Nel 2017 l’export italiano verso l’Asia ha raggiunto i 51 miliardi di euro, in crescita di circa il 12% rispetto all’anno precedente. 39 miliardi sono frutto delle vendite verso le economie emergenti (escludendo quindi Australia, Giappone e Nuova Zelanda), di cui quasi 14 hanno raggiunto la Cina, primo mercato di destinazione nell’area. In questo scenario l’India occupa un posto di rilievo, ma ancora inferiore alle potenzialità di interazione con l’Italia. L’interscambio con il Bel Paese supera gli 8 miliardi di euro, di cui circa 5 di importazioni da Delhi e 3,5 di esportazioni italiane. Tali livelli sono andati progressivamente crescendo dagli anni '90, con una battuta d’arresto tra il 2012 e il 2014 e una successiva ripresa fino agli attuali importi che hanno consentito all’Italia di rappresentare il quinto partner commerciale dell’India tra i Paesi europei, dopo Germania, Belgio, Inghilterra e Francia.
Nel corso degli ultimi anni l’India ha registrato una performance economica altalenante, legata agli effetti immediati di alcune riforme restrittive (ad es. la manovra fiscale con l’introduzione dell’imposta unica Goods and Services Tax, la riduzione del contante circolante e la riforma del codice fallimentare). Nelle intenzioni del governo, tuttavia, tali misure dovranno determinare nel medio/lungo termine un’accelerazione dello sviluppo del Paese. Prosegue anche l’impegno politico verso l’implementazione del programma Make in India, il pacchetto di riforme economiche e fiscali volte a migliorare il contesto operativo del Paese e a rendere l’India il nuovo hub manifatturiero asiatico. Il 2017 è stato un anno positivo per l’economia indiana, trainata dalla domanda interna che, già sostenuta dall’incremento dei consumi, ha ricevuto un’ulteriore spinta dagli investimenti pubblici e privati nello sviluppo delle infrastrutture.
Questa tendenza positiva si è riflessa nel recupero delle esportazioni italiane verso il mercato indiano nel 2017 (+9,4%) e ancor più incoraggianti sono i dati dei primi mesi del 2018, con un incremento delle vendite italiane nel Paese di oltre il 16,2%1 rispetto all’anno precedente. La meccanica strumentale è il principale traino degli ottimi risultati delle esportazioni: in particolare, le vendite di macchinari e apparecchi sono state piuttosto dinamiche, incoraggiate da un’attività industriale in ripresa. Risultati positivi anche per l‘export di beni intermedi (gomma e plastica, prodotti chimici e metalli) coinvolti nei processi produttivi dell’India, e di beni di consumo (tessile e abbigliamento), favoriti dalla crescita della domanda interna (nonostante un reddito pro-capite ancora basso rispetto ai peer regionali).
Secondo le previsioni SACE, il quadro positivo per l’export italiano dovrebbe confermarsi anche nei prossimi anni, con un incremento atteso del 7,2%, in media, dal 2018 al 2021 (Figura 1). A guidare la crescita saranno i beni intermedi, trainati dai prodotti della chimica e della farmaceutica (+8,5%, in media l’anno, tra il 2018 e il 2021) grazie a un settore industriale in fase di sviluppo e diversificazione. Positive anche le previsioni per i beni di investimento (+6,5%, in media, nel periodo 2018-2021). In particolare si conferma l’ottimismo per le opportunità delle aziende italiane della meccanica strumentale, settore coinvolto in differenti industrie, dall’automotive alla trasformazione alimentare, dall’energia alle telecomunicazioni.
Figura 1 Export italiano verso l’India
(miliardi di euro e var. %)
Fonte: Istat e previsioni SACE
Non mancano tuttavia elementi di criticità nel Paese, legati a un contesto operativo ancora farraginoso e di difficile accesso (per via, ad esempio, della presenza di un numero elevato di barriere tariffarie e non). Questo scoraggia in particolare le imprese di dimensioni medio-piccole e la composizione delle aziende italiane presenti in India (in totale circa 750), in gran parte riconducibili ai grandi player del settore dell’energia, dell’automotive e delle costruzioni, ne è una testimonianza.
Nonostante alcuni punti di debolezza, il mercato indiano continuerà a offrire prospettive interessanti e nuove opportunità di business per le imprese italiane con proiezione internazionale. In un Paese denso di opportunità come l’India, i rischi non devono frenare, ma devono essere opportunamente conosciuti per non farsi trovare impreparati.
1Primi 5 mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.