Infrastrutture: verso un Mediterraneo più verde? | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri ristretti
    • Conferenze di scenario
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri ristretti
    • Conferenze di scenario
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI
Commentary
Infrastrutture: verso un Mediterraneo più verde?
Alessandro Gili
23 Dicembre 2020

Durante i Rome MED Dialogues 2020, il 30 Novembre si è svolto il Forum sulle Infrastrutture. È stata un’occasione per discutere i principali trend infrastrutturali dell’area MENA, anche alla luce dell’impatto del Covid-19 e delle possibili aree di cooperazione comune per assicurare un rilancio duraturo e sostenibile della crescita economica tra le due sponde del Mediterraneo.

Negli ultimi decenni l’area MENA è stata la seconda al mondo per crescita di investimenti privati, con una media dell’8% di crescita media annuale, di cui il 50% destinati a nuove energie rinnovabili. Il contesto infrastrutturale della regione è molto diverso da un Paese all'altro. Alcune realtà come Siria, Yemen, Libano e Iraq sono in una situazione di carenza infrastrutturale. D'altra parte, Stati come Egitto e Giordania possono essere considerati come storie di successo: da importatori a esportatori di energia elettrica. L’Egitto, in particolare, insieme ai massicci investimenti nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sta diventando un hub per l'esportazione di gas naturale e di energia elettrica e ha il potenziale per riconfigurare radicalmente il modello di connettività energetica tra Europa, Africa e Medio Oriente.

 

L’oro verde energetico

L'energia rinnovabile è uno dei punti di forza della regione e un'ondata verde è partita da un Paese all'altro, con investimenti in energie rinnovabili in continuo aumento (in particolare in Marocco), e con un decremento dei prezzi energetici senza precedenti. Un trend destinato a crescere anche alla luce dello European Green Deal e del Piano Next Generation EU, che delineano ingenti investimenti volti anche alla creazione di una filiera integrata nel campo dell’idrogeno tra le sponde Nord e Sud del Mediterraneo, consentendo all’Italia di assumere un ruolo di primo piano come piattaforma energetica mediterranea. La regione MENA è anche cruciale per creare una mobilità sostenibile in tutta l'area euro-mediterranea: il passaggio al diesel verde, al gas e all'idrogeno sarà essenziale in entrambe le sponde del Mediterraneo per garantire un mercato della mobilità sostenibile nella regione e per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di de-carbonizzazione fissati dalla Commissione Europea e dalla maggior parte dei Paesi dell’area.

 

La sfida dell’integrazione

L'integrazione è inoltre una delle principali sfide nella regione MENA. Uno degli obiettivi fondamentali è la rimozione degli ostacoli per lo sviluppo dei commerci intra-regionali. Gli sforzi per sviluppare un corridoio Europa-Africa attraverso il Maghreb centrale ruotano fondamentalmente intorno alla connettività stradale dell'Algeria all'interno del sistema autostradale trans-africano. La rete di trasporto Turchia-Italia-Tunisia, di recente istituzione, che attraversa il centro del Mediterraneo, è attualmente il principale concorrente per formare un corridoio Europa-Africa attraverso il Maghreb centrale che utilizza la connettività dell'Algeria. In parallelo, Il Cairo si sta muovendo verso la creazione di un hub per un corridoio di trasporto commerciale dall'Africa orientale al Mediterraneo orientale che si collega con la terraferma europea nell’importante porto di trasbordo del Pireo (di proprietà cinese), in Grecia.

 

Le condizioni per rilanciare gli investimenti

Ora la questione centrale sono i flussi di investimento. Nella regione MENA le banche centrali non sono in grado di stampare denaro per sostenere l'economia e i tassi di indebitamento sono in costante aumento, soprattutto a causa dell’emergenza Covid. Due sono le principali tendenze: i Paesi con finanze pubbliche in difficoltà cercano infrastrutture che si ripaghino da sole, attraverso le PPPs (Public-Private Partnerships). In secondo luogo, le banche di sviluppo sono impegnate a finanziare le infrastrutture e a ricostruire le economie nazionali, in particolare nel quadro della transizione energetica. Le politiche e gli incentivi sono necessari per consentire al settore privato locale, comprese le piccole e medie imprese (PMI), di acquisire tre competenze principali: la capacità di sviluppare progetti internazionali in collaborazione con sviluppatori privati; la capacità di distribuire, operare, adattare, migliorare e riprodurre tecnologie importate; la capacità di inventare nuove tecnologie e soluzioni commerciali. Se tali premesse verranno sviluppate, il rilancio della crescita potrà divenire sostenuto e l’integrazione tra le due sponde il perno di una nuova possibile stabilità politica.

Contenuti correlati: 
MENA Watch: Una bussola per le imprese in un'area in evoluzione

Ti potrebbero interessare anche:

Cristiani in Medio Oriente
Libano: A un anno dal primo default
Giovanni Salinaro
SACE
Parola d’ordine: porti smart
Alberto Guidi
ISPI
Cristiani in Iraq: minoranza a rischio estinzione?
USA in Medio Oriente: qualcosa è cambiato?
Bells and Minarets: Pope Francis in Iraq

Tags

MENA infrastrutture Energia Med
Versione stampabile

AUTORI

Alessandro Gili
ISPI

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157