanzioni che Washington ha minacciato di adottare nei confronti di Mosca. Tuttavia, proprio intorno al tema delle sanzioni contro la Russia, fra le due sponde dell’Atlantico sembra essere emersa una nuova frattura. Se il sostegno occidentale al governo di Kiev non è in discussione, il rapporto di dipendenza reciproca che lega Europa e Russia (e che non si esprime solo in campo energetico) costituisce un freno importante all’assunzione di una postura troppo rigida. Così come costituisce un freno importante il timore che si è fatto strada in alcune Cancellerie che il ‘modello ucraino’ possa innescare, in tempi più o meno lunghi, una sorta di effetto-domino dalle conseguenze destabilizzanti sull’intero near abroad russo.

Gianluca Pastori è professore aggregato di Storia delle relazioni politiche fra il Nord America e l’Europa, Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.

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