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Commentary
Il Vertice della Nato a Lisbona. Aspettative e interrogativi
15 novembre 2010

Tra pochi giorni si svolgerà a Lisbona il vertice dell’Alleanza Atlantica, un evento che non fa parte dell’ordinaria amministrazione. Obama non viene spesso in Europa e l’Afghanistan rimane sul tappeto. Sarà approvato il nuovo “concetto strategico” (l’ultimo era stato varato a Washington nel 1999 durante la presidenza Clinton), un documento che dovrà dare i terms of reference per gli obiettivi dell’Alleanza in futuro. Ma soprattutto si tratta di un punto di passaggio importante in termini politici perché la Nato del 2011 appare in bilico fra declino e nuovi ruoli. E il punto centrale, più di ogni altra cosa, è: perché?

Quando si fa il punto sull’Afghanistan si parla sempre di Nato, che in realtà non ha in mano la chiave della pacificazione del paese. L’Alleanza gestisce la parte militare, ma non ha alcuna responsabilità per la politica interna, la corruzione, la droga, l’economia, ecc., vale a dire i settori in cui si gioca il futuro della società afghana. Altri se ne occupano, e piuttosto male. Senza contare che l’Alleanza è fin dall’inizio presente sul territorio con forze insufficienti e non comparabili con quelle che aveva in Bosnia e in Kosovo.

È chiaro che la fine della guerra fredda ha tolto all’organizzazione il suo scopo originario. È anche vero che essa ha riconosciute capacità che nessun altro possiede: pianificazione, rapporto fra civili e militari, gestione di operazioni a distanza, interoperabilità euro-americana.

Anche se in maniera diversa, il mondo non è sicuramente più tranquillo di prima. Quindi la vecchia Alleanza può ancora servire agli scopi della comunità internazionale. Inoltre per l’Unione europea, in fase di costruzione di un’azione esterna, la Nato rappresenta un modo per condividere nel mondo responsabilità globali e dignità democratica.

I governi del continente fanno bene a continuare a sostenerla perché è nel loro interesse continuare a farlo. Le Nazioni Unite sono burocratiche, l’Unione europea è coinvolta nell’interminabile dibattito sull’applicazione del Trattato di Lisbona. Non esistono in altri continenti organizzazioni di “sicurezza” degne di questo nome.

I punti deboli della Nato sono la diminuita centralità della sicurezza europea, una percezione delle minacce nel nostro continente che si allontana da quella americana, un minore interesse di Washington. C’è anche disaffezione nei confronti degli europei perché darebbero in Afghanistan un contributo troppo modesto rispetto alle aspettative. Diminuisce quindi il rilievo dato alla storica relazione, che era il perno della politica americana di alleanze. Più che ad alleati con cui consultarsi e decidere sembrerebbe, in questo scenario globalizzato, che gli americani siano interessati ad avere troops contributors.

Il panorama sul mondo si è allargato sempre più negli ultimi anni per includere nuovi attori in America latina, in Asia e forse perfino in Africa. Però combinazioni ad hoc per obiettivi limitati vanno e vengono, lasciano poco; speriamo che Washington lo ricordi. Come rimediare? Gli americani sbagliano a dire che gli alleati contribuiscono poco all’impresa comune in Asia Centrale. Perché?

Essi sottovalutano gli sforzi erculei di quasi tutti i governi europei, compreso quello italiano, per essere presenti malgrado le reticenze dell’opinione pubblica. In un’operazione che è giusta e giustificabile, ma ancora mal presentata ai cittadini. Inoltre un’Alleanza storica può avere alti e bassi e una procedura di consenso complessa, però nel lungo periodo essere garanzia di trasparenza e di condivisione, fondamento comune com’è stato finora.

Da non dimenticare che il Vertice di Lisbona si propone di dare grande rilievo ai partenariati, in primo luogo agli arabi del Mediterraneo e del Golfo, poi ad altri stati come Giappone, Cina e India. Un dato positivo perché rappresenta la quadratura del cerchio fra una “Nato globale”, che andrebbe troppo in là, e un focus sull’Europa che non è più giustificato dal quadro strategico di oggi.

In conclusione, davanti a noi si prospetta un viaggio con poche mappe ma che ci auguriamo fortunato: in tal caso il premio sarebbe la scoperta di nuove vie per migliorare la nostra sicurezza.

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