Questo India Watch ISPI giunge in un momento di particolare dinamismo del rapporto bilaterale Italia-India, a pochi giorni dalla visita di stato a New Delhi del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Dieci anni dopo la missione dell’allora Presidente Prodi, il 30 ottobre Gentiloni ha incontrato tutte le principali cariche dello stato, il Presidente Kovind e il Vice Presidente Naidu, il Ministro degli Esteri Swaraj e, a più riprese nel corso della giornata, il Premier Modi. La visita ha sancito al più alto livello una ripresa dei rapporti bilaterali in tutti i campi di collaborazione, politico, economico, culturale e scientifico-tecnologico tra i due paesi. Al termine dei lavori è stata adottata un’ambiziosa dichiarazione congiunta che, se da un lato fa stato dei numerosi dossier di collaborazione, dall’altro – come ribadito dai due Premier nelle dichiarazioni alla stampa – segna il tracciato per “fare sempre di più”. A scandire questo cambio di passo, l’impegno a intensificare le visite a livello ministeriale, che si auspica possano tenersi a cadenza regolare, oltre alla restituzione l’anno prossimo della visita in Italia di Narendra Modi.
Quel che ne consegue è una via aperta verso il futuro e una maggiore concretezza nelle collaborazioni, con attenzione ai settori dove l’Italia può dare un contributo decisivo, in una fase di grandi riforme strutturali che stanno cambiando il volto dell’India: dalle infrastrutture alla cantieristica, alla sfida delle energie rinnovabili fino alla trasformazione alimentare e ai prodotti di consumo in un paese di un 1,3 miliardi di persone, la cui classe media cresce a ritmo sostenuto e chiede una sempre maggiore apertura alle collaborazioni economiche internazionali. Di queste prospettive i due leader hanno discusso alla presenza di un gruppo ristretto di capitani d’industria, che si sono confrontati sulle modalità per rafforzare e moltiplicare i contatti e far crescere il valore dell’interscambio.
Nel corso della visita sono stati siglati sei accordi di cooperazione: nel settore della sicurezza ferroviaria, in campo energetico e culturale, e in quello dell’attrazione degli investimenti, tra Agenzia ICE e Investindia. Tra gli altri, è stato siglato il Memorandum che stabilisce un programma congiunto di eventi a celebrazione dei settant’anni di relazioni diplomatiche tra Italia e India, che culmineranno nel marzo 2018. Il prossimo anno vedrà inoltre l’Italia partecipare come paese partner al TECH Summit, uno dei più grandi eventi sulla ricerca scientifico-tecnologica applicata all’industria dell’Asia meridionale, aperto a università e enti di ricerca, ma soprattutto a imprese innovative che si confronteranno con il dinamico mondo indiano dell’innovazione.
Ricordo altresì che la visita del Presidente del Consiglio era stata preceduta dalla Missione di Sistema ad aprile scorso, guidata dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, con circa 100 aziende italiane protagoniste, insieme alle controparti indiane, di più di 900 incontri b2b nelle tappe di New Delhi e Mumbai; e, due settimane dopo, dalla XIX Commissione Economica mista, con la visita a Roma dell’allora Ministro del Commercio indiano Nirmala Sitharaman (oggi Ministro della Difesa), occasioni ufficiali che avevano consentito di riattivare la cornice istituzionale del sostegno alla internazionalizzazione con l’India e mettere a fuoco i principali settori di interscambio e le criticità.
Il quadro del rapporto bilaterale che ne esce si staglia su uno sfondo di incertezza globale: la Brexit ha rappresentato per l’India un chiaro segnale dell’importanza di approfondire e rafforzare il suo rapporto con l’Unione Europea, sottovalutato in passato a beneficio di special relationships con singoli stati membri. I comuni valori democratici, la volontà di impegno contro il cambiamento climatico, le posizioni caute sul protezionismo e, last but not least, il peso complessivo dell’interscambio commerciale con i paesi dell’Europa rendono oggi l’India un partner più attento e impegnato a comprendere il sistema europeo; la volontà di trovare nuovi canali di advocacy verso le istituzioni europee passa dunque anche dal rinnovato rapporto con l’Italia, tra i padri fondatori del progetto europeo.
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