FOCUS - Grandi ambizioni globali, ma occorre investire sugli stati poveri
Sin dall’elezione nel 2014, uno dei cavalli di battaglia di Narendra Modi è stato l’impegno a fare del subcontinente una superpotenza mondiale e allo stesso un leader regionale in grado di proporre un modello di integrazione politica ed economica alternativo a quello di Pechino. Ma, se l’India è davvero intenzionata a recuperare qualche posizione rispetto alla Cina e presentarsi a sua volta come una potenza globale credibile, deve risolvere un problema: la crescente, e preoccupante, disparità interna tra gli stati che compongono la Federazione indiana. Continua a leggere →
di Nicola Missaglia
ITALIA–INDIA - Infrastrutture e rinnovabili, i settori su cui puntare
Questo India Watch ISPI giunge in un momento di particolare dinamismo del rapporto bilaterale Italia–India, a pochi giorni dalla visita di stato a New Delhi del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Dieci anni dopo la missione dell’allora Presidente Prodi, il 30 ottobre Gentiloni ha incontrato tutte le principali cariche dello stato. Continua a leggere →
di Lorenzo Angeloni, Ambasciatore d’Italia in India
AUTOMOTIVE - Un mercato maturo che non smette di crescere
Nonostante la demonetization che ha tolto di mezzo le banconote di maggior valore, l’entrata in vigore della GST (Goods and Services Tax) e delle nuove norme sulle emissioni inquinanti, il mercato automobilistico indiano continua a crescere. Maruti Suzuki annuncia una crescita annuale del 20% e ricavi del 16% solo nel segmento trasporto persone. Oltre al numero, aumenta anche la richiesta di qualità di un mercato sempre più sofisticato. BMW ha annunciato che investirà 17 milioni di euro solo per lanciare la nuova serie 5, segnalando una crescente domanda di auto di lusso. BMW aveva venduto 7.800 vetture nel 2016. Nei primi nove mesi del 2017 le vendite son aumentate del 17,3%. Un nuovo esempio della maturazione del mercato automobilistico indiano alla ricerca di vetture più nuove ma anche di brand originali, è il rilancio dell’Ambassador. Il primo modello, una revisione della Morris Oxford del 1954, era uscito nel 1958 dalla Hindustan Motors. Diventata l’auto del potere indiano, l’Ambassador era entrata in crisi negli anni ’80 e nel 2014 la produzione era cessata. Ora Peugeot SA ha deciso di rilevare il marchio e rilanciare l’auto, apportando importanti adeguamenti tecnologici ma poche modifiche al design. Il passato rivisitato diventa simbolo del brand India, come la nuova 500 in Italia.
INNOVAZIONE - I grandi angeli delle startup indiane
Non esisterebbe economia in India senza il suo pilastro fondamentale: il family business. Birla, Tata, Mahindra, Godrej, Bajaj, Ambani e migliaia di altre imprese spesso fondate prima della nascita dell’India moderna e diventate globali con le riforme economiche iniziate nel 1991. Influenzati dai nuovi trend internazionali, gli imprenditori che hanno saputo sfruttare le opportunità dell’apertura del paese, da qualche anno sono i protagonisti di un nuovo fenomeno: il family office. Ritiratisi dalla guida delle loro grandi aziende, i vecchi capitani d’industria gestiscono una parte dei loro cospicui guadagni in private equity e venture capital. “Angels” per le startup che nascono in India, nel tentativo di creare l’ “ecosistema” che esiste in California e Israele. Si tratta di investimenti contenuti, in ogni family office non superano i 10-15 milioni di dollari. Ma, come spiegano all’Association of International Wealth Management of India, “non si tratta solo di capitale ma dell’importanza del mentore”. RNT Associates è il family office di Ratan Tata, l’ex presidente di Tata Sons. Narayana Murthy, il creatore di Infosys, ha aperto Catamaran Ventures. Premjinvest è l’office di Azim Premji, presidente di Wipro. Ottenere la fiducia di questi grandi vecchi del sistema India, vale più di un investimento. Ed è anche per nomi così autorevoli che stanno aumentando gli investimenti internazionali sulle startup indiane.