Diversi studi hanno provato che i polpi posseggono ottime capacità cognitive, grazie a un cervello “esteso” ai tentacoli e ben più grande di altre specie che condividono il medesimo ambiente[1], tanto che c’è chi sostiene che siano anche dotati di una coscienza. Sempre per raffronto con altre specie marine, i polpi dispongono di raffinate doti mimetiche, sebbene muoiano relativamente giovani e senza sviluppare particolari legami sociali: conducono anzi un’esistenza piuttosto solitaria, esponendosi il meno possibile al mondo esterno. Simile, anche se più longevo, appare all’osservatore il governo russo, i cui tentacoli sono rappresentati senz’altro da gasdotti e oleodotti – ben più longevi di altri sistemi di penetrazione nei paesi limitrofi e anzi in crescita.
La proiezione di Mosca all’estero come esportatore di gas naturale, infatti, non sembra conoscere crisi. Il 30 ottobre scorso, il consorzio Nord Stream ha ricevuto l'autorizzazione della Danimarca a costruire il gasdotto Nord Stream 2 attraverso le acque danesi: quello di Copenhagen era l’ultimo ostacolo alla realizzazione fisica dell’opera. Il gasdotto porterà fino a 55 miliardi di metri cubi (mmc) di gas russo in Europa, sommandosi alla medesima capacità del primo Nord Stream.
© Nord Stream 2 / mc-quadrat OHG
Ulteriori ostacoli al progetto sono improbabili e il consorzio può ora procedere con il completamento della costruzione del gasdotto, atteso per fine 2020 - inizio 2021. Nord Stream 2 diventerà un elemento fisso nel panorama energetico europeo. L’opera aumenterà quindi la dipendenza dell'UE dalla Russia e consentirà a Mosca di ridurre significativamente il passaggio di gas attraverso l'Ucraina, che potrebbe perdere molte delle tariffe di transito. Le minori entrate per Kiev sono stimate tra l’1% e il 2,5% del Pil a seconda della riduzione dei volumi. Il mantenimento della rotta ucraina consentirà tuttavia alla Russia di avere un'alternativa in caso di interruzione di altri gasdotti, nonché di mantenere la sua influenza nel paese. L'attuale accordo di transito del gas tra Mosca e Kiev scadrà a gennaio 2020: i negoziati per il suo rinnovo sono in corso.
Oltre a Nord Stream, la rete di gasdotti provenienti dalla Russia si espande in più direzioni. A Est sono iniziati i lavori di costruzione della sezione centrale del gasdotto Cina-Russia. La sezione di 1.110 km partirà dalla provincia di Jilin nella Cina nord-orientale e terminerà nella provincia di Hebei, nel nord della Cina, per dirigersi poi verso Shanghai. Il progetto complessivo si estende per circa 4 mila chilometri in Russia e 3,3 mila km in Cina. I governi cinese e russo finanziano congiuntamente il progetto, che dovrebbe trasportare ogni anno fino a 38 mmc di gas russo. La sezione centrale dovrebbe essere completata a ottobre 2020. A Nord, nel Mare Artico, continuano invece i lavori per l’ampliamento della capacità esportativa di Mosca in forma di gas naturale liquefatto, Yamal LNG e Arctic LNG 2 con una capacità complessiva di circa 50 mmc, mentre a Sud, nel Mar Nero, proseguono quelli per Turkstream per altri 31,5 mmc.
A questo punto ci si può chiedere: gli investimenti per la produzione e l’export di gas naturale in Russia servono alla crescita e alla diversificazione economica del Paese o servono più al mantenimento dello status quo?
Produzione di gas in Russia
Per compagnie e giacimenti principali, mmc
Produzione di gas in Russia
Per compagnie principali, mmc
* I big three sono i 3 giacimenti principali, scoperti negli anni ’70-’80 a sud della penisola di Yamal (Medvezhe, Urengoy e Yamburg).
Fonte: OIES
La Russia necessita di investimenti per ravvivare un’economia in crescita da circa tre anni, anche se a tassi ben al di sotto del potenziale: dopo un primo semestre pressoché stagnante, nel 2019 il Pil russo dovrebbe crescere di circa l’1% grazie all’avvio dei fatidici investimenti infrastrutturali annunciati dal presidente Putin. Queste opere e l’ambiente operativo faticano ad attrarre investitori esteri, ma potrebbero cominciare a beneficiare della diminuzione del tasso di riferimento della banca centrale, oggi al 6,50% dopo essere balzato fino al 17% tra dicembre 2014 e gennaio 2015. La de-dollarizzazione dell’economia, che procede a velocità differenti ma appare più sostenuta per istituti finanziari e imprese pubbliche, sta contribuendo ad accrescere, come richiesto dagli investitori, la resilienza del paese a fronte di shock esterni (ad es. calo del prezzo del petrolio, squilibri valutari, aumento dei tassi di interesse). Il ricorso ai rubli, incentivato anche dal calo dei tassi, limita però la disponibilità di nuovi investitori a entrare nel paese, aggiungendo il rischio di cambio a quelli operativi e all’incertezza legata alle sanzioni.
