Settembre 2017. Notte. Da qualche parte oltre l’atmosfera, attorno ai 36mila chilometri di quota, due puntini luminosi viaggiano uno accanto all’altro. L’uomo che, con un telescopio, li sta osservando da una piattaforma in mezzo al mare, riesce a distinguerne bene soltanto uno. L’altro è un’intuizione.
Li ha scorti per caso, spostando l’obbiettivo, ma ci si è soffermato. Perché a lui, all’uomo sulla piattaforma, quel che vede sembra un inseguimento. Nonostante la purezza di un cielo primordiale, a centinaia di chilometri dalle luci del primo centro abitato, non riesce a capire cosa stia succedendo: il puntino luminoso più piccolo si avvicina a quello più grande. L’uomo li segue fino a quando il riflesso del Sole abbandona i pannelli solari.
Poi la coppia di satelliti si copre di buio. E l’uomo finalmente punta lo sguardo su Sirio, che brilla come non l’aveva mai vista. Anche alla Direction Générale de l’Armement, in Francia, tengono d’occhio quei due puntini. Da diversi giorni ormai, con tracciatori radar e telescopi ottici.