Queste ultime e le relative controsanzioni hanno incoraggiato la diversificazione economica facendo leva sulla necessità di produrre internamente i beni importati tradizionalmente dai partner occidentali. La sostituzione delle importazioni in ambito agro-alimentare e manifatturiero ha favorito un atteggiamento a tutela del paese anche in altri settori. Il Ministero dello Sviluppo Economico, ad esempio, ha proposto il 1° novembre di vietare l'uso di hardware e software elettronici stranieri nei sistemi delle Infrastrutture Critiche Informatiche (CII). Dal 2018 questi sistemi CII comprendono le reti informatiche degli enti statali, nonché delle imprese del settore manifatturiero della difesa, dell'energia, del petrolio e del gas, del nucleare, dei trasporti e delle banche. Il governo è solito concedere eccezioni per alcuni tipi di elettronica e software che non sono disponibili a livello nazionale, soprattutto a fornitori non-occidentali (Cina, India, paesi Asean).
Al contempo, le stesse società statali coinvolte nei progetti del settore, a cominciare da Gazprom, hanno avviato un processo di consolidamento e acquisito diversi fornitori strategici. Questa strategia appare in linea con la progressiva riduzione del ruolo decisionale del presidente in materia. In passato, Putin supervisionava personalmente i progetti mantenendo uno stretto contatto con i singoli fornitori, ospiti abituali della sua dacia. L’acquisizione di alcuni di essi da parte di Gazprom (o sue entità affiliate, come Gazstroyprom) o di VEB, la banca pubblica di sviluppo, sembra voler istituzionalizzare il controllo delle modalità con cui i fondi statali sono spesi per i mega-progetti. Secondo quanto riportato dai media, a fine agosto il Ministero dell'Industria e del Commercio ha proposto che le aziende pubbliche della difesa siano obbligate ad appaltare a fornitori russi una quota fissa degli ordinativi, ossia il 30% degli acquisti nel 2020 e il 50% nel 2021. La tentazione di russificare il mercato interno trova degli oppositori anche nel governo, ma rimane una minaccia per gli operatori esteri attivi nei settori chiave del Paese, che temono un’ulteriore burocratizzazione nelle procedure doganali e di certificazione.
Il gas naturale è probabilmente il settore in cui la compartecipazione di settori strategici è più ampia, in particolare negli investimenti di frontiera. In questi ambiti, come la realizzazione della flotta di rompighiaccio atomici per il trasporto di gas e merci lungo la rotta artica, la stessa concorrenza delle imprese di stato è agguerrita. Per l’ultimo ordine, relativo a due rompighiaccio del valore di circa 1,5 miliardi di euro, erano in gara solo il cantiere russo Zvezda, controllato dalla holding statale RosNefteGaz, e la società pubblica United Shipbuilding Corporation. Le due navi andranno ad aggiungersi ai tre rompighiaccio atomici in funzione e saranno le navi non militari più costose mai costruite in Russia. Dovrebbero essere pronte rispettivamente entro il 2024 e il 2026, con 45 miliardi di rubli (poco più di 600 milioni di euro) di costi di costruzione finanziati attraverso il bilancio statale. Lo stesso investimento di Rosneft in Zvezda ha consentito al gruppo di accumulare fondi in RosNefteGaz e di schivare l'obbligo imposto dal Ministero delle Finanze a tutte le imprese statali di corrispondere al bilancio pubblico il 50% dei propri profitti. Zvezda sarà anche coinvolta e sussidiata dal governo per la costruzione di 15 navi gasiere per i progetti LNG nella penisola di Yamal.
La pervasività dei gruppi statali russi e le lotte al vertice in vista del termine del mandato di Putin nel 2024 sembrano far pendere l’utilità degli investimenti nel gas naturale dalla parte dello status quo più che della crescita economica del paese. I tentacoli del polpo sopravviveranno, in ogni caso, all’era di Putin e accresceranno i legami economici tra i paesi toccati dalla rete distributiva russa. Allo stesso modo, la vivacità tecnologica e la capacità di finanziare i progetti lungo un arco di tempo congruo contribuiranno al mantenimento dei legami con i fornitori strategici occidentali. Le opportunità per le imprese italiane ed europee rimangono quindi notevoli, ma richiedono sempre più attenzione e il ricorso tempestivo a strumenti di garanzia e protezione del credito e degli investimenti.
[1] “Grow Smart and Die Young: Why Did Cephalopods Evolve Intelligence?” di Piero Amodio e altri, ripreso da Il Post a dicembre 2018 (“Il paradosso del polpo”)